Coordinate del lavoro politico e di massa del PMLI

LE CINQUE FIDUCIE

Dobbiamo aver fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi.
(Da un incontro di Giovanni Scuderi con un giovane, Firenze 17.12.95)

LE SETTE LEVE DEL GRANDE BALZO IN AVANTI
1) La promozione di nuovi quadri e la formazione di essi e dei membri candidati.
2) L'assunzione piena da parte delle Cellule del loro ruolo e funzione.
3) Il rafforzamento della struttura bolscevica del Partito.
4) Lo sviluppo delle attuali organizzazioni del Partito, specie quelle di Milano e del Sud.
5) L'elaborazione a un livello superiore della linea organizzativa del Partito.
6) Il rafforzamento del lavoro di massa operaio, giovanile e femminile e del lavoro giornalistico.
7) Il miglioramento della situazione finanziaria.
(Dal Comunicato della riunione dell'Ufficio politico del PMLI del 12.10.84)

LE TRE COSE DA FARE BENE OGGI
1) Studiare e applicare la linea del Partito.
2) Concentrarsi sul lavoro di massa.
3) Migliorare la qualità delle organizzazioni e dei militanti del Partito.
(Dal Documento del CC del PMLI del 20.2.88 dal titolo "Teniamo alta la bandiera del socialismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo'')

I TRE LIVELLI D'AZIONE
Il sistema dei tre livelli d'azione è costituito da: Partito, Correnti e Organismi di massa.
(Dal Comunicato della 13a Sessione plenaria del 1° CC del PMLI del 3.4.81)

LE TRE FASI CHE PRECEDONO L'AZIONE
1a FASE: conoscenza della situazione, del rilievo dei dati e dell'individuazione della contraddizione principale.
2a FASE: elaborazione della linea, delle parole d'ordine, della tattica e delle rivendicazioni.
3a FASE: stesura dell'intervento (scritto, orale, giornalistico) con cui ci presentiamo alle masse.
Gli elementi che hanno bisogno di maggior cura sono la contraddizione principale e la tattica, cioè gli accorgimenti dialettici e politici atti a isolare il nemico e a conquistare i più ampi consensi.
(Dal Documento del CC del PMLI del 20.2.88 dal titolo "Teniamo alta la bandiera del socialismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo'')

FORGIARE L'ANELLO MANCANTE
Bisogna radicarsi profondamente nella propria realtà economica, sociale e politica per esprimerne i problemi e i bisogni.
Bisogna entrare in merito alle questioni specifiche della propria città, quartiere, fabbrica, scuola, ateneo.
Bisogna quindi con urgenza forgiare e saldare agli altri anelli l'anello del lavoro locale, specifico.
Dobbiamo fare delle analisi approfondite della realtà che ci circonda attraverso delle inchieste, che non vanno poi tenute inoperose nel cassetto, dei "giri di ispezione'' per rendersi conto con i propri occhi qual è la situazione, ascoltando e recependo le rivendicazioni delle masse e studiando attentamente i problemi locali, i programmi della "propria'' giunta e dei partiti avversari.
In particolare bisogna tenere costantemente sotto tiro le giunte locali, bombardandole con denunce precise, circostanziate e ben motivate, sulle questioni politiche, economiche e sociali che riguardano l'amministrazione e che sono oggetto di dibattito cittadino, denunce che vanno infittite man mano che si avvicinano le elezioni amministrative.
(Dal Documento del CC del PMLI del 20.2.88 dal titolo "Teniamo alta la bandiera del socialismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo'')

I TRE ELEMENTI CHIAVE
In questo momento dobbiamo porre una particolare attenzione su tre elementi chiave per far avanzare la costruzione, lo sviluppo e il radicamento del Partito.
Questi tre elementi chiave sono costituiti dalla concezione proletaria del mondo, dalla corretta concezione del Partito del proletariato, dalla conoscenza approfondita della linea generale e della linea di massa del Partito. Se non si posseggono questi tre elementi, e al più alto grado, inevitabilmente la nostra mente, la nostra pratica sociale e il nostro stile di lavoro sono sotto l'influenza della borghesia, dell'idealismo, dell'individualismo, del revisionismo di destra o di "sinistra", del riformismo e del parlamentarismo.
Dobbiamo quindi studiare e ristudiare le cinque opere fondamentali marxiste-leniniste per trasformare il mondo e se stessi, la linea organizzativa del Partito, con particolare riguardo al centralismo democratico, alla disciplina proletaria e alla critica e alla autocritica, la linea generale per non perdere di vista la strategia, e la linea di massa in riferimento soprattutto alla politica di fronte unito per non cascare in errori di destra o di settarismo.
(Dall'Editoriale di Giovanni Scuderi, "Avanti con determinazione e fiducia nella costruzione di un grande, forte e radicato PMLI", apparso su "Il Bolscevico" n. 14/2005 in occasione del 28° anniversario della fondazione del Partito)

