Potete rispondere a queste domande sul comunismo?

Cari compagni del PMLI,
vi ringrazio per la risposta chiara e garbata che mi avete dato un po' di tempo fa sui miei ragionamenti riguardo al PRC, alla sua politica, e al significato di falso comunista, che tutt'ora noto che date a tutti, tranne che a voi, naturalmente.
Col mio linguaggio un po' da "provocatore" proverò a porre a voi e ai vostri lettori alcune domande:
1) Il comunismo storico del '900 era comunismo o qualcosa di diametralmente opposto dallo spirito rivoluzionario dei bolscevichi del 1917?
2) È mai esistito il comunismo sulla terra? Il capitalismo è gravido di comunismo o di un mutante di se stesso sempre più difficile da contrastare?
3) Se il fondamento di ogni marxista che si rispetti sono i testi di Marx, primo fra tutti "Il Capitale", perché si studiava, sotto Stalin, sul "manuale"? (Credo che il diamat staliniano sia un'aberrazione del metodo di Marx)
4) Il comunismo si attua per decreto, per legge, o ci si deve tendere anche sapendo che non è detto che ci si potrà arrivare mai?
5) Se lo Stato, per Lenin e non solo, era da dissolvere, dopo averlo conquistato, e se la dittatura del proletariato era un passaggio transitorio, perché in Urss, lo Stato è ritornato ad essere il principale strumento di oppressione sul proletariato e sulla dissidenza di sinistra?
6) La burocrazia di partito e militare aveva privilegi o no in Urss? Era una casta o no?
7) Il modo di produzione sovietico era comunista? O era capitalista? Si può costruire il socialismo usando le categorie del comunismo e la sua "cassetta degli attrezzi"?
8) Beria era un amico del popolo? O era un sicario?
9) Trotzki era un nemico del popolo? O era uno da ascoltare e studiare?
10) Kronstad è stata una carneficina di compagni che chiedevano salari e cibo o erano tutti controrivoluzionari antibolscevichi?
11) Rosa Luxembourg, Guevara, Ernest Mandel, Walter Benjamin... sono tutti rinnegati e falsi comunisti secondo voi, perché questi giudizi? Non vi sembra che invece sono stati così lungimiranti e intelligenti da capire che il comunismo era altro da quello che c'era in Urss e in Cina?
Sono quasi sicuro, che in una società socialista costruita da voi, io e quelli come me, dovrebbero "stare attenti", e uso un eufemismo, mentre in una società costruita con il mio modello, voi sareste tranquillamente compagni con cui dialogare... o no? Fotocopiare il passato, anche se glorioso, è un errore imperdonabile, perché "pensare significa oltrepassare", lo ha detto Carlo Marx, non uno qualunque come il medesimo.
Un affettuoso abbraccio rivoluzionario.
Alessandro Gigli - Jesi (Ancona)
 
Caro compagno Gigli,
non abbiamo difficoltà a rispondere alle tue domande "provocatorie", con l'auspicio che la nostra risposta aiuti te e tutti i fautori del socialismo non membri del PMLI a capire qual è la posizione dei marxisti-leninisti italiani sulle importanti questioni da te poste, e che circolano abbondantemente all'interno del tuo partito di riferimento, il PRC, anche se in forma critica. Ovviamente non crediamo che il nostro ragionamento possa interessare i falsi comunisti, ossia i leader delle varie correnti revisioniste, neorevisioniste, trotzkiste che sono nel PRC e nel PdCI e in altri gruppi.
In premessa va anche detto che nelle risposte sostituiremo al termine comunismo il termine socialismo poiché l'Urss di Lenin e Stalin, la Cina di Mao, così come gli altri paesi con lo stesso regime sociale, sono stati distrutti dai revisionisti moderni quando erano nello stadio socialista e il comunismo era un obiettivo storico da realizzare, stante anche l'esistenza dell'imperialismo in tanti paesi del mondo. Il socialismo segue il capitalismo, il comunismo segue il socialismo. Entrambi rappresentano un salto di qualità rispetto alla società precedente, e il comunismo è la società finale dell'emancipazione di tutta l'umanità, non solo quindi del proletariato, la cui emancipazione comincia con la presa del potere politico e l'edificazione del socialismo.
Fa parte dell'ABC del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, ed è provato dalla storia, che solo passando dal socialismo, ed eliminando l'imperialismo in ogni angolo del mondo, o comunque nella stragrande maggioranza del mondo, è possibile arrivare al comunismo. Una cosa che solo gli anarchici non capiscono, anche per la loro impazienza piccolo-borghese e per il loro idealismo.
Non si può quindi fare confusione tra socialismo e comunismo. Anche perché si rischia di fare il gioco degli anticomunisti viscerali come il neoduce Berlusconi che per attaccare il comunismo, ossia la teoria rivoluzionaria del proletariato, e i partiti comunisti confonde ad arte i paesi socialisti col comunismo.
Rispondiamo ora, sinteticamente, alle tue domande.
