Perché il PMLI è contrario agli inceneritori? In questi giorni parlavo con i compagni napoletani che non vedono di buon occhio l'ipotesi di costruire degli inceneritori, come ultimamente proposto dal podestà Bassolino. Non mi trovo d'accordo perché prima di tutto ricordo che l'incapacità di smaltire i rifiuti nel Meridione ci ha costretto a spedirli in Germania e a farli smaltire lì. Questo ovviamente ha un costo e i tedeschi, per di più, sono riusciti anche a trarne un ulteriore profitto trasformandoli in energia elettrica tramite gli inceneritori. L'inceneritore non va visto sotto una cattiva luce. Esso si limita a bruciare i vari rifiuti e con il calore prodotto dalla combustione mette in moto il complesso sistema di produzione di energia elettrica. Due, in effetti, sono i problemi più delicati del suo utilizzo: i gas tossici prodotti e il residuo solido. Entrambi però possono facilmente essere risolti. Per quanto riguarda i gas tossici, si possono far passare per filtri speciali, che li depurano di alcune sostanze, o farli reagire con appositi composti chimici per eliminarne altre ancora. In Germania l'uso razionalizzato, computerizzato e attento dei due sistemi permette di produrre gas di uscita più puri dell'aria atmosferica presente nelle zone rurali. I filtri sono infine rigenerati senza in nessun modo inquinare. Più complesso è il problema dei residui solidi. La loro disgregazione in elementi più semplici è molto complessa e richiede molto tempo e altrettanto denaro. Per cui si è preferito in Germania utilizzarli nella costruzione. In particolare per la costruzione delle strade: si pratica un bacino di cemento rinforzato su cui si adagiano i residui solidi. Si ricopre il tutto con altro cemento e infine con asfalto (tenete presente che le strade per automobili devono avere un certo spessore per poter reggere anche dei tir). In effetti, a una critica più severa, si può pensare che i rifiuti non sono stati eliminati. E' vero ma col tempo si degradano e diventano più facilmente distruggibili, inoltre credo sia sempre meglio rispetto a come si fa oggi che si prendono i rifiuti e si gettano sotto terra inquinando le falde acquifere. Ovviamente a monte di tutto ciò dovrebbero esserci alcune accortezze. Sottolineo l'importanza della raccolta differenziata che nel Meridione sembra essere ancora un concetto da romanzo futuristico, ma molto più importante è che le cose siano fatte a dovere e non risparmiando qua e là come nell'economia capitalistica si tende a fare. Infatti i filtri sono utili, ma se poi non si cambiano, i gas tossici entrerebbero nell'atmosfera creando conseguenze più o meno gravi (rischi di tumori, avvelenamenti, piogge acide...). Ovviamente anche se Bassolino ci assicurasse su queste accortezze, l'esperienza capitalista già ci conferma il contrario e pertanto non so quanto l'idea potrebbe essere efficace. Purtroppo finché ci troviamo in un'economia capitalista i bei propositi sono fini a se stessi. Sono fermamente convinto che solo con l'eliminazione di una società fondata sul denaro i progetti possono vedere una luce più concreta, realizzabile e, soprattutto, funzionante! Paolo, studente d'ingegneria di Napoli
La proposta di Paolo di smaltire i rifiuti attraverso la costruzione di inceneritori non è condivisibile per le stesse ragioni che lui stesso sottolinea, vale a dire l'inquinamento grave per l'ambiente e le conseguenze per la salute della popolazione residente che questo metodo comporta, per la difficoltà di smaltimento dei residui tossici e per tante ragioni ancora. I compagni napoletani fanno bene a non vedere di buon occhio la costruzione di inceneritori; tanto più se a proporlo è il governatore campano, Antonio Bassolino, per coprire le sue responsabilità e quella della sua amministrazione regionale di "centro-sinistra" nel fronteggiare l'emergenza venutasi a creare a Napoli e in Campania. Le motivazioni apparentemente positive, portate a sostegno dell'incenerimento dei rifiuti (risparmio economico e produzione d'energia elettrica) le consideriamo insufficienti e secondarie. |