Non siete "imprigionati nell'ideologia" quando giudicate le foibe e altri eventi storici?

Mi definisco un libero uomo di sinistra che non intende essere imprigionato nelle angustie di una ideologia di partito. Un pensiero libero dunque, non schiavo! Bene, ho letto l'articolo pubblicato dal vostro sito sulla fiction "Il cuore nel pozzo". Io a proposito delle foibe ritengo che ci sia una mostruosa strumentalizzazione della destra fascista finalizzata a pareggiare il conto con l'orrore, però impareggiabile, della shoah. Sono evidenti le diversità tra i due avvenimenti, solo l'ideologia appunto può indurre ad avvicinarle.
Se è vero che gli eventi storici vanno letti secondo un rapporto di causa effetto e nella loro complessità e implicazioni, discuterne come se ne sta facendo è una banalizzazione, anche qui, ideologica. Bisognerebbe parlare di quello che fecero i nazi-fascisti in quei territori, del fatto che bruciavano le case, che li costringevano a parlare italiano, e parlare dunque dell'odio conseguente alla luce di queste barbarie nazionaliste.
Ciò premesso, mi sento di criticare il vostro articolo dicendo che è giusto prendere le distanze dalla strage che fecero i titini contro le popolazioni italiane innocenti. Insomma capisco, ma non posso giustificare. Voi lo fate ed anche questa è ideologia!
Impariamo dal passato, nella diversità dei suoi spiacevoli eventi, sulle stragi di qualsiasi colore perché non accadano più. Perché il rispetto che merita un singolo individuo è molto più di quello che merita un'ideologia. Solo così è possibile costruire un mondo più giusto, di pace e amore. Ne abbiamo tutti bisogno! Così si fa solo il gioco di chi sta al potere.
Con rispetto.
Domenico, via e-mail

Sostanzialmente la sua e la nostra posizione sulla questione principale sulle foibe sono uguali.
Sulla questione posta, per noi secondaria, divergiamo. Niente di male. Però non è una questione ideologica, ma politica. Sicuramente ci saranno stati degli eccessi, degli errori, degli estremismi da parte di settori dei comunisti jugoslavi, ma, secondo noi, la linea generale del Partito e dell'esercito di Liberazione nazionale jugoslavi era giusta, allora e per quei fatti.
Lo abbiamo scritto anche in un recente articolo de Il Bolscevico sulla "giornata del ricordo".
Lei si definisce un "libero uomo di sinistra", ma anche noi lo siamo. Non ci sentiamo affatto "imprigionati nelle angustie di un'ideologia di partito". Anzi, ci sentiamo liberi grazie alla nostra ideologia, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che ci consente di analizzare la realtà e i fatti con occhi materialistici e dialettici e quindi di non cadere nell'ideologia borghese, nella versione Berlusconi o nella versione di qualsiasi altro leader del "centro-destra" e del "centro-sinistra".
Ciascuno di noi può dire di essere al di fuori di qualsiasi ideologia, in realtà però, che ne siamo coscienti o no, siamo sotto l'influenza di una o l'altra ideologia.
E' giustissimo "imparare dal passato". Ma questo passato va giudicato su un piano di classe e non in astratto. Non si può comunque, a parer nostro, "costruire un mondo più giusto, di pace e amore" se non si rimuovono le cause delle ingiustizie sociali, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e delle guerre. Lo dimostrano la storia e i fatti nazionali e internazionali odierni.
Infine, ci permetta di dire che solo se si afferma la nostra ideologia, il socialismo e il comunismo, è possibile arrivare al rispetto di ogni singolo individuo. Infatti finché esisteranno le classi, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe è impossibile che vengano rispettati i singoli individui. Non si possono mettere sullo stesso piano i padroni e gli operai, gli sfruttatori e gli sfruttati, gli oppressori e gli oppressi. Le classi vanno abolite in tutto il mondo e solo allora finalmente ci saranno la pace e il rispetto di ogni uomo e di ogni donna.

9 marzo 2005