LE QUATTRO INDICAZIONI PER RADICARE IL PMLI
Nel lavoro di radicamento, specialmente a livello locale, dobbiamo aver ben chiaro in testa, e agire di conseguenza, che fare bene questo lavoro significa in primo luogo che gli operai, i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e gli studenti marxisti-leninisti diventino rispettivamente dei leader nelle fabbriche e in ogni luogo di lavoro, nei sindacati anche se non svolgono un ruolo di sindacalisti, nei movimenti dei disoccupati, nelle scuole e nelle università.
Significa in secondo luogo che le Cellule, le istanze intermedie e i Responsabili regionali si occupino dei problemi del proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita e propongano delle soluzioni concrete per risolverli.
Significa in terzo luogo che dette istanze e i singoli militanti del Partito conoscano a fondo i problemi delle masse e quelli politici ed economici del proprio ambiente di lavoro, di studio, quartiere, città, provincia e regione.
Dobbiamo fare delle analisi fondate sui fatti e sulla realtà concreta, non sui nostri desideri. Sempre veritiere, non forzate, accomodate e abbellite quando la realtà non corrisponde a quello che avremmo sperato. Qualunque sia la realtà - che ci piaccia o no, che sia favorevole o sfavorevole al Partito -, dobbiamo saperla interpretare correttamente sulla base del materialismo storico e del materialismo dialettico e della linea del Partito. L'esempio e il modello sono costituiti dai tre editoriali de "Il Bolscevico" scritti dalla compagna Martenghi sui risultati elettorali delle recenti elezioni europee, amministrative e della Sardegna.
Non si possono difendere gli interessi delle masse, smascherare e combattere i padroni e i governanti borghesi, fare politica rivoluzionaria e radicare il Partito e se stessi nel proprio ambiente se non si conosce in maniera approfondita quest'ambiente. La conoscenza approfondita della realtà in cui siamo presenti e operiamo è divenuta la questione più urgente, più importante e ineludibile per il nostro radicamento.
Su certi temi, quali per esempio l'ambientalismo e l'urbanistica, non siamo attualmente in grado, in generale, di fare da soli. Ci mancano i relativi specialisti rossi. Bisogna allora utilizzare il lavoro degli specialisti bianchi riformisti rielaborando i loro lavori, non copiandoli perciò meccanicamente. La conoscenza della realtà comunque non è sufficiente, va interpretata, valutata e utilizzata su un piano di classe, conformemente al marxismo-leninismo-pensiero di Mao e alla linea del PMLI.
Il lavoro di radicamento significa in quarto luogo lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse sulla base delle loro rivendicazioni e dei problemi del momento attraverso le organizzazioni e i movimenti di massa da noi o da altri promossi, dentro e fuori i luoghi di lavoro e di studio, nei quartieri, nelle città, nelle province e regioni e a livello nazionale. In questo lavoro abbiamo una potente arma da utilizzare, che è il Programma d'azione del Partito.
In tutti gli ambienti in cui siamo presenti, noi dobbiamo rappresentare la vera opposizione di classe ai padroni, ai governi nazionale, comunali, provinciali e regionali, alle direzioni delle scuole e delle università, e così via.
In questo quadro occorre portare la lotta alle giunte comunali, provinciali e regionali allo stesso livello di quella che conduciamo contro il governo del neoduce Berlusconi. Attualmente è quasi impossibile per diversi motivi, il primo dei quali è la mancanza di forze locali sufficienti, eppure è questa la strada da perseguire.
Nel lavoro di radicamento è fondamentale saper individuare il nemico politico principale della propria città, che è rappresentato dalla giunta locale, della propria scuola o università, che è rappresentato dal preside e dal rettore, l'avversario principale e la contraddizione principale che esistono all'interno dei movimenti di massa di cui facciamo parte. Solo così, infatti, possiamo stabilire delle giuste strategie e tattiche per isolare il nemico principale o l'avversario principale, unire tutte le forze che vi si oppongono, a cominciare da quelle della sinistra dei movimenti, neutralizzare le forze intermedie e stabilire un corretto programma di lavoro.
Nel lavoro di radicamento occorre ispirarsi alle esperienze più avanzate del Partito. Ai compagni napoletani e campani per quanto riguarda l'antifascismo, la guerra imperialista, la disoccupazione e l'ambiente. Ai compagni palermitani e siciliani per quanto riguarda il lavoro studentesco, l'acqua e il Ponte sullo Stretto.
Il lavoro di radicamento è sostanzialmente il lavoro di massa, che va fatto basandosi sulla parola d'ordine "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare".
Tutti dobbiamo studiare, chi ne sa di più e chi ne sa di meno, e fino all'ultimo giorno della nostra vita. Soprattutto devono studiare le compagne e i compagni operai poiché essi devono costituire la testa e l'ossatura portante del PMLI. Ovviamente non va fatto uno studio libresco e astratto, ma uno studio legato all'attualità, ai problemi concreti da risolvere e al fronte di lavoro in cui siamo impegnati. Come dice Mao occorre essere "insaziabili nell'imparare' per quello che ci riguarda personalmente. 'Instancabili nell'insegnare' per quello che riguarda gli altri". (Da "Il ruolo del Partito comunista cinese", ottobre 1938, opere scelte, Edizioni in lingue estere - Pechino, vol. 2°, pag. 219).
Avere una corretta concezione del Partito e della linea di massa e una conoscenza adeguata del proprio ambiente costituiscono la chiave del successo del radicamento del PMLI.
(Giovanni Scuderi, "Prepariamoci alle battaglie di autunno e a quella astensionista per le elezioni del 2005 sviluppando il lavoro di radicamento del PMLI", Saluto alla 7a Riunione plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI, 11 settembre 2004)

