Mao e Stalin erano veri comunisti o "dittatori spietati"?

Cari compagni/e,
frequento molto spesso il vostro sito internet e condivido pienamente le vostre idee. Gli unici dubbi che mi vengono è quando parlate di grandi personaggi come Stalin e Mao. Ho letto spesso il vostro materiale in riferimento a loro due e a me sembravano ottimi articoli. Peccato che parlando con altre persone e soprattutto guardando i miei libri di storia noto che comunque sì, erano pieni di ideali socialisti e anticapitalisti, ma noto purtroppo che sono stati dei dittatori (alcuni pensano che fossero stati addirittura "dittatori spietati").
Comunque, durante il loro dominio hanno ucciso tanti oppositori politici proprio come fece il duce con Matteotti o Gramsci. Stalin ha addirittura incaricato un "killer" per uccidere un altro comunista, Trotzki. Sempre durante il loro dominio non c'era libertà di espressione e informazione. In Siberia Stalin fece costruire i Gulag, simili ai campi di sterminio nazisti con la differenza che i Gulag erano campi di lavoro ma situati in Siberia che hanno ucciso, si dice, milioni di persone ovvero altri oppositori politici. Oppure, sempre Stalin non scese inizialmente a patti con Hitler o durante la guerra civile spagnola diede l'ordine di ammazzare gli anarchici? Senza quel provvedimento probabilmente non sarebbe andata a finire come è finita.
So che hanno fatto importanti riforme socialiste dal punto di vista economico, ma io penso che non si può uccidere delle persone solo perché non la si pensa nello stesso modo. Ed è grazie a questi principi che bisogna combattere, dal punto di vista politico, le destre e il capitalismo spietato che oggi ci affliggono, per un'Italia unita, rossa e socialista.
Ma se questi principi neanche il comunismo li ha rispettati?
Nella letteratura questo argomento è stato largamente trattato: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri" ("La fattoria degli animali" - George Orwell). Cosa si risponde a questo? Dire che è sbagliato è difficile ma dire che è giusto lo è di più.
Finisco aggiungendo un mio pensiero, ovvero che una donna/uomo prima di essere capo di Stato e comunista deve avere soprattutto un buon senso umano.
Spero che riusciate a rispondere ai miei dubbi.
Matteo, 13 anni, via e-mail
 
