Elezioni regionali
Per la poltrona tutti sul carro di "Toscana democratica"
Prc e PdCI si calano le braghe e sostengono il candidato del "centro-sinistra" Rossi

Dal nostro corrispondente della Toscana
Per una poltrona borghese, tutti sul carro di "Toscana Democratica" a sostegno del candidato del "centro-sinistra" il dalemiano e pro Bersani, Enrico Rossi.
La mangiatoia istituzionale borghese toscana non se la vuole perdere proprio nessuno. Anche se dopo qualche tentennamento e lieve accenno di resistenza, più per forma che per sostanza, non se la vogliono perdere i partiti falsamente comunisti come Prc, PdCI e Socialismo 2000 (riuniti nella Federazionoe della Sinistra), che sonoramente puniti anche dall'astensionismo alle ultime elezioni politiche e amministrative tanto da rimanere fuori dalle istituzioni politiche borghesi, hanno aderito all'accordo per sostenere Rossi e "Toscana Democratica". Complice anche la legge elettorale regionale che impone la soglia di sbarramento del 4% per avere diritto di rappresentanza nel Consiglio regionale.
Il candidato governatore Rossi sarà dunque sostenuto da Pd, IdV, Sinistra ecologia e libertà, Federazione della Sinistra composta da PRC e PdCI, Partito socialista, Verdi, Repubblicani europei e Laburisti.
L'accordo che ha suggellato l'alleanza della "sinistra" borghese" porta il titolo della campagna elettorale dell'aspirante successore di Martini, "La Toscana avanti tutta". Rossi ha tenuto a precisare che i temi programmatici dovranno essere rispettati e sostenuti da tutti nel corso della legislatura e ha affermato con toni presidenzialisti: "se andremo al governo della Regione ognuno (riferendosi agli alleati, ndr), esprimerà le proprie opinioni, ci si confronta e infine si decide ma se restano delle divergenze, la sintesi e la decisione finale spettano al presidente".

Alcuni punti dell'accordo
I temi politici affrontati nell'accordo trovano le basi nel discorso di investitura pronunciato a novembre da Enrico Rossi, "Perché ho accettato di candidarmi", nel quale come assessore regionale uscente si autolodava per la sanità efficiente e funzionante (di parere opposto lavoratori e utenti), e proponeva una Toscana basata su un "mercato regolato, un nuovo compromesso democratico tra capitale e lavoro, dove domina l'economia reale, i bisogni ed i prodotti dei lavoratori e delle imprese, prima di quella finanziaria", dove perciò convivrebbero in "armonia" e "pace" sfruttatori e sfruttati.
Nella premessa viene attaccato il liberismo aggressivo, il mercato senza disciplina teso a soddisfare l'ambizione individuale. Parole false e piene di ipocrisia visto che Rossi fa riferimento un giorno sì e l'altro pure alla centralità dell'individuo che investa su se stesso o come recitano due suoi manifesti elettorali "Se un giovane vuole investire su se stesso tutta la regione investirà su di lui" e "Per costruire il futuro della Toscana servono ambizione, umiltà e olio di gomito. Forza e coraggio".
È palese che l'obiettivo da raggiungere per "Toscana Democratica" è un capitalismo più "umano" ma pur sempre capitalismo, magari basato sulla Costituzione del '48, oramai stracciata da tempo e che, comunque, non la si ritrova neanche negli enunciati dello stesso accordo. Pensiamo all'antifascismo ignorato e oggi invece importante più che mai per combattere l'avanzata del neofascismo anche nella nostra regione; o il diritto al lavoro che viene condensato nello slogan "lavoro buono" per i lavoratori che sono "risorse umane", piuttosto che diritto al lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e i lavoratori.
Al governo del neoduce Berlusconi si fa riferimento saltuariamente e in maniera più che superficiale, non tenendo di conto neanche delle recenti grandi mobilitazioni, a esempio del "Popolo Viola" o di quelle lavoratrici e lavoratori anche toscani che con coraggio, sfidando la polizia manganellatrice del leghista Maroni, hanno protestato sotto Palazzo Chigi in difesa dell'occupazione e del salario.
Nel capitolo "le relazioni sociali", sul tema dei giovani, vengono ipotizzati contributi o "prestiti d'onore" per chi si diploma e si laurea nei tempi e con il massimo dei voti facendo emergere una politica del tutto similare a quella di Berlusconi e della gerarca Gelmini che premia il "merito". Sulla scuola si afferma che solo quella dell'obbligo dev'essere pubblica, mentre si richiama alla nascita di soggetti ibridi, fondazioni miste, parchi scientifici chiaramente aperti al privato, rivendicando addirittura un "federalismo culturale".
Noi torniamo a ribadire con forza che la scuola e l'università devono essere pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Sui servizi sociali e assistenziali invece di proporre la loro costruzione e l'accessibilità per tutti a prezzi popolari si propone un non ben identificato "sostegno economico" secondo il principio tanto caro anche al "centro-sinistra" della sussidiarietà. In particolare lo si propone a quelle famiglie che scelgono di assistere a domicilio i propri anziani già tassello principe della sanità firmata Enrico Rossi, facendo ricadere quindi tutto il peso fisico, psicologico e comunque economico sulle famiglie e sulle donne.