TENERE IN PUGNO L'INIZIATIVA POLITICA
Là dove siamo presenti, nei luoghi di lavoro, di studio e di vita, dobbiamo tenere in pugno l'iniziativa politica. Sempre, ogni giorno e con continuità, non in maniera saltuaria e frammentaria. Per le questioni ordinarie e per le questioni straordinarie. Non solo sul piano della propaganda (diffusioni e affissioni), ma anche sul piano dell'agitazione e delle denunce politiche e sindacali nel lavoro di massa. Non solo nelle grandi occasioni e durante le mobilitazioni delle masse locali, provinciali, regionali e nazionali. Solo un lavoro costante e quotidiano può dare i suoi frutti. Un lavoro legato alla realtà e alla problematica sociale in cui viviamo e operiamo. In ogni luogo di lavoro, di studio e di vita ci sono dei problemi, delle rivendicazioni e delle contraddizioni alle quali va data la nostra risposta. Specie quando nessuno si muove e le masse hanno bisogno di qualcuno che le organizzi e guidi, oppure quando è necessario risvegliarle e invitarle alla lotta.
In ogni luogo di lavoro, di studio e di vita dobbiamo essere degli agitatori, dei combattenti di prima linea, degli organizzatori delle masse e delle lotte. Mai dobbiamo starcene con le mani in mano e vivere al rimorchio degli eventi. Dobbiamo prendere l'esempio dai compagni e dalle istanze più combattivi e imparare dalle esperienze più avanzate del Partito.
Specialmente ora che si preannunciano delle grandi battaglie politiche, elettorali e referendarie dobbiamo capire che è assolutamente necessario tenere in pugno l'iniziativa politica.
(Articolo di Giovanni Scuderi, pubblicato su "Il Bolscevico'' n. 2 del 19.1.95)

TRE COSE FONDAMENTALI DA TENERE SEMPRE A MENTE
1) La cosa più importante per un marxista-leninista è avere una concezione proletaria del mondo, che si acquisisce solo studiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e applicandolo nella pratica, tenendo presente la realtà concreta in cui si opera. Senza di che è impossibile fare bene la lotta di classe e riportare delle vittorie per il proletariato, il Partito e il socialismo
2) I membri operai del Partito devono impegnarsi a fondo a livello ideologico, politico, organizzativo e pratico affinché costituiscano davvero la testa e l'ossatura portante del PMLI
3) Non bisogna avere una visione idealista del Partito. In esso esistono delle contraddizioni e la lotta tra le due linee in maniera latente e aperta. Quanto più il Partito diventerà grande, forte e radicato, tanto più la borghesia, attraverso i suoi agenti mascherati, tenterà di dare l'assalto alla direzione e alla linea del Partito per rovesciarle e impadronirsi del Partito.
Bisogna quindi essere sempre vigilanti e intervenire tempestivamente affinché tale sciagura non si compia. Ogni idea, proposta, parola d'ordine, atteggiamento e iniziativa, da chiunque professate e suggerite, non coerenti con la linea proletaria rivoluzionaria del Partito vanno risolutamente denunciate e combattute.
(Da un incontro di Giovanni Scuderi con un operaio, Firenze, 8.12.2000)

