Contro la "riforma" delle pensioni e per salari più alti
800 mila in piazza in Francia
Cortei in 180 città

Il 23 marzo oltre 800 mila lavoratori hanno partecipato ai cortei in 180 città per lo sciopero indetto nella funzione pubblica dai principali sindacati per protestare contro la politica sociale e pensionistica del presidente Nicolas Sarkozy e del governo di Francois Fillon.
In almeno 60mila hanno partecipato al corteo di Parigi, che è sfilato da République a Nation, quasi 50 mila a Marsiglia, 10 mila a Nantes e Lione, 7 mila a Mans, circa 5 mila a Grenoble e Saint Etienne.
Folta la presenza, nel corteo della capitale, dei lavoratori degli ospedali che denunciavano lo smantellamento dei servizi pubblici e il ricorso massiccio al lavoro precario. Accanto ai lavoratori "sans papiers" che chiedevano la regolarizzazione. Cartelli a favore della richiesta di un "assegno specifico per la durata della crisi", un contributo da prevedere per il milione di persone che si stima perderanno il sussidio di disoccupazione entro l'anno. "La crisi non è colpa nostra - diceva uno slogan - cassa integrazione al 100% del salario". La disoccupazione in Francia è salita al 10% e si prevede aumenti ancora.
Bersaglio principale nei cortei francesi era comunque la riforma delle pensioni annunciata nel febbraio scorso da Sarkozy. Le organizzazioni sindacali avevano annunciato la mobilitazione contro il piano fin dall'incontro di metà febbraio quando il presidente aveva presentato loro il calendario della riforma delle pensioni da concludersi entro settembre, che ha come obiettivi l'allungamento degli anni di contributi necessari per il conseguimento della pensione e l'aumento dell'età pensionabile oltre i 60 anni, parificando settore pubblico e privato.
Un progetto che Sarkozy ha intenzione di portare fino in fondo, tanto da sostituire il ministro del Lavoro Xavier Darcos con Eric Woerth, finora ministro del Bilancio. Una persona più adatta ai tagli alla previdenza. I sindacati avevano bocciato il progetto e dato il via alle proteste di piazza con lo sciopero del 23 marzo.

31 marzo 2010