Combattivo presidio a Milano contro la riabilitazione di Craxi operata dalla giunta Moratti
No a una strada intestata a Craxi, il compare del nuovo Mussolini Berlusconi

Redazione di Milano
A dispetto di un'interrotta pioggia battente oltre duecento manifestanti democratici e antifascisti milanesi hanno presidiato, dalle 14 alle 17 di sabato 9 gennaio, Piazza Cordusio per esprimere un categorico "No a Via Craxi", così come scritto sullo striscione che sovrastava il palco allestito per l'iniziativa dall'associazione promotrice, antiberlusconiana e antimafiosa "QuiMilanoLibera" guidata dal blogger Piero Ricca. Un secco No rivolto alla neopodestà Letizia Moratti che ha annunciato di voler intestare una strada o una piazza di Milano col nome del pluricondannato dominus di tangentopoli, superlatitante ad Hammamet e soprattutto precursore di Berlusconi (di cui fu legatissimo sodale ed amico intimo) nel neofascismo piduista, Bettino Craxi.
Presente in piazza il movimento dei "Girotondi" e del "Popolo Viola", le associazioni antimafiose delle "Agende Rosse" e "Peppino Impastato", gli "Amici di Beppe Grillo" e come partiti politici solo il PMLI e l'IdV mentre si contavano alcuni elementi di base del PRC e del PdCI venuti per conto proprio.
Incisiva e qualificata la presenza dei marxisti-leninisti militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano, coadiuvati da un energico e combattivo simpatizzante della provincia di Bergamo, che si evidenziava con lo sventolare delle rosse bandiere del Partito, un cartello con la scritta "No a una strada intestata a Craxi il compare del nuovo Mussolini Berlusconi" (ripreso da alcuni tv e giornali), e la diffusione delle copie abbinate de Il Bolscevico nn. 47 e 48, andate letteralmente a ruba. Tutto questo nell'impossibilità di ripararsi con l'ombrello, giacché le mani impegnate, sotto una continua pioggia fredda che non ha certo raffreddato la combattività e l'entusiasmo dei nostri compagni.
Sul palco si sono succeduti, oltre a Ricca, tra gli altri, il blogger Claudio Messora, l'attore e regista di teatro antimafioso Giulio Cavalli, il giornalista de "Il Fatto" Gianni Barbacetto, che hanno denunciato, chi più chi meno, il ruolo politico avuto da Craxi come alfiere della "Grande Riforma" piduista oggi portata avanti dal neoduce Berlusconi col supporto inciucioso del PD (non a caso grande assente alla manifestazione) e, nel recente passato, dai suoi partiti d'origine anche quando erano al governo.
Sono intervenuti anche Antonio Di Pietro e Beppe Grillo che hanno apertamente fatto campagna elettorale e per la raccolta firme per presentare le liste alle prossime regionali per i loro rispettivi partiti, IdV e Lista Cinquestelle. Nei loro interventi sia Di Pietro che Grillo se la sono cavata con una provocatoria accettazione dell'intestazione toponomastica al fu neoduce Craxi: "Una strada intitolata a Craxi si può fare a una sola condizione - dice Di Pietro - Che ci sia scritto sulla targa quello che è stato: politico, corrotto e latitante"; "Sono d'accordo a una vietta a Craxi - ha affermato sarcastico Grillo - purché corso Buenos Aires diventi corso Dell'Utri. E perché no un largo Mangano?". Per questi due imbroglioni a caccia di voti di democratici e antifascisti per perpetuare od ottenere un posticino per sé e la loro consorteria nelle istituzioni del regime neofascista, la questione è solamente morale (continuità del malcostume della corruzione e collusione con la criminalità organizzata), tacendo colpevolmente però sul fatto che la questione è soprattutto politica (continuità nell'attuazione dei piani piduisti di rimettere la camicia nera all'Italia)!
Dello stesso avviso il regista Moni Ovadia che nel suo intervento non ha saputo tenere a freno il suo viscerale anticomunismo quando, parlando di Craxi e Berlusconi, pur di non paragonarli al loro ideale modello politico Mussolini li ha spropositatamente paragonati a Stalin, ottenendo la contestazione dei compagni del PMLI che hanno gridato "lascia stare Stalin, Berlusconi è il nuovo Mussolini!", "Viva Stalin, buttiamo giù il nuovo Mussolini!", e della base del PRC e PdCI "che c'entra Stalin?", "Addavenì Baffone!". Ovadia ha perciò dovuto "rimediare", da inguaribile ruffiano, chiudendo il discorso con una citazione di Marx sul lottare per il progresso come significato della felicità.
Nel chiudere l'iniziativa Ricca ha caldeggiato la continuazione della protesta contro questa vergognosa forma di riabilitazione di Craxi, protesta, diciamo noi, da cui deve conseguentemente passare la lotta più generale di mobilitazione della piazza per liberarsi del nuovo Mussolini.
I nostri compagni scesi in piazza hanno ricevuto gli elogi dal Responsabile del PMLI per la Lombardia, e i ringraziamenti del Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, per l'importante servizio reso a tutto il Partito.

13 gennaio 2010