I COMPITI DEI MEMBRI FONDATORI DEL PMLI
1) Diffondere la coscienza della necessità del Partito marxista-leninista.
2) Trasmettere ai nuovi militanti la linea politica del PMLI.
3) Essere d'esempio ai nuovi militanti.
(Dal Rapporto di Giovanni Scuderi alla 11a Sessione plenaria del 1° CC del PMLI del 25.4.80)

LE TRE RACCOMANDAZIONI AI DIRIGENTI DEL PMLI
1) Anche se ora sei un dirigente nazionale del PMLI non devi ritenerti di essere arrivato. C'è sempre da imparare e da conoscere. Bisogna elevare costantemente la nostra coscienza politica studiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la storia del movimento operaio italiano e internazionale e la situazione politica e partecipando in prima fila alla lotta di classe.
2) Non staccarti mai dalla base del Partito e dalle masse. Dobbiamo servire il popolo e il Partito con tutto il cuore senza chiedere nulla per noi stessi.
3) Non aver paura di sbagliare. L'importante è imparare dagli errori commessi e correggersi. Bisogna mettere a frutto l'esperienza acquisita e far sì che gli errori commessi non si ripetano ed evitare che altri compagni li commettano.
(Dal discorso di Giovanni Scuderi di benvenuto a un nuovo dirigente cooptato nel CC del PMLI - pubblicato su "Il Bolscevico'' n. 44 dell'8.12.94)

LE CINQUE CONSEGNE AI MILITANTI DI BASE DEL PMLI
1) Crescere rapidamente sul piano politico per dare subito il massimo contributo possibile per il successo del grande balzo in avanti sul piano organizzativo del Partito.
2) Interessarsi a fondo degli affari della propria Cellula e di tutto il Partito affinché esso sia costruito e sorretto da tutte le forze di cui dispone.
3) Essere dei combattenti di avanguardia dentro e fuori il Partito affinché trionfi sempre il marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo e la lotta di classe si sviluppi incessantemente fino ad esplodere nella rivoluzione socialista.
4) Essere dirigenti competenti amati e stimati dalle masse per riuscire a strapparle gradatamente dall'egemonia del partito revisionista, a guidarle con successo verso la realizzazione dei loro bisogni immediati, a far maturare la loro coscienza fino a capire che solo con la rivoluzione socialista potranno emanciparsi dal capitalismo e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
5) Essere sempre aggiornati sulla situazione politica nazionale e internazionale, sulla situazione locale e del proprio ambiente dove si opera e sulla linea politica del Partito in modo da individuare bene i nostri bersagli e colpirli al cuore.
(Da un incontro di Giovanni Scuderi con la Cellula "Marx'' di Firenze del PMLI, 9.7.83)

LE TRE CONSEGNE AI NUOVI MILITANTI DEL PMLI
1) Vivere per la causa del socialismo.
2) Lottare affinché il Partito sia sempre marxista-leninista.
3) Adottare tattiche e misure adeguate per ottenere i consensi del proletariato e delle masse alla linea politica del Partito.
(Da un incontro di Giovanni Scuderi con un nuovo militante, Firenze 10.9.90)

I SEI INVITI DI SCUDERI AI GIOVANI MILITANTI DEL PMLI
1) Studiare a fondo la concezione del mondo marxista-leninista e la linea politica del Partito e applicarle con slancio nella lotta per trasformare il mondo e se stessi.
2) Essere punti di riferimento e modelli di vita e di lotta per i giovani che vogliono cambiare il mondo.
3) Essere dei costruttori tenaci e risoluti del PMLI, senza badare ai necessari e inevitabili sacrifici che comporta questa epica impresa, che non ha precedenti nella storia del movimento operaio italiano.
4) Assicurare la continuità della vita del Partito con lo stesso spirito, con la stessa fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in se stessi, con la stessa dedizione dei fondatori del PMLI.
5) Prepararsi, immergendosi nello studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito e nella lotta di classe, per affiancare i dirigenti storici alla guida del Partito.
6) Le giovani militanti siano le più sollecite a recepire e a mettere in pratica le indicazioni del Partito e diano l'esempio alle ragazze nella lotta contro l'influenza, i condizionamenti e i preguidizi antifemminili della famiglia, della scuola, dei partiti borghesi e della reazione tesi a relegare le donne in ruoli subalterni in famiglia, nel matrimonio, nel lavoro, nella società e in politica.
(Lanciati da Giovanni Scuderi il 5 luglio 1997 in occasione di un incontro con la Cellula "Stalin'' di Forlì)

