Quarto trimestre negativo del 2009
La disoccupazione sale all'8,6%
428mila licenziamenti. Nel 2009 100mila edili hanno perso il posto. La disoccupazione giovanile al 28,2%
In Italia la crisi economica, checché ne dicano il neoduce Berlusconi e i suoi tirapiedi, non è affatto superata ma continua a mietere nuove "vittime" soprattutto fra i lavoratori dipendenti, i giovani e le masse operaie.
A confermarlo sono i dati Istat su "occupati e disoccupati" diffusi il 24 marzo e relativi al IV trimestre 2009 da cui si evince che per il quarto trimestre consecutivo il tasso di disoccupazione ha segnato un nuovo record negativo mentre l'occupazione, specie nelle medie e piccole aziende, risulta addirittura in picchiata libera.
Si tratta, secondo l'Istituto di statistica, del peggior risultato e del livello più elevato per entrambi i dati dal quarto trimestre del 2001.
Il numero di occupati risulta pari a 22.922.000 unità segnando un calo rispetto allo stesso trimestre del 2008 pari all'1,8 per cento (-428.000 unità). "Si tratta, sottolinea l'Istat, del primo calo annuale dal 1995". Non solo. "Al protrarsi del calo dell'occupazione autonoma, dei dipendenti a termine, dei collaboratori si associa l'amplificarsi della riduzione dei dipendenti a tempo indeterminato, in particolare nelle piccole imprese. In termini destagionalizzati l'occupazione totale registra una flessione pari allo 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente. Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento, con una diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2008 (58,5 per cento), mentre il numero delle persone in cerca di occupazione ha raggiunto il valore di 2.145.000 unità (+369.000 unità), con un aumento del 20,8 per cento rispetto al quarto trimestre 2008". Il tasso di disoccupazione in termini tendenziali non destagionalizzati segna un +1,5% e si attesta all'8,6% contro il 7,1% nel quarto trimestre 2008 (per trovare un dato analogo così negativo si deve risalire al quarto trimestre del 2001). Di pari passo anche il tasso di disoccupazione destagionalizzato aumenta di tre decimi di punto rispetto al trimestre precedente e si attesta all'8,2% (per trovare analogo risultato bisogna risalire al primo trimestre 2004).
Nella media del 2009 - sottolinea ancora l'Istat - alla flessione particolarmente robusta dell'occupazione maschile (-2% pari a 274mila unità in meno rispetto alla media 2008) si associa quella meno accentuata dell'occupazione femminile (-1,1% pari a 105mila unità). Il calo dell'occupazione si concentra al Sud (-3% pari a 194 mila unità in meno) ma è alto anche nel Nord (-1,3% pari a 161 mila unità in meno) mentre resta contenuto al Centro (-0,5% pari a 25 mila unità in meno).
Alla crescita della disoccupazione si accompagna anche un incremento dei cosiddetti "inattivi" (cioè coloro che ormai hanno di fatto rinunciato a cercare un lavoro perché pensano di non riuscire a trovarlo e di coloro che rimangono in attesa dei risultati di passate azioni di ricerca di lavoro) che, secondo l'Istat, sono aumentati di 253 mila unità nel corso degli ultimi 4 mesi del 2009 e rappresentano l'1,7 per cento del totale dei disoccupati.
Tra i settori più colpiti spicca l'edilizia.
Secondo i dati delle casse edili, diffusi il 26 marzo dalla Fillea Cgil, il calo dell'occupazione nel 2009 è stato di circa 100 mila operai; le casse hanno registrato una caduta media del 10% degli iscritti. È un dato peggiore rispetto ai -41mila addetti (-3%) indicato dall'Istat come media dei primi tre trimestri, al lordo della cassa integrazione.
Una situazione a dir poco drammatica che purtroppo è destinata ad aggravarsi nel corso del 2010 specie sul fronte dell'occupazione giovanile. Infatti secondo le prime stime annuali dell'Istat riferite a febbraio 2010 e diffuse a fine marzo il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) si attesta a quota 28,2%. La disoccupazione tra i giovani cresce di 0,8 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4 punti percentuali rispetto a febbraio 2009. I ricercatori dell'Istituto sottolineano che il tasso italiano è superiore di 7,6 punti rispetto a quello relativo alla Ue-27 (20,6%). Resta stabile invece il tasso complessivo a 8,5%, con una variazione congiunturale nulla ma in crescita di 1,2 punti percentuali rispetto a febbraio 2009.

7 aprile 2010