Fiat Pomigliano
Il diktat antioperaio e antisindacale di Marchionne

Di seguito pubblichiamo, in sintesi, i contenuti del documento presentato dall'amministrazione delegato, Sergio Marchionne, sulla ristrutturazione di Fiat Pomigliano, sottoscritto da Cisl, Uil, Fismic e Ugl ma non dalla Fiom che si è rifiutata di firmarlo. Un documento proposto col ricatto di chiudere lo stabilimento, mettere sulla strada 5 mila lavoratori, più l'indotto, accettato dai sindacati complici, così come è stato presentato, senza trattativa, senza cambiare una virgola. Un documento che impone condizioni di lavoro di supersfruttamento, azzera i diritti acquisiti e con le deroghe contenute in esso scavalca il contratto nazionale di lavoro, lo Statuto dei lavoratori, le leggi sul diritto del lavoro e entra in contrasto con parti rilevanti della Costituzione. Inoltre instaura relazioni sindacali da regime neofascista. Su questo documento, diventato a questo punto accordo sindacale separato, si è tenuto il referendum il 22 giugno.

Orario di lavoro
Addetti alla linea. Articolazione del lavoro su 18 turni da lunedì al sabato (8 ore a turno per sei giorni). Con due opzioni: a) riposo a scorrimento nella settimana; b) settimane alternativamente di 6 e 4 giorni lavorativi. Il 18° non viene lavorato ma coperto da Par, festività e cumulo della 1/2 ora accantonata per turno.
Pausa mensa. 1/2 ora spostata a fine turno.
Manutenzione. Su 21 turni su 7 giorni alla settimana, con riposo a scorrimento.
Commento. Passa da qui una forte intensificazione dello sfruttamento. Si sta più in fabbrica che in famiglia e con i figli. Si lavora 24 ore su 24 per sei giorni settimanali, compresi i sabati e la domenica fino alle ore 6 del mattino. Da 15 si passa a 18 turni settimanali. Le 11 ore di riposo stabilite per legge tra un turno e l'altro vengono ridotte a 8. Ciò con gravi rischi per la salute e per gli incidenti sul lavoro. La mezz'ora di pausa pranzo spostata a fine turno costringe il lavoratore a digiunare per almeno 8 ore.

Lavoro straordinario
80 ore di straordinario in più senza preventivo accordo sindacale, da effettuarsi sul 18° turno, con preavviso di 4 giorni, possibilità di assenza fino al 20% e possibilità di sostituzioni volontarie. Il lavoro straordinario, nell'ambito delle 200 ore annue procapite, può essere svolto durante la mezz'ora di mensa.
Commento. Le 80 ore di straordinario in più si sommano alle 40 obbligatorie del Ccnl portando il totale a 120, pari a 15 giorni di lavoro straordinario annui. Decide in modo autoritario l'azienda. Si cancella di fatto il diritto di contrattazione delle Rsu la possibilità di ricorrere alla pausa mensa per fare straordinario è contro la direttiva europea sugli orari di lavoro e la legge 66/2003.

Rapporto diretti/indiretti
Garantire corretto equilibrio diretti/indiretti sia nella fase di avvio della Nuova Panda che, successivamente, a fronte di particolari fabbisogni.
Commento. Senza esame con le Rsu può dare luogo a discrezionalità e abusi.

Bilanciamento produttivo
Possibilità, in caso di fermate tecniche e produttive, di mobilità interna dei lavoratori fra le diverse aree produttive decisa nella prima ora del turno.
Commento. Senza esame con le Rsu può dare luogo a discrezionalità e abusi e rendere più difficile una corretta valutazione dei rischi e l'azione di misure per la tutela della salute.

Organizzazione del lavoro
Applicazione del sistema Wcm e della metrica Ergo-Uas.
Riduzione pause sulle linee meccanizzate che passano dagli attuali 40 minuti a 30 minuti. I 10 minuti di pausa tagliati sono monetizzabili e definiti in importo 0.1813 euro lordi/ora comprensivi di tutti gli istituti corrisposti solo per l'effettiva presenza.
Commento. Si attua un sistema scientifico di sfruttamento. Da un lato l'aumento intenso dei tempi di produzione, dall'altro il taglio delle pause con evidenti ricadute sui rischi per la salute. Con la disdetta degli accordi precedenti, la saturazione potrà arrivare fino al 99% del tempo effettivo di lavoro. Si calcola un aumento di oltre il 20% della velocità della linea di montaggio rispetto a quelle di Melfi e di Mirafiori. L'aumento dei ritmi, la riduzione di 10 minuti delle pause e lo spostamento della pausa mensa a fine turno aumenta lo stress fisico e i rischi di patologia alle braccia.