LA LINEA DI MASSA
Aver fiducia nelle masse, aver cura dei loro interessi, mettersi alla loro testa, partire dalle loro esigenze e non dai nostri desideri, tener conto del loro attuale livello di coscienza, avere un corretto metodo di direzione, praticare una larga politica di fronte unito; questi sono in sintesi gli elementi costitutivi della linea di massa del Partito.
(Dal Rapporto di Giovanni Scuderi all'8a Sessione plenaria del 1° CC del PMLI dell'8.9.79)

I QUATTRO OBIETTIVI STRATEGICI DEL LAVORO DI MASSA
1) Soddisfare le esigenze delle masse da noi organizzate.
2) Acuire le contraddizioni tra esse e le istituzioni borghesi e il partito revisionista.
3) Elevare incessantemente la loro coscienza politica e il loro grado di combattività.
4) Attirare delle simpatie e dei nuovi militanti verso il nostro Partito.
(Dal Rapporto dell'Ufficio politico presentato da Giovanni Scuderi al 2° Congresso nazionale del PMLI, Firenze 6.11.82)

I QUATTRO INSEGNAMENTI DELLA LOTTA DELLE MASSE
1) È possibile sottrarre le masse al controllo del palazzo e dei revisionisti e mobilitarle purché si mettano al centro della lotta le loro rivendicazioni immediate e vive e si sappia cogliere il momento favorevole in cui il loro stato d'animo è teso verso il combattimento e l'azione.
2) I movimenti di massa non durano a lungo, non avanzano e non riescono a raggiungere i loro obiettivi se non sono guidati da un'avanguardia decisa, preparata e coerente.
3) Da parte del PMLI non è possibile conquistare la testa dei movimenti di massa se i compagni che operano in essi non sono padroni della linea di massa generale e specifica del settore e non sanno applicarla. E anche quando deteniamo la direzione dei movimenti di massa questi o non decollano o si arenano o rifluiscono a causa dello stesso motivo.
4) Il coinvolgimento degli elementi più attivi dei movimenti di massa nel lavoro di direzione, organizzazione e mobilitazione delle masse è per noi essenziale per unire la sinistra e tramite essa trascinare il resto del movimento.
(Dal Rapporto dell'Ufficio politico presentato da Giovanni Scuderi al 3° Congresso nazionale del PMLI, Firenze 27.12.85)

LA NOSTRA PROPOSTA SINDACALE
La situazione politica, sindacale e sociale è profondamente cambiata e ciò che in passato è stata una scelta inevitabile, ovvero il sindacato degli iscritti, il sindacato associativo promosso da correnti sindacali partitiche, appare superata. Pertanto, la proposta che il PMLI avanza è quella di costruire dal basso un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori fondato sull'idea forza della democrazia diretta...
Per noi tutto il potere sindacale e contrattuale dei lavoratori deve essere esercitato soprattutto attraverso l'assemblea generale: è questo il momento più alto della democrazia diretta in campo sindacale in cui le lavoratrici e i lavoratori discutono i problemi, mettono a confronto le idee, assumono le decisioni, approvano le piattaforme e gli accordi con voto palese, selezionano i loro rappresentanti più capaci e combattivi e li revocano non appena essi non riscuotono la fiducia dei lavoratori. Il metodo della democrazia diretta deve essere attuato per tutte le decisioni sindacali ai vari livelli territoriali e nazionali, di categoria e intercategoriale...
Finché non nascerà il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, i marxisti-leninisti, fintanto che sarà possibile e opportuno, continueranno a condurre la propria battaglia all'interno della Cgil e a costruire la corrente sindacale di classe con tutti coloro che, fuori e dentro i sindacati confederali e autorganizzati, condividono la nostra proposta sindacale e vogliono battersi per realizzarla.
(Dal Documento dell'Ufficio politico del PMLI del 6.2.93 dal titolo "È ora di costruire dal basso un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori'')

