Alcuni dubbi su socialismo e comunismo, revisionismo e trotzkismo, marxismo e religiosità popolare
Sono Matteo, uno studente di Milano, e da qualche mese ho scoperto il fantastico sito del PMLI. Ho letto molti documenti ed articoli del Partito e tuttora sto continuando a leggerli.
Trovo molto positiva la risistemazione del sito che è stata fatta e in particolare le citazioni dei cinque maestri. Sono convinto che infatti per conoscere grandi pensatori e uomini politici, quali sicuramente furono Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, non si possa prescindere dalla lettura delle loro opere dove si espresse il loro genio.
Ora però mi sono sorti dei dubbi sul marxismo-leninismo e vorrei porvi le seguenti domande:
1) Quando il proletariato riuscirà, sotto la guida del PMLI, a rovesciare la dittatura della borghesia e a realizzare finalmente il socialismo quali dovranno essere i rapporti tra i proletari, ormai al potere, e i borghesi capitalisti che prima traevano la propria ricchezza dallo "sfruttamento dell'uomo sull'uomo''? Nella mia ignoranza mi viene il dubbio che allora i proletari possano diventare a loro volta dominatori degli ex capitalisti che, perduto il potere di un tempo, si trasformano nella classe degli oppressi. Come è possibile risolvere questo problema? Per me lo si potrebbe risolvere solo passando il più velocemente possibile da una società socialista a una società comunista dove le classi sociali non esistono più e vige il principio "da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni''. E' corretto secondo il marxismo-leninismo-maoismo?
2) Nella lettura del Bolscevico ho trovato molte condanne rivolte al revisionismo (quello dei distruttori dell'Urss e della Cina di Mao), al neorevisionismo (quello seguito dal PCI e dal suo erede PRC) e al trotzkismo (quello di Bertinotti e Cossutta). Vorrei ora capire in che cosa sta la differenza in particolare tra il revisionismo e il trotzkismo perché a volte mi è sembrato che i due termini fossero usati quasi come sinonimi.Vorrei sapere inoltre in termini teorici quali sono le analogie tra ciò che pensava Trotzky (ad esempio il concetto di "rivoluzione permanente'') e ciò che teorizzano oggi Bertinotti da una parte e Cossutta dall'altra, uomini che voi definite "neotrotzkisti''?
3) Sono a conoscenza che sia nell'Urss di Lenin e Stalin, sia nella Cina di Mao, uniche realizzazioni del vero comunismo, sono state adottate parecchie misure per sradicare dalla società nel primo caso la religione cristiano-ortodossa e nel secondo la religiosità legata al buddhismo e al confucianesimo. Secondo voi questo è il modo con cui deve essere applicato il principio marxiano "la religione è l'oppio dei popoli''? Nella mia concezione di comunismo, l'uomo deve essere completamente libero perché l'umanità ha raggiunto la sua emancipazione. Capisco la necessità di limitare se non annientare ogni temporalismo e influenza politica della chiesa, nel nostro caso la potente Chiesa cattolica, ma non vedo la negatività del fatto che sussistano forme di religiosità popolare anche in una società comunista che, in quanto laicissima e del tutto secolarizzata, porta l'individuo ad interiorizzare le proprie credenze. E badate bene, parlo da perfetto ateo.

Matteo - Milano

 
Caro compagno Matteo,
belle domande. Grazie molte anche per i complimenti al sito del PMLI. Ci incoraggiano a fare sempre meglio anche sul piano dell'informazione e della propaganda.
Eccoti le nostre risposte:
1) Socialismo e comunismo. Sarebbe bello passare "il più rapidamente possibile'' dal socialismo al comunismo. Ma ciò non è possibile. L'esperienza storica del socialismo realizzato nell'Urss di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao lo dimostra ampiamente. Lenin, Stalin e Mao, soprattutto quest'ultimo, elaborando, applicando e dirigendo la Grande rivoluzione culturale proletaria, l'hanno spiegato ampiamente. L'eliminazione delle classi, dei conflitti di classe, la creazione delle condizioni economiche per il comunismo, il cambiamento della concezione del mondo da parte delle masse abbracciano un periodo storico piuttosto lungo. Anche perché non ci può essere la vittoria definitiva del socialismo finché ancora nel mondo esiste l'imperialismo.
Una volta conquistato il potere politico, col socialismo, il proletariato non può che dominare e opprimere gli ex capitalisti, altrimenti questi ultimi riconquistano facilmente il potere politico. Proprio com'è accaduto in Urss e in Cina dal momento che i revisionisti hanno minato e abbattuto la dittatura del proletariato. Finchè esisteranno le classi, è inevitabile che una classe opprima l'altra. O domina la classe degli sfruttati, il proletariato, o domina la classe degli sfruttatori, la grande borghesia. Solo che nel socialismo si lavora per abolire le classi, e quindi anche l'oppressione del proletariato sulla borghesia.
2) Revisionismo, trotzkismo e neorevisionismo. Il revisionismo, il trotzkismo e il neorevisionismo sono delle correnti ideologiche e politiche borghesi, che si autodefiniscono comuniste. Il primo è opportunismo di destra, gli altri due opportunismo di "sinistra''. Anche se a loro volta ciascuno di essi si suddivide in corrente di destra e corrente di "sinistra''. Si mettono le virgolette nell'espressione sinistra, in quanto poi in realtà si tratta di correnti di destra mascherate da sinistra.
I revisionisti, alla Krusciov e alla Liu Shaoqi e Deng Xiaoping, cioè coloro che hanno restaurato il capitalismo rispettivamente in Urss e in Cina, o come Gramsci, Togliatti, Longo, Natta, Berlinguer, Occhetto, D'Alema (questi ultimi due prima che rinnegassero il comunismo), Cossutta, sono degli agenti della borghesia che si spacciano come comunisti per ingannare il proletariato e svuotare il marxismo-leninismo della sua essenza rivoluzionaria. Stesso discorso vale per il trotzkismo alla Trotzki, alla Ferrando, alla Maitan, ecc., solo che questi predicano un revisionismo di "sinistra''.
I neorevisionisti come Bertinotti sono quegli agenti della borghesia che si spacciano come comunisti e che predicano la "rifondazione del comunismo'', ripudiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e l'esperienza storica della dittatura del proletariato.
Trotzki e Bertinotti sono omologhi soprattutto nella concezione del Partito del proletariato, nel concetto di "rivoluzione permanente'' e nell'odio contro Stalin. Solo che Trotzki predicava una rivoluzione armata contemporanea in tutto il mondo, sostenendo l'impossibilità del socialismo in un solo paese (l'Urss di Lenin e Stalin), mentre Bertinotti predica una rivoluzione planetaria... con i fiori e con la non violenza.
3) Marxismo e religione. Le due dottrine sono inconciliabili e quindi non possono che combattersi. Da parte dei marxisti-leninisti, nel capitalismo come nel socialismo, questa lotta va fatta in maniera dialettica, attraverso un processo di chiarificazione filosofica, ideologica e morale. Non per imposizione e con la forza. Noi miriamo all'emancipazione economica, ma anche morale, spirituale e intellettuale delle masse. La libertà di coscienza e di religione tuttavia sono assicurate nel socialismo. Ma non certo la libertà di unirsi speculando sulla religione per combattere politicamente e praticamente contro il socialismo. Non possiamo dire se nel comunismo, una società non ancora sperimentata, sussisteranno ancora forme di religiosità popolare. Ma è possibile che non esisterà più alcuna espressione religiosa, in conseguenza della completa emancipazione dell'umanità, anche nel pensiero.

26 giugno 2002