Non sono d'accordo col PMLI su elettoralismo, pena di morte e famiglia
Cari compagni,
grazie per il lavoro che fate attraverso il giornale per la sensibilizzazione sui problemi politici e sociali del nostro paese. Mi sono recentemente abbonato al Bolscevico che leggo con grande attenzione. Devo purtroppo dissociarmi dalla vostra linea politica sul problema elettorale. Ritengo che il problema più importante in questo momento sia battere il governo Berlusconi, penso anche che le forze sinceramente marxiste quali voi siete non abbiano la forza da sole di sensibilizzare le masse per condurle in questo momento a questo risultato. Penso quindi che la sconfitta elettorale del "centro-destra" sia un obiettivo da perseguire con ogni mezzo garantito dalla nostra Costituzione, quindi anche con il voto. Credo che all'interno del "centro-sinistra" ci siano delle forze autenticamente democratiche e antifasciste con le quali bisognerebbe cercare il dialogo. E credo che in questo particolare momento storico la riproposta di modelli storicamente affascinanti ma attualmente superati o comunque in questo momento non proponibili possa non giovare al movimento operaio.
Un'altra critica che rivolgo alla linea politica del Partito riguarda la posizione sulla pena di morte, che ogni sincero democratico e comunista deve ripudiare come sistema repressivo e non educativo, ricordo a questo proposito che l'ex imperatore della Cina Pu Y è stato rieducato e reinserito nella società e non soppresso in relazione ai crimini commessi, bensì rispondendo alle indicazioni di Marx secondo le quali ogni individuo ha diritto ad una possibilità di riscatto.
Concludendo, sarebbe forse interessante valutare la necessità di pubblicare lettere di giovani quattordicenni che impiegano battaglie ideologiche con le famiglie di centro sinistra o di destra, il compito dei giovani, come Mao Zedong ha più volte ribadito, è quello di costruire una società migliore e più moderna non certo quello di disgregare la famiglia, nucleo in ogni caso di formazione e di crescita dell'individuo.
Saluti comunisti.
Paolo - Vignate (Milano)
 
Attenzione a non farsi illudere dalla piccola rimonta elettorale del "centro-sinistra" alle ultime amministrative parziali e dal presunto "declino" di Berlusconi e del suo governo neofascista. La vera lotta al neoduce e alle forze che lo sostengono viene dalle piazze, dalle fabbriche e dalle scuole, non dalle schede elettorali. Anche perché sul piano elettorale egli è sempre il più forte, potendo contare - a parte il potere di governo - sulla proprietà o il controllo della stragrande maggioranza dei media pubblici e privati, su finanziamenti praticamente illimitati e sull'appoggio del grande capitale monopolistico. grazie a questi mezzi che ha potuto coronare la sua marcia su Roma vincendo le politiche di due anni fa e conquistando il potere come Mussolini.
L'esperienza di questi due anni ha mostrato che solo gli scioperi e le grandi manifestazioni di piazza possono fargli tremare il seggiolone sotto il culo e costringerlo quantomeno ad arretramenti tattici, come sulle vicende dell'art. 18, degli operai della Fiat e della guerra all'Iraq. Del resto, se l'Ulivo ha raggranellato qualche voto in più a maggio lo deve proprio ai movimenti di piazza antiberlusconiani, che ha strumentalizzato (dopo averli snobbati e isolati) per drenare l'astensionismo e rivitalizzare le illusioni elettorali.
E comunque, se Berlusconi rimarrà in carica anche per i prossimi tre anni, che facciamo, lo lasciamo imperversare indisturbato in attesa del prossimo turno elettorale, ammesso e non concesso che l'Ulivo riesca a cacciarlo via? E nel frattempo come avrà conciato le masse? Come avrà ridotto il Paese? E infine, sei sicuro che il "centro-sinistra" rappresenti un'alternativa reale a Berlusconi e alla Casa del fascio, o non sia invece che l'altra faccia del capitalismo, che persegue gli stessi obiettivi e serve gli stessi interessi, sia pure utilizzando metodi e tempi meno brutali e sbrigativi? L'esperienza negativa dei cinque anni di governi di "centro-sinistra", alcuni sostenuti direttamente o indirettamente anche dal PRC, dovrebbe averti chiarito che finché durerà questo regime capitalista e neofascista potranno anche cambiare i suonatori, ma la musica suonata sarà sempre la stessa: neofascista, presidenzialista, federalista e imperialista.
Da un punto di vista puramente idealistico non si può che ripudiare la pena di morte, ma Mao, Marx e gli altri grandi maestri del proletariato internazionale ci hanno insegnato ad essere materialisti, e perciò vale per essa quel che vale per lo Stato: noi marxisti-leninisti siamo per l'estinzione dello Stato, ma finché non saranno state eliminate per sempre le classi e ci sarà il pericolo di una restaurazione borghese il proletariato deve difendere la sua dittatura con tutti i mezzi, opponendo la violenza rivoluzionaria alla violenza controrivoluzionaria e fascista della classe spodestata. Del resto la rivoluzione non è forse un atto di massa violento? E gli stessi partigiani non esercitavano la giusta violenza contro le truppe nazifasciste.
Naturalmente la violenza rivoluzionaria deve essere necessaria e motivata, e non gratuita e incontrollata. Se se ne può fare a meno, utilizzando metodi rieducativi, ben vengano. L'ex imperatore cinese non rappresentava più un pericolo reale per lo Stato proletario, essendo state le vecchie classi feudali (al contrario della Russia dopo la rivoluzione bolscevica, vedi la giusta eliminazione dello Zar e della sua famiglia) soppiantate in Cina già con la rivoluzione nazionalista borghese. Il pericolo semmai veniva, come poi si è purtroppo visto, dalla borghesia infiltrata nel Partito. Ed è per questo che Mao aveva giustamente lanciato la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, che non a caso adesso viene accusata dalla borghesia mondiale di tutti i crimini e le nefandezze possibili e immaginabili.
La famiglia di oggi è un'istituzione borghese, ed in particolare in Italia la famiglia è rigorosamente cattolica, monogamica, eterosessuale e, per quanto il patriarcato sia praticamente scomparso assieme all'economia rurale, ancora basata sulla gerarchia che vede in cima il marito-padre, la donna su un gradino inferiore e i figli in fondo alla piramide. Un'istituzione, quindi, che indipendentemente dalla volontà degli individui e dagli affetti che li possono più o meno legare, riflette tutte le arretratezze, le parzialità, le storture, i pregiudizi, i conflitti e talvolta purtroppo anche le barbarie della società borghese divisa in classi e fondata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Logico che sia perciò, oltre che di formazione e di crescita, anche luogo di contraddizioni e lotte, soprattutto tra il vecchio e il nuovo, rappresentato dai giovani che cercano la loro strada spesso scontrandosi con la famiglia stessa, quando questa rifiuta il confronto e il dialogo e conosce solo l'autoritarismo e l'imposizione. Lo stesso Mao dovette lottare fermamente nella propria famiglia per seguire le sue idee. è al suo esempio che i giovani e i giovanissimi dovrebbero ispirarsi nella loro naturale ricerca dell'autonomia, rifiutando sia il modello cattolico idealista e ipocrita della famiglia, sia i falsi miti individualistici e consumistici della classe dominante borghese, apparentemente opposti ma in realtà complementari fra loro.