Alle elezioni di medio termine
La destra strappa la camera alla "sinistra" borghese
Obama perde voti da destra e da sinistra
Il 58,6% dell'elettorato ha disertato le urne. Solo il 9% dei giovani alle urne

Alle elezioni politiche di medio termine del 2 novembre l'elettorato americano ha "punito" il presidente Barack Obama, a due anni dalla elezione a presidente, e il suo miraggio del cambiamento. La destra strappa alla "sinistra" borghese il controllo della Camera che torna in mano repubblicana con la consistente maggioranza di 240 seggi a 183. I 12 seggi che ancora devono essere assegnati, anche se fossero tutti vinti dai democratici, non potranno modificare l'esito finale.
Al Senato la Casa Bianca ha evitato la disfatta, seppur di misura e ha mantenuto una maggioranza di 51 seggi contro i 46 dei repubblicani, che non potrà essere modificata dall'assegnazione dei 3 seggi mancanti.
A fronte di una migliore organizzazione della campagna elettorale dei repubblicani che hanno raccolto l'opera dei circoli reazionari, denominati Tea Party, e di parte delle organizzazioni cattoliche che hanno accentuato le perdite da destra, il partito di Obama ha perso consensi anche a sinistra tra le minoranze etniche e soprattutto tra i giovani.
Da una prima serie di valutazioni dei flussi elettorali risulta che tra i giovani sotto i 30 anni le preferenze si sono pressoché equivalse tra i due schieramenti mentre nel 2008 i democratici avevano prevalso di oltre un terzo di consensi. La caduta di Obama è segnata dalla partecipazione al voto di solo il 9% dei giovani.
In generale molto pesante e significativa la diserzione alle urne che ha raggiunto il 58,6% degli aventi diritto. Alle presidenziali del 2008, sotto la spinta delle promesse di cambiamento di Obama, la percentuale si era fermata al 37,8. Il 2 novembre hanno votato 90 milioni di americani contro i 131 milioni del 2008, con una diminuzione di ben 41 milioni. Sono consensi in meno a Obama da parte dei giovani ma anche di neri e ispanici e di elettori con redditi bassi. I principali penalizzati dalla crisi economica e dai mancati interventi dell'amministrazione Obama che ha privilegiato il salvataggio di banche, società finanziarie e assicurative, principali responsabili del crollo della borsa che ha fatto da detonatore alla crisi.

10 novembre 2010