Al XVIII congresso nazionale di Magistratura Democratica
I magistrati democratici denunciano le controriforme del governo del neoduce Berlusconi
No alla separazione delle carriere, no all'assoggettamento del PM all'esecutivo, no a due Csm

Si è svolto a Napoli, nella bella cornice storica del Castel dell'Ovo, il XVIII Congresso nazionale di Magistratura Democratica (MD). Tra il 28 ottobre e il 1 novembre scorso si sono dati appuntamento nel capoluogo campano migliaia di magistrati provenienti da tutta Italia per discutere delle controriforme che bollono nella nera pentola del governo del neoduce Berlusconi in tema di giustizia.
Il segretario generale, Rita Sanlorenzo, ha aperto i lavori congressuali con un discorso teso a chiedere alla platea di pronunciarsi con chiarezza "contro queste continue minacce di apportare strappi all'architettura costituzionale, contro i tentativi di separare non solo le carriere di PM e giudici, creando due separati CSM, ma anche di portare fuori del Consiglio la competenza disciplinare; contro la mai sopita tentazione di sottrarre al pubblico ministero l'iniziativa penale, per attribuirla alla polizia giudiziaria, assoggettata gerarchicamente all'esecutivo". La Sanlorenzo ha denunciato non solo le politiche neofasciste del governo ma anche la dissoluzione della sinistra politica parlamentare, a tal punto da non pronunciarsi chiaramente sulla controriforma della giustizia propugnata dal gerarca Alfano.
Si sono susseguiti una ventina di interventi di altri giudici che hanno chiesto il miglioramento della qualità della giurisdizione attraverso l'attenzione alle condizioni di lavoro nei singoli uffici, la diffusione dei modelli organizzativi virtuosi, la verifica delle capacità del dirigente nel realizzare intorno al governo razionale delle risorse un servizio efficiente, moderno, attento ai bisogni dell'utenza.
I giudici hanno sottolineato la necessità di valorizzare la magistratura intorno a un modello culturale di professionalità riempito di caratteri condivisi e riconoscibili, che non si limitino a riprodurre slogan efficientistici ma che ne sappiano mettere in risalto la capacità di indipendenza, esterna ed interna; la questione morale, di cui una pluralità di segnali dimostra la capillarità e la capacità di penetrazione, la molteplicità di risvolti, la debolezza dei meccanismi di resistenza sin qui posti in essere: "la magistratura si aspetta ben altre capacità di analisi e di risposta di quelle sin qui avute da parte dell'autogoverno", ha affermato la Sanlorenzo.
In ultimo, degno di nota, è stato l'approvazione del "Manifesto per una vera riforma della giustizia" che rappresenta una dura e chiara risposta propositiva dei giudici di MD alle tracotanze e prepotenze governative.

9 dicembre 2010