Prima risposta. Il socialismo realizzato nell'Urss di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao, questi per noi sono i due modelli fondamentali cui riferirsi e prendere come esempio per una corretta analisi storica e per la lotta per il socialismo in Italia, era senz'altro autentico socialismo che ha applicato coerentemente, conformemente alle diverse realtà dei due Paesi, "lo spirito rivoluzionario dei bolscevichi del 1917". S'intende il bolscevismo di Lenin non quello presunto di Trotzki. Chi l'ha messo in discussione sono stati prima Trotzki, e i suoi alleati, e poi l'arcirevisionista Krusciov che ha rilanciato sostanzialmente le tesi del primo. Nella pratica abbiamo visto che né l'uno né l'altro avevano ragione. Tanto è vero che l'Urss e la Cina sono scomparsi come paesi socialisti. In Cina, Liu, Deng e la loro cricca revisionista erano della stessa genia di Krusciov.
Seconda risposta. Come abbiamo detto in premessa il comunismo non è mai esistito sulla Terra. Salvo il comunismo primitivo, quando ancora non esistevano le classi. Certamente il capitalismo è gravido di socialismo, ed è destinato a essere abbattuto con l'intervento rivoluzionario del proletariato e dei suoi alleati sociali, a cominciare dai contadini poveri. Le contraddizioni tra capitale e lavoro e tra borghesia e proletariato a un certo punto esplodono nella rivoluzione socialista. Il capitalismo non può, per sua natura, "mutare se stesso", come ha dimostrato la storia mondiale e dimostrano i fatti odierni. Da sempre i socialdemocratici e i riformisti, a cominciare da Kautski, dei vari paesi hanno sostenuto la "mutabilità" del capitalismo attraverso i loro governi, ma i fatti li hanno smentiti. Basta vedere cosa hanno combinato i governi del "centro-sinistra" in Italia, compreso quello di Prodi appoggiato da Rifondazione trotzkista.
Non ci pare che sia "sempre più difficile contrastare" il capitalismo. Anzi più va avanti più si logora e diventa inviso alle masse. Se non fosse coperto e appoggiato dalla "sinistra" borghese, inclusi i falsi comunisti, sarebbe più facile smascherarlo.
Terza risposta. Un autentico marxista, oggi va detto marxista-leninista, non può prendere a fondamento della sua ideologia solo il marxismo, ad esso vanno aggiunti gli sviluppi che vi hanno apportato il leninismo e il pensiero di Mao. Altrimenti si decreta la morte del marxismo e si cancellano l'esperienze storiche delle rivoluzioni socialiste, della dittatura del proletariato e della lotta contro il revisionismo di destra e di "sinistra".
Secondo il nostro Partito per trasformare il mondo e se stessi bisogna conoscere e applicare almeno cinque opere fondamentali marxiste-leniniste che sono: il "Manifesto del Partito comunista" di Marx ed Engels, "Stato e rivoluzione" di Lenin, "Principi del leninismo" e "Questioni del leninismo" di Stalin, "Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo" di Mao.
A noi non risulta che nell'Urss di Stalin si studiassero solo i manuali, non il "manuale", elaborati dal Partito, che peraltro avevano la funzione di illustrare al proletariato e alle larghe masse popolari e giovanili "Il Capitale" di Marx e "L'Imperialismo" di Lenin. Anzi Stalin ha dato un gran impulso alle pubblicazioni delle opere complete di Marx, Engels e Lenin.
Quarta risposta. Il socialismo non si attua né per decreto né per legge. Si conquista con la lotta di classe e con la rivoluzione socialista. Si dà per scontato che ci si arrivi, maturando le condizioni soggettive, a cominciare da un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista, e le condizioni oggettive, a partire dalla situazione e dalle crisi rivoluzionarie. Noi non sappiamo il giorno e l'ora in cui scoppierà la rivoluzione e se ci saremo noi oppure no. Quello che conta per i fautori del socialismo di oggi e di domani è di lavorare per la rivoluzione. Ciascuno deve fare il proprio dovere rivoluzionario fino all'ultimo respiro, lasciando la consegna alle compagne e ai compagni che rimangono di completare l'opera rivoluzionaria.
E per un rivoluzionario marxista-leninista non c'è cosa più bella, più appagante e più utile al mondo che vivere e operare per l'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità.
Sesta risposta. Certamente lo Stato e la dittatura del proletariato erano da dissolvere sia per Lenin che per Stalin. Ma non prima di arrivare al comunismo. Se l'avessero fatto immediatamente dopo la Rivoluzione d'Ottobre oppure molti anni dopo, la classe borghese rovesciata avrebbe ripreso subito il potere e Hitler avrebbe ingoiato l'Urss in un sol boccone.
È stato il controrivoluzionario e anticomunista Trotzki, che da menscevico non era mai riuscito a trasformarsi in bolscevico, a mettere per primo in giro la voce calunniosa che l'Urss di Stalin opprimeva il proletariato. Sarà poi Krusciov, il restauratore del capitalismo in Urss col colpo di Stato del XX Congresso del PCUS nel febbraio 1956, a rilanciare tale velenosa calunnia.
