Lo "spettro del comunismo" si aggira ancora in Europa
Il consiglio d'Europa vuole la "condanna internazionale del comunismo"
Il PdCI lo denuncia ma si associa alla condanna dei "crimini orrendi ed errori imperdonabili" commessi in nome del comunismo
In vista dell'assemblea plenaria che si terrà a ottobre, il Comitato per gli affari politici del Consiglio d'Europa ha deciso di presentare un documento di condanna internazionale del comunismo. Il testo del dispositivo è un concentrato della fobia anticomunista più reazionaria; vi si chiede una condanna "definitiva" dell'ideologia nel nome della quale "è stato perpetuato un terrore diffuso, la violazione sistematica dei diritti umani, la morte di molti milioni di individui e la sofferenza di intere nazioni".
Pochi mesi fa il vice presidente della Commissione europea Franco Frattini aveva avanzato all'Unione europea la proposta di mettere al bando oltre ai simboli del nazismo anche quelli del comunismo. La proposta era stata accantonata.
Il Consiglio d'Europa rilancia l'offensiva anticomunista non relegandola solo ai simboli ma vorrebbe coinvolgere nella condanna anche Stati e partiti che si richiamano al comunismo. Una sporca operazione reazionaria dato che nel documento, oltre al consueto bagaglio di falsità anticomuniste, si definiscono comunisti la Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cuba, Laos, paesi che non lo sono più da un pezzo o che non lo sono mai stati. Ma ciò che maggiormente preoccupa gli estensori del documento sono i molti giovani "ingannati" che guardano al comunismo come una speranza positiva. Lo "spettro del comunismo" si aggira ancora in Europa.
La presentazione del documento del Comitato per gli affari politici del Consiglio d'Europa è stato denunciato dal PdCI, con un articolo del responsabile esteri Jacopo Venier, sul settimanale la Rinascita del 2 settembre, seguito da un appello ai componenti del Consiglio per respingerlo. Una denuncia corretta ma condita da considerazioni inaccettabili; il partito di Cossutta e Diliberto infatti si scaglia contro "la strumentalizzazione della storia" e "l'iniziativa ideologica reazionaria" ma poi si associa di fatto alla condanna del comunismo. "Ovviamente noi non siamo - sostiene Venier - e non saremo mai dei negazionisti. In nome del comunismo sono stati commessi crimini orrendi ed errori imperdonabili". Esattamente ciò che sostengono i reazionari e gli anticomunisti.

21 settembre 2005