PRC e PdCI per la poltrona si calano le braghe
Su temi quali rigassificatori, inceneritori, Cie, infrastrutture e privatizzazione, il PdCI e Rifondazione, che è bene ricordare già facevano parte della coalizione guidata dal PD, anche in quest'occasione si sono calati le braghe e hanno accettato di salire sul carrozzone delle istituzioni borghesi.
Vediamo nello specifico i temi sui quali PRC e PdCI nell'accordo programmatico si sono accodati a "Toscana Democratica".
Per i rigassificatori si parla addirittura di un secondo impianto oltre a quello in costruzione a Livorno, distruggendo così ancora di più l'ecosistema marino e aumentando la pericolosità di questi mostri galleggianti. Eppure, come recita Rossi attraverso i suoi manifesti, "Sole, vento, terra, termovalorizzatori, sono fonti di energia. Che possano diventare fonti di guadagno per tutti". I capitalisti, aggiungiamo noi.
Per gli inceneritori confermata la loro costruzione nonostante sia palese e provata scientificamente la loro alta pericolosità per la salute delle popolazioni, visto che anche di recente è stata trovata diossina nel latte materno di donne che abitano vicino all'inceneritore di Montale (Pistoia) che occorre chiudere subito.
Nel paragrafo dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione per migranti), sia Rifondazione che il PdCI accettano che vengano allestiti e il ruolo che la regione assume nella collaborazione con il governo su ciò. Il fatto di affermare che dovranno essere piccoli nelle dimensioni, gestiti da volontari, con tempi di permanenza limitati, significa nascondersi dietro un dito e di fatto rinunciare alla denuncia che i Cie oggi e i Cpt prima sono dei veri e propri lager, offrendo così una sponda alla politica razzista del governo del nuovo Mussolini.
Sulla questione della privatizzazione, demagogia in merito a proposito dell'acqua, definita bene comune di diritto universale, ma non specificatamente e categoricamente pubblico. Infine, ribadito il ruolo centrale della regione per le infrastrutture, peraltro appena pianificato tra il governatore uscente Claudio Martini e Berlusconi.
Insomma, con questo accordo PRC e PdCI a fronte anche dell'esperienza di governo regionale, dimostrano che di fatto il loro ruolo è di copertura a "sinistra" del regime borghese e che in questi anni hanno ingannato politicamente la base dei loro partiti e i molteplici movimenti di lotta ai quali hanno aderito e dato il loro appoggio al solo scopo di riportare la lotta e la protesta in ambito istituzionale e controllarle.
Altro che "il futuro ha bisogno del comunismo", come recitava la tessera 2009 di Rifondazione, con "Toscana Democratica" il comunismo non ha proprio niente a che spartire.
Presentando la coalizione che lo sostiene, Rossi ha potuto affermare che "è nato un nuovo centrosinistra che si è lasciato alle spalle la litigiosità che ne aveva causato il decesso ai tempi del governo Prodi", ed in parte è vero perché l'asse degli accordi si è spostata ancora più a destra in merito agli obiettivi politici. E ancora: "il nostro obiettivo è garantire l'imparzialità della cosa pubblica", e dove le mettiamo le recenti indagini giudiziarie che riguardano e hanno riguardato tanti esponenti toscani del PD?
Sui temi e sui metodi dell'accordo si sono opposti ed espressi contrari alcuni circoli di Rifondazione che in alcuni casi hanno già richiesto un congresso straordinario.
Crititiche sul programma e ai partiti che hanno accettato l'accordo anche da Ornella De Zordo di Unaltracitta/Unaltromondo Firenze.
Perunaltratoscana, sulla stessa scia, ha dato indicazione di non votare alle regionali in quanto ritiene quella di Rossi "una candidatura che si pone in netta continuità con le scelte inceneritoriste, di sostegno alle grandi opere e in generale del modello di sviluppo proposto in questi anni in Toscana. Un modello basato sugli interessi delle imprese a discapito di quelli dei lavoratori e delle comunità della Toscana".
Su rigassificatori e inceneritori giusta e netta la posizione di Medicina democratica che non condivide affatto l'accordo regionale.

Punire "Toscana Democratica" votando il PMLI astenendosi
Noi marxisti-leninisti condividiamo le suddette critiche e sottolineiamo che l'unica arma elettorale che abbiamo per punire "Toscana Democratica" è l'astensionismo nelle sue tre forme, diserzione delle urne, annullamento della scheda o lasciarla in bianco. Un astensionismo inteso come voto al PMLI e all'Italia unita, rossa e socialista.
Alle elettrici e agli elettori, anche a coloro che hanno giustamente criticato quest'accordo, diciamo che occorre andare fino in fondo nell'analisi e comprendere che il nocciolo della questione è di mettere in discussione la società capitalista scegliendo di contrapporle il socialismo. Come bene espresso dal Documento elettorale a firma del CC del PMLI, "Il socialismo, infatti, è l'unica alternativa per uscire da sinistra da questo regime. Perché solo il socialismo, in quanto tutto il potere politico, governativo, economico e istituzionale è in mano al proletariato, può spazzar via il capitalismo, il fascismo, il presidenzialismo, il federalismo, il razzismo e l'interventismo, soddisfare le esigenze materiali e culturali delle masse e creare le condizioni per l'abolizione delle classi.
Intanto occorre liberarsi da ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, costituzionale, riformista e pacifista, astenersi per delegittimare, isolare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative della borghesia e per esprimere il proprio consenso al PMLI e al socialismo, battersi contro i governi della borghesia di destra o di 'sinistra', ponendo al centro l'abbattimento del governo del neoduce Berlusconi.
Occorre anche contrapporre alle istituzioni rappresentative della borghesia (parlamento, consigli regionali, provinciali e comunali) le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, costituite dai Comitati popolari e dalle Assemblee popolari basati sulla democrazia diretta".

24 febbraio 2010