Nell'Urss di Stalin non vi è mai stata una "dissidenza di sinistra". In realtà vi è stata un'opposizione, nel Partito e nello Stato, da parte dei revisionisti di destra e di "sinistra", il cui principale capofila era Trotzki che si serviva di Bucharin, Zinoviev, Kamenev, Rikov, ecc., che aveva lo scopo di restaurare il capitalismo in Urss anche attraverso la lotta armata.
Sesta risposta. La burocrazia nel Partito e nello Stato era avvertita sia da Lenin che da Stalin che l'hanno combattuta coerentemente e correttamente. Diversamente da Trotzki che con la scusa di combattere la burocrazia mirava a far piazza pulita dei bolscevichi.
Settima risposta. Il sistema economico sovietico era socialista, anche quando sono state fatte delle concessioni al capitalismo, come per esempio durante la Nep (Nuova politica economica) ideata da Lenin. Trotzki voleva bruciare i tempi, per far fallire il socialismo a volte spingeva verso il comunismo. La costruzione del sistema economico socialista è una questione assai complessa. Non si può creare di botto e rapidamente, occorre tenere presente la situazione concreta nazionale e internazionale. La cosa fondamentale è che il proletariato, attraverso il suo Partito, abbia in pugno non solo il potere politico ma anche quello economico. Ed è quanto è avvenuto in Urss in cui la legge economica fondamentale era: "assicurazione del massimo soddisfacimento delle sempre crescenti esigenze materiali e culturali di tutta la società, mediante l'aumento ininterrotto e il perfezionamento della produzione socialista sulla base di una tecnica superiore". Sono queste parole di Stalin che si trovano nella sua opera "Problemi economici del socialismo nell'Urss", pubblicata per la prima volta nel settembre 1952, sei mesi quindi prima della sua morte, e ristampata di recente dal PMLI.
Ottava risposta. Beria non era un "amico del popolo", un bolscevico autentico, anche se si spacciava come tale. In realtà era un revisionista di destra, che tra l'altro estremizzava la corretta linea di Stalin, del Partito e del governo sui gulag.
Nona risposta. I fatti dimostrano che Trotzki era un nemico del popolo. È passato dal menscevismo al bolscevismo a parole, nei fatti è rimasto un menscevico. Le sue contraddizioni con il Partito e col bolscevismo sono iniziate quand'era vivo Lenin. Alla sua morte ha preso di petto Stalin pensando di prendere facilmente il potere nel Partito e nello Stato, ma ha fatto male i suoi conti. Ben presto la sua contraddizione si è trasformata da contraddizione in seno al popolo in contraddizione antagonista. Sconfitto ideologicamente e politicamente, Trotzki ha usato tutte le armi per rivalersi, eliminare fisicamente i bolscevichi e distruggere l'Urss socialista.
Decima risposta. Kronstad è stata una rivolta controrivoluzionaria armata, prontamente individuata come tale dallo stesso Lenin. I bolscevichi per sedarla non avevano altra possibilità che usare le armi.
Undicesima risposta. Non si possono mettere tutti sullo stesso piano e accumulati nello stesso giudizio la Luxembourg, Guevara, Mandel, W. Benjamin. Mandel era un leader trotzkista mondiale dichiarato. La prima e il secondo trotzkisti di fatto e l'ultimo un filofoso borghese idealista e di mistica ebraica. Tutti, o alcuni di essi, apprezzati dai dirigenti del PRC Bertinotti, Vendola, Malabarba, Cannavò, Grassi, Ferrando e Bellotti, ben noti falsi comunisti nostrani e nemici dell'Urss di Stalin e della Cina di Mao. Sì, anche Grassi nonostante certe sue coperture su Stalin.
Concludendo, caro compagno, nell'Italia unita, rossa e socialista che noi perseguiamo ci sarà spazio anche per te finché le contraddizioni rimarranno in seno al popolo. Nel tuo modello di società invece abbiamo l'impressione che non ci sia spazio per noi marxisti-leninisti. Basta vedere come si comporta il vertice, tutto il vertice, del tuo partito di riferimento verso di noi, già in questa società capitalista. Ma non solo verso di noi, ma anche verso la sua stessa base che non conta niente.
Noi non "fotocopiamo" il passato, come sai bene, ma impariamo dal passato per fare bene e con successo la lotta di classe nel presente. Riteniamo invece un "errore imperdonabile" riproporre la linea perdente, controrivoluzionaria e anticomunista di Trotzki. È vero "pensare significa oltrepassare". Ma che cosa? Il capitalismo o il socialismo? Immaginiamo il capitalismo come hanno fatto Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao e milioni di comunisti autentici che hanno dato la vita e continuano a darla per il comunismo. Lascia perdere Trotzki, i trotzkisti e il trotzkismo, e con essi l'idealismo, l'individualismo, l'anarchismo, il riformismo, il parlamentarismo, e unisciti a noi nella gloriosa via dell'Ottobre.
Saluti militanti.

14 dicembre 2005