Caro compagno,
siamo contenti che tu condividi "pienamente" le idee del PMLI.
Grazie per averci scritto e per averci esposto francamente i tuoi dubbi su Stalin e Mao.
Tutte le persone la pensano secondo l'influenza che subiscono. In tutti i casi l'influenza della classe dominante è determinante. Quindi non c'è da meravigliarsi che vi siano tanti che pensano male di Stalin e Mao. Sta a ciascuno discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. In base alla propria cultura, proletaria o borghese, marxista-leninista o liberale, e ai fatti. Con la consapevolezza che tutti i giudizi, così come ogni parola e atto, sono di classe e si riferiscono a un particolare orientamento ideologico, politico e partitico. Non esistono letterati e storici al di sopra delle classi. Specie i libri di storia scolastici hanno un orientamento di classe. Quindi non dobbiamo considerarli come oro colato.
Bisogna andare alle fonti per sapere come stanno realmente le cose. Stalin e Mao, così come ogni capo politico o governante, vanno giudicati in base ai loro scritti e discorsi e alle loro realizzazioni. Adottando questo metodo, noi siamo giunti alla conclusione che essi sono dei grandi Maestri del proletariato internazionale. I loro errori, da essi stessi riconosciuti, sono secondari rispetto ai loro meriti. Non possiamo certo dar retta ai borghesi, agli anticomunisti e ai trotzkisti, come Orwell, che speculano sui loro errori per combattere il socialismo e il comunismo e per dissuadere il proletariato e le masse popolari e giovanili dal combattere contro il capitalismo e per il socialismo.
È assurdo pensare che Stalin e Mao abbiano eliminato fisicamente gli oppositori in quanto oppositori. Coloro che sono finiti in prigione, nei gulag o sono stati fucilati è perché avevano commesso atti criminali concreti, anche armati, contro lo Stato socialista.
I gulag sono stati una necessità per difendere il socialismo, le conquiste del socialismo e lo Stato socialista. La loro impostazione e i loro scopi rieducativi erano corretti. I casi in cui la loro gestione non era conforme alla linea del Partito e del governo non sono certo attribuibili a Stalin. Se vuoi sapere di più su questo tema, ti invitiamo a visitare il sito del PMLI: http://www.pmli.it/gulag80anniversario.htm
Non bisogna essere idealisti. La lotta di classe non è fatta di baci, carezze, gentilezze, e non si fa con i guanti bianchi. È una guerra senza esclusioni di colpi politici e materiali. Più dura si fa, più si avvicina la vittoria di una o l'altra classe, tanto più violenta essa diventa. Nella rivoluzione e nella difesa delle conquiste rivoluzionarie, la violenza diviene il metodo di lotta principale e risolutivo.
Non tutta la violenza è uguale e condivisibile. Ovviamente noi siamo per la violenza giusta, ossia quella rivoluzionaria, e non per la violenza ingiusta e controrivoluzionaria che usano i governi borghesi, come quello del neoduce Berlusconi per reprimere le lotte dei lavoratori e degli studenti, e gli imperialisti che invadono i Paesi che non obbediscono ai loro ordini. Siamo per la violenza di massa, per resistere agli attacchi delle "forze dell'ordine" borghesi o per ottenere o far valere un diritto.
Siamo invece nettamente contrari alla violenza di piccolo gruppo senza base di massa, soggettiva, avventurista, provocatoria e al di fuori di una corretta strategia politica, come quella praticata a Roma il 15 ottobre dagli "ultrasinistri".
Noi lavoriamo perché monti la violenza di massa tanta e tale che sia sufficiente per abbattere il massacratore sociale Berlusconi.
Nell'utilizzare la violenza rivoluzionaria si può incappare in errori, com'è successo nelle rivoluzioni russa e cinese, per inesperienza o per una non corretta comprensione di una situazione particolare, ma ciò non intacca la bontà del socialismo e di quelle due straordinarie esperienze storiche e la grandezza di Stalin e Mao.
Tutti i veri comunisti e tutti coloro che vogliono cambiare il mondo devono imparare a ragionare e a vedere le cose come Stalin e Mao, nonché come Marx, Engels e Lenin, e non come i democratici borghesi, i liberali e i trotzkisti.
Altrimenti le illusioni idealiste, riformiste, pacifiste, elettoraliste, parlamentariste, costituzionaliste e governative continueranno a tarpare le ali del proletariato e delle nuove generazioni.
Per capire bene come stanno le cose nel nostro Paese, e cosa occorre fare per cambiare la situazione, potrebbe esserti utile il discorso del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, pronunciato alla recente commemorazione di Mao. Lo trovi a http://www.pmli.it/scuderimao2011sulpartito.htm
Nell'Urss di Stalin e nella Cina di Mao le masse godevano piena libertà e democrazia, che erano invece negate, giustamente, ai borghesi e ai controrivoluzionari. In nessun Paese, socialista o capitalista, c'è la piena libertà e democrazia per tutti. La classe al potere, in un modo o in un altro, opprime, reprime e limita la libertà delle classi non al potere. Rifletti bene su quello che accade nel nostro Paese capitalistico. Facciamo solo due esempi: che libertà può godere un disoccupato che non ha di che vivere? Che democrazia è mai quella in cui i media ignorano totalmente le posizioni politiche e gli atti del PMLI?
Non tutti gli uomini sono uguali e non tutti possono essere trattati allo stesso modo. Ci sono i proletari e i borghesi; ci sono gli sfruttati e gli oppressi e gli sfruttatori e gli oppressori. Come si fa a metterli tutti sullo stesso piano? Bisogna sapere scegliere e agire di conseguenza.
Noi marxisti-leninisti non siamo né barbari assetati di sangue né disumani né dogmatici e settari. Sappiamo distinguere avversario da avversario, nemico principale e nemico secondario, mai, comunque, metteremmo al muro chi non la pensa come noi.
Trotzki era un criminale, un alleato, di fatto, di Hitler. Voleva distruggere l'Urss e il movimento comunista internazionale. È il mandante di tanti assassinii di esponenti comunisti, tra cui Kirov. Durante la guerra civile in Spagna, alleato con gli anarchici, ha sabotato la resistenza antifranchista con azioni avventuristiche e contrapponendosi alla direzione dei comunisti. Non poteva quindi che subire quella fine.
Anche l'umanità è di classe. Quella borghese è una finta umanità, quella proletaria, la nostra, è la vera umanità poiché è contro ogni ingiustizia sociale, ogni ineguaglianza economica, sociale, di sesso e territoriale e aspira a una società senza classi in cui tutti gli esseri umani possano godere pienamente libertà e democrazia e essere interamente padroni di se stessi.
È con questi principi che, come dici tu "bisogna combattere, dal punto di vista politico, le destre e il capitalismo spietato che oggi ci affliggono, per una Italia unita, rossa e socialista".
Auspicando di averti concretamente a nostro fianco, ti salutiamo e ti auguriamo di cuore una vita simile a quella di Stalin e Mao.

26 ottobre 2011