Non siete troppo critici verso il movimento "Uniti contro la crisi"?

Cari compagni e care compagne,
ho appena finito di leggere un articolo molto interessante de Il Bolscevico su "Uniti contro la crisi". Devo ammettere che non mi trovo totalmente d'accordo con il Partito.
Indubbiamente tale movimento sta ancora crescendo, non ha una linea politica definita ed è vero che molto spesso i ragazzi, gli operai, si sono scordati di criticare la società capitalista e di sottolineare che siamo sotto un regime neofascista. Tuttavia dobbiamo tener presente che questo movimento (a cui fornisco aiuti nelle piazze) è formato soprattutto da giovani studenti molto combattivi che devono ancora maturare, imparare molto dalle lotte di piazza solo attraverso la vera e propria esperienza. Inoltre non tutti si fanno abbindolare dai falsi comunisti e dai rinnegati, ma "percorrono la loro strada" a testa alta senza farsi influenzare da niente e nessuno.
Io ho molti amici che si identificano in Lenin, Stalin e Mao e che disprezzano gli attuali partiti revisionisti, tuttavia essi non se la sentono di aderire ad un partito quindi abbracciano l'autogestione. Non dimentichiamo che la maggior parte dei giovani studenti di "Uniti contro la crisi" disprezza la società capitalista e cerca di creare spesso fronti uniti per contrastare le ingiustizie sociali, i soprusi, lo sfruttamento. Mi permetto anche di dire che non bisogna utilizzare sempre stereotipi, quindi tenere a mente che non tutti gli studenti di uniti contro la crisi non sono dei "rifondaroli" o "vendoliani'' revisionisti e borghesi.
Aiutiamo questi giovani, forniamogli una linee politica, un puro ideale, una coscienza di classe, riferimenti. Facciamo tutto ciò per un'Italia unita, rossa e socialista.
Saluti rossi.
Gabriele, 15 anni - provincia di Reggio Emilia
 