LE OTTO INDICAZIONI PER IL LAVORO SINDACALE
1) Dobbiamo rispondere alla fiducia dei lavoratori che ci eleggono come delegati e negli organismi dirigenti moltiplicando l'impegno sindacale che va svolto scientificamente, acquisendo maggiori competenze specifiche nel settore in cui operiamo, svolgendo un ruolo di avanguardia, attivo e propositivo nella vita sindacale, mettendo sempre al centro delle nostre attenzioni i lavoratori e i loro problemi ed esigenze immediate.
2) Dobbiamo divenire gli esperti rossi nei settori sindacali in cui si opera, in modo da incidere maggiormente nel dibattito, nell'orientamento e nell'azione dei lavoratori e del sindacato. La nostra opera e influenza sindacali devono riflettersi sui temi di lotta politica sindacale generale ma anche sulla politica rivendicativa specifica. Perciò dobbiamo conoscere a fondo la realtà sindacale e della categoria di appartenenza individuandone le contraddizioni, gli alleati e i nemici, nonché i problemi, i bisogni e le rivendicazioni dei lavoratori.
3) Dobbiamo saper legare i problemi concreti e particolari degli operai e dei lavoratori alle questioni generali e alla linea generale e sindacale del Partito al quale dobbiamo essere strettamente centralizzati.
4) Dobbiamo prepararci bene e per tempo politicamente, sindacalmente, organizzativamente e tatticamente in occasione di congressi, riunioni e assemblee sindacali, attraverso lo studio minuzioso della linea e dei documenti del Partito e dei documenti sindacali relativi ai problemi all'ordine del giorno.
5) Dobbiamo preparare per iscritto i nostri interventi, le mozioni, gli ordini del giorno e gli emendamenti modificandoli e integrandoli secondo lo svolgimento del dibattito e degli argomenti non previsti che emergono nel corso dell'iniziativa sindacale.
6) Dobbiamo elevare il livello qualitativo e quantitativo di partecipazione e di azione negli organismi sindacali dirigenti dove siamo presenti.
7) Dobbiamo svolgere nei posti di lavoro, nei Consigli di fabbrica e di azienda, negli organismi sindacali dirigenti dove siamo presenti un'abile e corretta politica di fronte unito ricercando le alleanze possibili.
8) Dobbiamo prepararci opportunamente per le scadenze sindacali.
(Dal Documento dell'Ufficio politico del PMLI del 9.4.93 dal titolo "Il lavoro sindacale dei marxisti-leninisti'' che aggiorna gli 8 insegnamenti sindacali sintetizzati da Giovanni Scuderi in una riunione straordinaria dell'UP del PMLI del 7.1.89 in onore dei compagni impegnati in prima fila nella lotta sindacale e contro la legge antisciopero nei "servizi pubblici essenziali'')

I TRE COMPITI PRINCIPALI SUL FRONTE FEMMINILE
1) Tenere alta la bandiera dell'emancipazione della donna e del socialismo.
2) Sostenere e orientare le lotte delle masse femminili per il lavoro, la parità dei sessi, i servizi sociali.
3) Conquistare al Partito le donne sfruttate e oppresse e le giovanissime.
(Dal Documento del CC del PMLI dell'1.3.87 dal titolo "La condizione della donna oggi in Italia e i compiti del PMLI in campo femminile'')

I COMPITI PRINCIPALI SUL FRONTE GIOVANILE
In campo ideologico e politico
1) Attenersi alla linea delle tre cose che bisogna fare bene oggi per rafforzare il Partito e fare bene la lotta di classe.
2) Trasmettere ai giovani la storia, gli insegnamenti e gli ideali del movimento operaio nazionale e internazionale.
3) Propagandare ai giovani nelle dovute forme gli ideali del socialismo e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
4) Elevare la coscienza politica dei giovani.

In campo scolastico e universitario
1) Trasmettere al movimento studentesco la linea scolastica e universitaria del PMLI.
2) Applicare le sette indicazioni sul lavoro studentesco.
3) Rilanciare la piattaforma rivendicativa del PMLI per gli studenti medi e universitari.

In campo economico e sociale
1) Rilanciare la piattaforma rivendicativa del PMLI sul lavoro ai giovani.
2) Rilanciare la piattaforma rivendicativa del PMLI per i giovani della periferia urbana.
3) Elaborare una piattaforma rivendicativa specifica per i giovani del Mezzogiorno.

In campo organizzativo
1) Conquistare al PMLI le ragazze e i ragazzi più avanzati e combattivi.
(Dal Documento del CC del PMLI del 7.12.92 dal titolo "La condizione dei giovani in Italia e i compiti del PMLI sul fronte giovanile'')

I TRE CARDINI DELLA NOSTRA POLITICA SCOLASTICA
1) Noi ci battiamo per una scuola pubblica intesa come servizio sociale goduto dal popolo e dal popolo controllato.
2) Noi ci battiamo perché la scuola appartenga agli studenti.
3) Noi ci battiamo per un movimento studentesco che fiancheggi il movimento operaio e sia guadagnato stabilmente alla lotta contro il capitalismo e per il socialismo.
(Dal Documento del CC del PMLI dell'1.5.86 dal titolo "La riforma della scuola media superiore e la linea scolastica del PMLI'')

