Alle elezioni provinciali sarde e alle elezioni comunali parziali nelle cinque regioni a statuto speciale
Crolla l'affluenza alle urne in Sardegna, Sicilia, Trentino e Valle d'Aosta
Record della diserzione alle urne alle provinciali sarde: 43,3 (+11,6%). A Cagliari diserta le urne il 52,7%


Si è quasi concluso il ciclo di elezioni amministrative parziali che nel mese di maggio hanno interessato le cinque regioni a statuto speciale: Trentino Alto-Adige (dove si è votato il 16 maggio), Friuli-Venezia Giulia (16-17 maggio), Valle d'Aosta (23 maggio), Sardegna e Sicilia (30-31 maggio).
Fra le elezioni provinciali in Sardegna e le elezioni comunali in tutte e cinque le regioni, erano chiamati alle urne circa 2 milioni e 700 mila elettori. Il 30 maggio si è tenuto anche il turno di ballottaggio nei 13 comuni del Trentino Alto-Adige dove il sindaco non è risultato eletto al primo turno. Elezioni di ballottaggio si terranno il 13 e 14 giugno per i comuni di Iglesias, Nuoro, Porto Torres e Sestu, in Sardegna, e Enna, Misilmeri e Milazzo, in Sicilia.
Nonostante si tratti di regioni e comuni spesso molto diversi fra loro, il dato comune che caratterizza anche questa tornata elettorale è il crollo dell'affluenza alle urne che si è verificato tanto nel piccolo comune alpino al confine con la Francia, quanto nel grosso centro agricolo siciliano. Si tratta dello stesso dato che aveva caratterizzato le elezioni regionali del marzo scorso in 13 su 15 regioni a statuto ordinario e che risulta quindi qui riconfermato in pieno. Vi è inoltre una tendenza, più o meno marcata nelle varie regioni, degli elettori astensionisti a uniformarsi a livello nazionale. Pertanto, gli incrementi maggiori si registrano dove la diserzione delle urne è più bassa e viceversa.
Analizziamo il dato astensionista regione per regione.

SARDEGNA
Il dato più significativo è quello sardo, anche per il numero di elettori coinvolti.
Nelle elezioni provinciali, che hanno coinvolto tutte le 8 province sarde per un totale di 1.476.792 elettori aventi diritto, la diserzione alle urne è stata scelta da ben 639.945 elettori pari al 43,3%, con un incremento rispetto al 2005 dell'11,6%.
I disertori delle urne a Cagliari hanno addirittura superato il 50%, il 52,7% per l'esattezza, con un incremento del 14,9% rispetto al 2005. Incrementi record anche nelle province di Olbia-Tempio (+14%) e Medio Campidano (+13,4%).
L'irresistibile ascesa dell'astensionismo in Sardegna è stato alimentato soprattutto dall'elettorato di sinistra. Tutte le province al voto, salvo Oristano, erano amministrate dal "centro-sinistra" e proprio quest'ultimo, dal 2005 ad oggi, ha perso per strada circa 150 mila elettori, ossia quasi un terzo del suo elettorato, mentre il "centro-destra" è rimasto pressoché stabile. Pur non volendo fare un raffronto meccanico, è un fatto che 150 mila sono proprio gli elettori che quest'anno hanno deciso per la prima volta di astenersi.
Anche per quanto riguarda il voto nei 176 comuni sardi, fra cui tre capoluoghi, ossia Sassari, Nuoro e Iglesias, ha disertato le urne il 28,6% degli elettori con un incremento del 5,3% rispetto alle passate elezioni. I maggiori incrementi in provincia di Cagliari (+8,5%) e di Sassari (+6%).
In due comuni le elezioni dovranno essere ripetute perché non è stato raggiunto il quorum del 50% degli aventi diritto, previsto nel caso sia candidata una sola lista. Così si terranno nuove elezioni nel piccolo comune campidanese di Las Passas, dove ha disertato le urne il 52,3% rispetto al 17,1% delle passate elezioni, e nel comune di Soddì, provincia di Oristano dove ha disertato le urne il 54,3% rispetto al 16,4% delle precedenti elezioni comunali.

SICILIA
Bassissima affluenza nei 41 comuni siciliani coinvolti in questa tornata elettorale. Su 414.812 elettori aventi diritto, solo in 2832.591 si sono recati alle urne. Il 31,9% ha disertato le urne: +1,7% rispetto alle precedenti elezioni comunali.
Il record della diserzione spetta ai comuni in provincia di Enna con il 40% degli elettori. A Enna comune la diserzione è stata del 28,8% con un incremento del 3,2% rispetto al 2005. Nel comune con il maggior numero di elettori in questa tornata, Gela (Caltanissetta), ha disertato le urne il 30,3%, con un incremento del 5,8%. Fra i centri siciliani più grandi, significativi i risultati di Ribera (Agrigento), dove ha disertato le urne il 38,9% con un incremento del 6,7%, e di San Giovanni La Punta (Catania), dove ha disertato le urne il 26,8% (+3,7%). In questi due comuni, fra l'altro, il PMLI ha svolto la sua campagna elettorale astensionista.

VALLE D'AOSTA
Il 23 maggio si è votato anche in 68 dei 74 comuni della Valle d'Aosta, compreso il comune capoluogo, Aosta, che con i suoi 28.897 elettori è stato l'unico comune dove si è votato col sistema proporzionale. Tutti gli altri comuni sono decisamente sotto i quindicimila elettori, anzi, nessuno raggiunge nemmeno i 5 mila elettori. In tutta la regione la diserzione è stata del 26,5% con un incremento del 3,6%. Nel capoluogo l'incremento è stato addirittura del 7% e, da notare, il contributo maggiore dato all'astensionismo dall'elettorato femminile.

TRENTINO-ALTO ADIGE
Delle elezioni comunali in Trentino-Alto Adige abbiamo già parlato su "Il Bolscevico" n. 21/2010. Da registrare il netto crollo dell'affluenza alle urne nel ballottaggio del 30 maggio dove si è recato alle urne solo il 60% dei trentini aventi diritto (-12,5% rispetto al 1° turno) e il 49,9% degli altoatesini (-20% rispetto al 1° turno).

FRIULI-VENEZIA GIULIA
Erano solo 9 i comuni chiamati alle urne il 16 e 17 maggio in Friuli-Venezia Giulia per un totale di appena 32 mila elettori. Nei cinque comuni in provincia di Pordenone la diserzione è stata del 41,1% con un incremento dell'1,2% rispetto alle precedenti comunali. In provincia di Udine invece è stata del 29,4% (+2,4%).
Anche questa tornata elettorale dimostra che l'astensionismo è ormai una tendenza irresistibile e si alimenta soprattutto fra quell'elettorato di sinistra che ha perso ogni fiducia nel "centro-sinistra" e nella sua volontà e capacità di opporsi al neoduce Berlusconi. Si tratta di estendere e approfondire questa sfiducia e trasformarla in fiducia nella lotta di classe, nel PMLI e nell'Italia unita, rossa e socialista.
 
9 giugno 2010