Caro compagno Gabriele,
hai fatto bene a mandarci la tua opinione sul nostro articolo su "Uniti contro la crisi". Noi diamo molta importanza al dialogo con i lettori de Il Bolscevico e con i simpatizzanti del PMLI.
Una cosa forse non hai capito. Noi non critichiamo chi partecipa, specialmente i giovani, a tale movimento riformista, elettoralista e parlamentarista, ma i suoi dirigenti e la sua linea politica. Costoro portano acqua al mulino di Vendola e SEL e tengono i loro seguaci nel pantano del capitalismo.
Chi ha fiducia in Lenin, Stalin e Mao, in particolare chi ha fiducia nel PMLI, chi è anticapitalista e fautore del socialismo, chi ha idee chiare su ciò e sulla situazione politica e sociale dell'Italia, non dovrebbe né militare né appoggiare tale movimento.
Sarebbe un controsenso e darsi la zappa sui piedi.
Giustamente tu dici che "soprattutto i giovani studenti molto combattivi che seguono 'Uniti contro la crisi' devono ancora maturare". Ma questa maturazione, in senso rivoluzionario, non potrà mai avvenire senza che conoscano e seguano il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la teoria rivoluzionaria che viene combattuta dai promotori e dai dirigenti di "Uniti contro la crisi". Tu aggiungi che i giovani seguaci di quel movimento devono "imparare molto dalle lotte di piazza solo attraverso la vera e propria esperienza". In realtà non è così. La "sola esperienza" personale non è sufficiente se non è illuminata dalla teoria rivoluzionaria e dall'acquisizione di tale teoria. Cosa che avviene con l'intervento dei marxisti-leninisti. Ne ha parlato approfonditamente Lenin nel "Che fare?" all'inizio del secolo scorso.
Dici anche che molti giovani, anche tuoi amici "'percorrono la loro strada' a testa alta senza farsi influenzare da niente e nessuno... non se la sentono di aderire ad un partito quindi abbracciano l'autogestione". I fatti ti smentiscono. Perché nel caso specifico in realtà, seguendo "Uniti contro la crisi" e praticando un certo tipo di "autogestione", sono sotto l'influenza del movimentismo, dello spontaneismo e dell'anarchismo, che ne siano coscienti o meno. "Disprezzare il capitalismo", è importante ma non sufficiente. Chi vuole cambiare davvero la società, non può non abbracciare il socialismo e non dare tutte le proprie energie intellettuali, politiche e fisiche al Partito che lotta per il socialismo, che, come sai bene, è il PMLI.
La questione di "creare fronti uniti per contrastare le ingiustizie sociali, i soprusi, lo sfruttamento", da te giustamente rimarcato, è un'altra questione, che sta molto a cuore al PMLI.
Ma per risolverla correttamente e a favore delle masse e della causa del socialismo, occorre avere una linea, delle idee e delle proposte da contrapporre a quelle che si ritengono errate. Ciò lo possiamo ricavare solo dal Partito del proletariato. Diversamente si dà via libera alle posizioni della destra del fronte unito e si finisce col coprirla a sinistra.
Il lavoro di fronte unito è fondamentale per unire le masse, per aiutarle a risolvere i loro problemi, per elevare la loro coscienza politica, per combattere i governi centrale, regionale e locali e il capitalismo, per avere un'influenza su di loro e conquistarle alla nostra causa. Ma per avere successo occorre farlo da marxista-leninista seguendo le indicazioni del PMLI sintetizzate nell'opuscolo, che già conosci, del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Partito, dal titolo "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito". Ricorderai che il principio base del lavoro di fronte unito negli organismi di massa sindacali, studenteschi, ambientalisti, ecc., è quello di unire la sinistra, conquistare il centro e neutralizzare la destra attraverso il confronto e la lotta contro ogni idea e proposta ritenute errate cercando di conquistare l'egemonia e la direzione del fronte unito.
Altrimenti non ha senso e rilevanza politica partecipare ai movimenti di massa, faremmo unicamente il gioco dei riformisti e degli imbroglioni politici.
Secondo te nel criticare "Uniti contro la crisi" avremmo usato "stereotipi", ossia delle solite frasi antirevisioniste e antiriformiste. Ma ogni cosa ha un nome e non si può usarne un altro per nominarla. Si rischia come minimo di non capirsi. Per cui un "vendoliano" o un "rifondarolo" è un vendoliano e un rifondarolo, così come un riformista è un riformista. Sempre, s'intende, riferendoci ai manovratori e non ai manovrati inconsapevoli. Chi si risente vuol dire che gli dà noia essere stato smascherato. Chi è in buona fede e non è vendoliano, rifondarolo e riformista, non dovrebbe sentirsi chiamato in causa. Allo stesso tempo però deve stare attento a non esserlo di fatto, oggettivamente.
Il tuo appello finale "Aiutiamo questi giovani, forniamogli una linea politica, un puro ideale, una coscienza di classe, riferimenti. Facciamo tutto ciò per un'Italia unita, rossa e socialista", non fa una grinza e lo facciamo ben volentieri nostro. E' lo stesso appello del PMLI. Ma per essere coerenti a esso non possiamo accreditare i partiti e i movimenti, compreso "Uniti contro la crisi", che propongono ai giovani e agli studenti una linea opposta a quella del tuo appello.
Comunque non è secondario il fatto che "Uniti contro la crisi" non denunci il regime neofascista e il governo del neoduce Berlusconi. Se non si indica qual è il nemico politico principale a livello nazionale, contro chi si deve fare la battaglia?
Sappiamo che stai studiando le biografie di Lenin, Stalin e Mao. Ti incoraggiamo ad andare fino in fondo in questo studio. Magari aggiungendo le cinque opere fondamentali marxiste-leniniste per trasformare il mondo e se stessi.
Alla fine capirai che c'è un abisso tra il socialismo e il capitalismo, tra il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il revisionismo e il riformismo, tra il proletariato e la borghesia, tra il PMLI e i falsi anticapitalisti. Ma già quello che hai letto, quello che già sai della linea, della lotta e della vita del PMLI, e queste stesse nostre parole, dovrebbero essere sufficienti per metterti al lavoro concretamente e senza indugio alla stessa maniera di Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao e dei militanti e i simpatizzanti attivi del PMLI. Buon lavoro! Che la tua vita rivoluzionaria e marxista-leninista sia un esempio e un incoraggiamento per tutte le ragazze e i ragazzi che vogliono cambiare il mondo.
Saluti rossi, meglio marxisti-leninisti perché si sia sicuri che i saluti siano veramente rossi.

16 febbraio 2011