I SETTE COMPITI SUL FRONTE SCOLASTICO E UNIVERSITARIO
1) Studiare la linea scolastica del Partito per trasmetterla efficacemente al movimento studentesco.
2) Approfondire e illustrare la linea scolastica del Partito attraverso documenti e articoli affinché essa risulti chiara e convincente ai membri del Partito e al movimento studentesco.
3) Concentrare il lavoro giovanile del Partito nel mondo studentesco con particolare riferimento alle scuole e alle facoltà più combattive e dove abbiamo e otteniamo maggiori simpatie e consensi.
4) Denunciare a livello di massa il carattere borghese, antipopolare e antistudentesco della scuola e dell'università di Craxi* e della Falcucci* sulla base dei fatti e dell'atteggiamento del governo e delle autorità scolastiche e universitarie.
5) Appoggiare risolutamente le rivendicazioni del movimento studentesco adoperandoci intelligentemente per acuire le contraddizioni tra le masse studentesche e le istituzioni e il governo.
6) Conquistare al Partito gli studenti più avanzati e rivoluzionari e tramite loro sforzarsi di conquistare l'egemonia del movimento studentesco. Come passo intermedio invitare gli studenti simpatizzanti del Partito a far proprie le posizioni del PMLI e a battersi per farle affermare nel movimento studentesco.
7) Allearsi con la sinistra studentesca per coinvolgere nella lotta l'intero movimento studentesco e spingerlo sempre più avanti nella lotta di classe e nella lotta per la trasformazione della scuola come un servizio sociale goduto e controllato dal popolo e governato dagli studenti.
(Dall'intervento di Giovanni Scuderi alla Riunione della Commissione per il lavoro giovanile del CC del PMLI del 6.1.87)
* Allora rispettivamente presidente del Consiglio e ministro della Pubblica Istruzione.

LE SETTE INDICAZIONI PER IL LAVORO STUDENTESCO
1) Assumere nel movimento studentesco una posizione di punta, di avanguardia, facendo però ben attenzione a non sopravanzare di molto la coscienza media delle masse studentesche con cui operiamo.
2) Avere chiara in mente la strategia e la linea universitaria del Partito e adottare le tattiche adeguate per farle comprendere e accettare dalle masse studentesche in lotta. La strategia e la linea costituiscono la mèta, la tattica il percorso per raggiungerla. Se sbagliamo metodi, mezzi, proposte e linguaggio la mèta non si raggiungerà mai. In altri termini ciò significa che occorre dipanare il nostro discorso gradualmente, per assaggi senza scoprire subito le carte, in modo da saggiare il terreno, valutare le reazioni delle masse e delle varie forze politiche e via via aggiustare il tiro, sulla base degli umori, della volontà e delle esigenze delle masse, e al contempo dello sviluppo delle contraddizioni col nemico, in questo caso la controriforma Ruberti* e il governo, e all'interno del movimento studentesco.
Noi siamo convinti che la linea politica del Partito è quella vincente, ma non possiamo imporla alle masse, è nostro compito agire con grande abilità tattica per farla accettare a loro.
Così come bisogna stare attenti a non cadere nel codismo e nell'opportunismo di destra, dobbiamo altrettanto vigilare a non cadere nell'"ultrasinistrismo'', nelle fughe in avanti, non tenendo conto della realtà che ci sta di fronte. Bisogna sempre stare attenti a non offrire il fianco alla destra revisionista e agli opportunisti di "sinistra'', ma agire per creare una situazione da attirare sulle posizioni marxiste-leniniste, convenientemente esposte, la sinistra della destra revisionista e la destra degli "ultrasinistri'', legando e rappresentando le masse studentesche in lotta sulle posizioni più avanzate possibili. Bisogna praticare la massima attenzione alla tattica per evitare di bruciare le carte che abbiamo in mano e bruciarsi assieme ad esse. In sintesi dobbiamo legare al particolare la nostra parola d'ordine "Gli studenti devono essere i padroni dell'Università''.
3) Conformare la nostra azione ai 4 obiettivi strategici del lavoro di massa, ai 4 insegnamenti della lotta delle masse e alle 3 fasi che precedono l'azione.
4) Stare in prima linea nelle manifestazioni di piazza, nelle prime file delle assemblee generali e prendere la parola ogni volta che lo riteniamo necessario durante le assemblee e le commissioni di lavoro.
5) Non staccarsi mai dalle masse studentesche e operare intelligentemente per non farsi emarginare dai vari leader spontanei o dei raggruppamenti politici.
6) Stringere i rapporti con le studentesse e gli studenti più avanzati e combattivi e cercare di formare con essi l'avanguardia di sinistra che unisca e trascini tutto il resto delle masse studentesche in lotta.
7) Entrare in una commissione di lavoro. La più utile e produttiva per noi al momento attuale sembra essere quella della stampa (o centro stampa che dir si voglia), alla quale è devoluto il compito di fungere da portavoce delle assemblee generali. Se non fosse possibile, in alternativa, entrare in quella che elabora i documenti.
(Elaborate da Giovanni Scuderi e pubblicate su "Il Bolscevico'' n. 5 del 9.2.90)
* Allora ministro dell'Università e della ricerca scientifica