Formazione
I lavoratori dovranno partecipare obbligatoriamente ai programmi di formazione da fare durante la Cigs (provvedimenti disciplinari in caso di assenza).
Nessuna integrazione, diretta o indiretta a carico dell'azienda.
Commento. La pretesa della Fiat è in aperto contrasto con la legge n.102/2009 che prevede, in caso di obbligo di formazione nel periodo di Cig, l'azienda paghi la differenza tra trattamento della cassa integrazione e salario.

Recuperi produttivi
Le perdite produttive per causa di forza maggiore e interazioni delle forniture vengono recuperate collettivamente (senza maggiorazioni) sia nella 1/2 ora di mensa, sia nel 18° turno che nei giorni di riposo individuale, entro 6 mesi successivi.
Commento. Quanto pretende la Fiat dai lavoratori, che dovrebbero farsi carico di recuperi produttivi di cui non hanno alcuna responsabilità, rappresenta una deroga all'art.4 del Ccnl (che prevede norme differenti) per casistiche, tempi e modalità di recupero. Ed è in contrasto con la legge 66/2003 sugli orari di lavoro e la direttiva europea. Insomma, un'angheria insopportabile!

Assenteismo
Per contrastare forme anomale di assenteismo, quando la percentuale sia significativamente superiore alla media, Fiat non pagherà la quota di indennità malattia a carico aziendale. Una commissione paritetica esaminerà i casi di particolare criticità da escludere da questa norma.
In caso di tornate elettorali con forti assenze dei lavoratori si chiuderà lo stabilimento con Par o ferie e si recupererà la produzione a paga ordinaria.
Chi andrà ai seggi elettorali come rappresentante di lista non sarà pagato dall'azienda e non avrà diritto ai riposi.
Commento. Nel Ccnl sono previste le norme per intervenire e sanzionare assenze individuali ingiustificate. Ma la Fiat preferisce sparare nel mucchio, colpire in modo indiscriminato, perciò anche le assenze giustificate, non pagando i primi tre giorni che spettano all'azienda. In più introduce limitazioni e punizioni salariali per assenze legate a compiti nei seggi elettorali.

Cassa integrazione straordinaria (Cigs)
Ci sarà bisogno di Cigs per i due anni della ristrutturazione, senza rotazione dei lavoratori.
Commento. La Fiat pretende oltre tutto dallo Stato altri due anni di di Cigs, che di fatto costituisce un finanziamento pubblico, l'ennesimo, a carico della collettività. Per giunta senza assegnare alcun ruolo alle Rsu e rifiutando la rotazione dei lavoratori che può dar luogo a discriminazioni verso quelli che non abbassano la testa.

Abolizione voci retributive
Dal 1° gennaio 2011 le paghe di posto, l'indennità disagio linea, il premio mansioni e premi speciali sono aboliti e saranno corrisposti sotto la voce "superminimo individuale non assorbibile" solo a chi ne ha diritto.
Commento. Questa operazione è fatta apposta per i nuovi assunti (se ci saranno) i quali non riceveranno nulla di quanto conquistato sindacalmente sin qui a livello aziendale e di Gruppo.

Clausola di responsabilità
Il mancato rispetto degli impegni assunti con l'accordo o comportamenti, delle organizzazioni o di singole Rsu, "inidonei a rendere inesigibili le condizioni concordate, - è scritto nell'art.15 - liberano l'Azienda da obblighi contrattuali (versamento contributi sindacali, permessi per gli organismi dirigenti) nonché da accordi aziendali (monte ore sindacale del Gruppo e figura di esperto)".
Anche atti individuali o collettivi dei lavoratori possono portare al medesimo effetto liberatorio per l'Azienda.
Commento. È questo uno degli aspetti più gravi e inaccettabili del documento Fiat. L'azienda pretende di soffocare i diritti e le libertà sindacali, compreso il diritto di sciopero in contrasto con lo Statuto dei lavoratori e la stessa Costituzione. La Fiat pretende obbedienza cieca, pretende sindacati collaborazionisti, pretende di punire l'autonomia dei sindacati e lo sciopero, come nel fascismo.

Clausola integrativa del contratto individuale
La violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell'accordo, costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e al licenziamento per mancanze.
Commento. Anche questa clausola è di gravità inaudita, del tutto illegittima. La Fiat pretende di vietare e di punire, addirittura con il licenziamento, il diritto del singolo lavoratore di difendere i propri diritti e di aderire a uno sciopero sindacale. Non può farlo perché viola gli art. 28 e 18 dello Statuto dei lavoratori, perché viola l'art. 40 della Costituzione. Lo scopo è di instaurare un regime da caserma nella fabbrica.

23 giugno 2010