Alla chetichella i deputati si erano già aumentati lo stipendio
L'indennità di presenza da 350 mila lire a mezzo milione
Alla chetichella e per giunta proprio mentre il parlamento nero e il governo del neoduce Berlusconi erano impegnati nel varo della Finanziaria di guerra 2002, i deputati avevano approvato all'unanimità e senza nemmeno discuterlo, perché non c'era nessun contrario, un ordine del giorno che aumentava la loro diaria equiparandola a quella dei senatori che già se l'erano aumentata nell'ottobre 2000.
Questa voce quindi da gennaio 2002 è passata dalle 350 a 500 mila lire nette per ogni giorno di presenza ai lavori dell'Aula che moltiplicato per una media di 15 sedute al mese porta la diaria mensile dei deputati dai precedenti 5 milioni e 250 mila lire a 7 milioni e 500 mila lire nette. Per praticità continueremo a ragionare in lire.
Nella stessa seduta la Camera aveva anche approvato un altro ordine del giorno, e sempre all'unanimità, per dotare ogni singolo parlamentare di una postazione fissa di computer più uno portatile con tanto di corsi e servizi di internet e posta elettronica tutto gratis.
Alla luce di quest'ennesima rapina ai danni delle masse popolari, il malloppo mensile di un parlamentare oggi risulta così composto:
Indennità di funzione, lo stipendio dei parlamentari è agganciato (per il 96%) a quello dei magistrati superiori di Cassazione. A tutti i membri del parlamento spetta un'indennità mensile lorda di 19 milioni, 315 mila e 728 lire che al netto fanno 8 milioni, 949 mila e 386 lire per i deputati. Per i senatori invece, che a ottobre 2000 si sono aumentati una serie di varie voci stipendiali per un ammontare complessivo di circa 3 milioni e mezzo netti al mese, l'indennità base, grazie a un aumento di 310 mila lire nette al mese, adesso ammonta a 19 milioni 984 mila e 810 lire lorde e un netto di 9 milioni, 259 mila 386 lire.
A ciò si aggiunge la diaria mensile netta perché è tutta esentasse che dopo questo aumento ammonta a 7 milioni e mezzo al mese sia alla Camera che al Senato.
Poi c'è da sommare il "rimborso spese accessorie di viaggio'' che è pari a 1 milione e 650 mila lire al mese per i parlamentari che abitano a meno di 100 chilometri di distanza dal più vicino aeroporto o stazione ferroviaria e 1 milione e 983 mila e 333 lire a chi abita a più di cento chilometri. Dunque tutti i parlamentari, oltre a viaggiare gratis e in prima classe su tutti i treni, aerei, navi e autostrade italiane, ricevono questa somma, anche chi abita a 20 metri dalla stazione.
Per i senatori, invece, che sempre a ottobre 2000 si erano aumentati anche questa voce stipendiale di 1 milione netto al mese, il rimborso spese di viaggio vale 2 milioni e 650 mila lire per i fuori sede e 825 mila lire per gli eletti a Roma.
A tutto ciò va sommato il cosiddetto contributo per il portaborse che prima si chiamava "spese di segreteria e rappresentanza'' e oggi più pudicamente denominata "spese per mantenere il rapporto tra eletto ed elettori'' che vale la bellezza di 7 milioni, 804 mila e 232 lire nette mensili che il parlamentare riscuote attraverso il proprio gruppo di appartenenza.
Totale: 27 milioni, 522 mila e 486 lire nette al mese per i deputati e 27 milioni, 450 mila e 486 lire nette al mese per i senatori.
Indennità di carica, Ogni parlamentare oltre all'indennità di funzione ha diritto anche a una cospicua indennità di carica se nominato ministro, sottosegretario o membro di una o più giunte o commissioni.
Al presidente del Consiglio vanno 11 milioni e 321 mila lire di indennità di carica. Ai presidenti di Camera e Senato spettano oltre 12 milioni. Ai loro vice oltre 9,2 milioni. Ai questori oltre 8 milioni. Ai ministri oltre 7,5 milioni. Ai sottosegretari quasi 7 milioni. Ai membri dell'Ufficio di presidenza, giunte e commissioni alla Camera da un minimo di 648mila e 840 lire a un massimo di 12,5 milioni. A un segretario di presidenza o presidente di commissione al Senato vanno quasi 6 milioni, a un suo vice quasi 1,5 milioni e così via fino alle 744.779 mila lire del segretari di commissione a Palazzo Madama.
Altri privilegi e benefit, tutti i deputati godono di una pensione minima di ben 4.828.932 lire lordi, pari a circa 4.200.000 netti, dopo appena 5 anni di mandato e a 60 anni di età; le nuove norme già approvate l'anno scorso e che dovrebbero portare l'età pensionabile minima a 65 anni entreranno in vigore solo a partire dalla prossima legislatura e saranno applicate solo ai nuovi eletti alle politiche del 13 maggio 2001. Ai vecchi boss politici riconfermati sarà applicata ancora la vecchia normativa. Tutti potranno tuttavia continuare a usufruire del versamento volontario dei contributi pensionistici e della possibilità di abbassare di un anno l'età pensionabile per ogni anno di mandato oltre i primi 5 fino alla soglia minima di 50 anni che si raggiunge con appena 15 anni di mandato.
Tra gli altri privilegi e benefici goduti dei parlamentari ci sono: il diritto di cumulo fra indennità parlamentare e altri stipendi e/o pensioni ivi compreso lo stipendio da europarlamentare; 6 milioni e 4 milioni, 500 mila lire all'anno di rimborso spese telefoniche rispettivamente per i senatori e i deputati, più altri 4 milioni per i viaggi di studio all'estero, telefonino e computer portatile e fisso gratis, più il rimborso taxi e tutta una serie di tessere e abbonamenti gratuiti, agevolazioni bancarie e sanitarie di cui è quasi impossibile calcolare l'ammontare preciso.
Da sottolineare infine che molti di questi privilegi il parlamentare li conserva vita natural durante, anche se dopo il primo mandato non dovesse essere più rieletto.

17 giugno 2002