IL LAVORO DI MASSA STUDENTESCO
Gli studenti di centro e di destra non vanno aprioristicamente esclusi, a parte i provocatori, ma strappati all'influenza del governo e delle forze politiche fasciste e più reazionarie.
La sinistra studentesca - suddivisa a sua volta in destra, centro e sinistra -, è la componente politicamente più avanzata e suscettibile d'essere conquistata alla lotta anticapitalista e antimperialista, è la più ricettiva al messaggio e alla strategia della linea scolastica e universitaria del PMLI.
Gli studenti militanti e simpatizzanti del PMLI non dovranno essere da meno degli appartenenti alle altre correnti politiche. Essi devono distinguersi per combattività, per impegno politico, per capacità organizzative, di direzione e di proposta. Essi devono essere i primi nella lotta nelle scuole, nelle università e nelle piazze, i primi promotori e animatori delle assemblee generali, i primi nel promuovere il fronte unito delle sinistre studentesche e delle sue organizzazioni, i primi costruttori di un unico grande movimento studentesco.
La corrente studentesca marxista-leninista può nascere intorno a singoli militanti o a Cellule scolastiche e universitarie del PMLI, ma anche attorno a uno o più simpatizzanti del Partito, purché accettino e propagandino attivamente, nelle dovute forme e con gli accorgimenti tattici necessari, la linea scolastica e universitaria del PMLI. Tale corrente è una necessità politica e organizzativa per coordinare il lavoro degli studenti legati al Partito.
(Dall'articolo apparso su "Il Bolscevico'' n. 47/95 dal titolo "Lavorare per un unico grande movimento studentesco. La sinistra studentesca si unisca per realizzare questo obiettivo strategico'')

La lotta per l'egemonia di linea, di direzione e organizzazione nel movimento studentesco va fatta sulla base della linea del Partito e ricercando l'unità d'azione con tutta la sinistra studentesca, lavorando per raggiungere l'obiettivo strategico di un unico grande movimento studentesco.
Facendo perno sulla democrazia diretta e sull'Assemblea generale (di scuola, di facoltà, di ateneo, cittadina, ecc.), bisogna creare un nucleo di fronte unito della sinistra studentesca che vada dai marxisti-leninisti fino agli studenti influenzati dai Centri sociali passando per quelli di Rifondazione e della stessa Uds. Costoro non rappresentano blocchi monolitici, sono attraversati dalle contraddizioni determinate dalla lotta di classe e sono divisi a loro volta in destra, centro e sinistra.
(Dall'articolo apparso su "Il Bolscevico'' n. 41/96 dal titolo "Contendere l'egemonia al PDS sulla base della nostra linea e ricercando l'unità d'azione con tutta la sinistra del movimento studentesco'')

IL LAVORO GIORNALISTICO
Noi dobbiamo in ogni singolo articolo, qualunque sia il suo carattere, la sua lunghezza e la sua importanza, trasfondere la linea politica e le direttive del PMLI facendo bene attenzione a legare dialetticamente il particolare al generale in modo che il ragionamento risulti il più naturale e logico possibile...
Il problema per noi giornalisti rivoluzionari, ancora non molto esperti e in via di formazione, consiste nell'imparare a trasmettere alle masse la linea politica del nostro Partito in una forma non noiosa, stereotipata e dogmatica ma viva, attraente e dialettica. Non si tratta quindi di spiattellare freddamente, meccanicamente e in maniera astratta e burocratica la linea politica del nostro Partito, ma di partire dai fatti concreti per dire le nostre opinioni in merito dimostrando dialetticamente la falsità e l'erroneità delle posizioni espresse dai partiti borghesi e dai revisionisti.
(Dal discorso di Giovanni Scuderi in occasione della prima riunione plenaria della Redazione centrale de "Il Bolscevico'' del 12.1.77)