Le intercettazioni telefoniche che svelano i legami tra Unipol, DS, SDI e Ricucci
Consorte e Sacchetti indagati per la scalata ad Antonveneta e Bnl
Il presidente e il suo vice dell'Unipol sospettati di aver avuto rapporti d'affari coi "furbetti del quartierino" tra cui Ricucci e Fiorani

Dopo il coinvolgimento nell'inchiesta milanese sulla scalata di Bpi ad Antonveneta, il 15 dicembre si è avuta conferma che Giovanni Consorte, presidente e amministratore delegato Unipol, la potente società di assicurazioni controllata dalla Lega delle Cooperative in mano ai Ds, e il suo vice Ivano Sacchetti sono indagati per aggiotaggio manipolazione del mercato e ostacolo all'autorità di vigilanza anche dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sull'offerta pubblica di acquisto (Opa) da 5 miliardi di euro lanciata da Unipol sulla Bnl e che è tutt'ora in attesa dell'autorizzazione della Banca d'Italia.
L'inchiesta giudiziaria, aperta sulla base di un esposto del Banco di Bilbao, l'altro contendente alla scalata a Bnl, punta, tra l'altro, a verificare se Unipol avesse i requisiti, alla luce del proprio statuto, di lanciare un'Opa sull'istituto di credito romano.
Sul piano giudiziario il quesito è: come può "il topolino" Unipol, che vanta una capitalizzazione di 4,8 miliardi di euro, ingoiare "l'elefante" Bnl una della maggiori banche nazionali il cui capitale ammonta a 8,08 miliardi, cioè esattamente il doppio?
Con quali soldi Consorte e Sacchetti contano di finanziare l'operazione? Chi sono i loro veri sostenitori e garanti? È possibile, visti gli ultimi sviluppi dell'inchiesta milanese su Bpi e Antonveneta e gli stretti rapporti d'affari e di amicizia fra Consorte e Sacchetti e i "furbetti del quartierino", che sia intervenuto un accordo fra le due cordate del tipo: tu Unipol mi aiuti per l'affare Antonveneta e io intervengo a sostegno della tua Opa alla Bnl con il beneplacito consenso di Fazio?
Sul piano politico invece la scalata Unipol alla Bnl è la chiara conseguenza della guerra intestina tutta interna al "centro-sinistra" per conquistare l'egemonia politica nell'ottica di un probabile cambiamento di governo dalla destra alla "sinistra" del regime neofascista alle prossime elezioni politiche. Più precisamente è il risultato di uno scontro diretto fra i Ds da una parte, che puntano a rafforzare la propria struttura politica ed economica, e la Margherita dall'altro che invece non vuole cedere la Bnl e la posizione egemone che detiene all'interno di quella banca in passato feudo indiscusso del PSI di Craxi.
Uno scontro reso ancora più cruento dalle contraddizioni interne ai due partiti e in particolare fra le varie correnti dei Ds fra i fautori della scalata e chi invece vorrebbe abbassare il livello dello scontro.
Ciò conferma che i capi delle fazioni della borghesia, il nababbo capitalista, piduista e fascista Berlusconi e il tecnocrate borghese, privatizzatore e democristiano Prodi, non sono altro che le due facce della stessa medaglia capitalista e imperialista. Che non esiste un capitalismo "buono", "onesto" e dal "volto umano" rappresentato dal "centro-sinistra" che si contrappone a un capitalismo avido, rapace e sfruttatore rappresentato dalla destra.
Possono anche dividersi e scontrarsi per la conquista delle posizioni migliori e delle alleanze strategiche coi poteri forti del sistema bancario e finanziario per accrescere il loro potere politico ed elettorale. Ma strategicamente, tanto la destra quanto la "sinistra" del regime neofascista hanno in comune l'obiettivo strategico di perpetuare innanzitutto il dominio di questo marcio sistema capitalista e salvaguardare i privilegi della classe dominante borghese.
Inoltre la scalata Unipol su Bnl e l'inchiesta giudiziaria che ne è scaturita allungano ombre sempre più fosche proprio su quello schieramento politico che ama presentarsi al Paese come il "moralizzatore" della politica mentre in realtà i suoi massimi rappresentanti con alla testa il segretario della Quercia Fassino, il governatore del Lazio Piero Marrazzo, il senatore Ds Nicola Latorre nonché il tesoriere del partito Ugo Sposetti plaudono alle "imprese" finanziarie di gente come Consorte e Sacchetti e poi gridano allo scandalo di fronte alle scalate dei Fiorani e dei Ricucci che sono legati alla fazione della destra borghese.
La realtà è che, se da un lato, l'inchiesta dei giudici milanesi sulle malefatte di Fiorani, la scalata di Bpi ad Antonveneta e quella di Ricucci al "Corriere della Sera, rischiano di travolgere ai massimi livelli la destra del regime neofascista con alla testa il neoduce Berlusconi, i palazzinari romani, la Confcommercio e le alte sfere della finanza vaticana e padana, dall'altro lato la stessa inchiesta di Milano e gli sviluppi dell'inchiesta aperta dalla magistratura romana sulle analoghe malefatte compiute da Consorte e Sacchetti per lanciare la scalata di Unipol alla Bnl investono in pieno i massimi vertici della "sinistra" del regime neofascista e in particolare i rinnegati del comunismo diessini.

21 dicembre 2005