Documento del PMLI-Sicilia
La controriforma costituzionale siciliana è un golpe istituzionale neofascista, filomafioso e separatista

Sul modello della controriforma costituzionale nazionale voluta dal neoduce Berlusconi e dalla Casa del fascio è stata approvata ieri a maggioranza dal Parlamento siciliano, con il voto favorevole di DS e Margherita, la controriforma costituzionale regionale, con la quale vengono introdotte norme di stampo fascista, filomafioso e separatista. Si tratta di un golpe istituzionale dei neofascisti, dei filomafiosi e dei separatisti siciliani.
Infatti, si restringono i poteri del Parlamento siciliano, il governo regionale avrà la possibilità di varare decreti con valore di legge, viene introdotta la possibilità che un disegno di legge sia approvato dalla Commissione di merito in sede redigente e che il Parlamento siciliano lo voti senza discussione per abbreviare i tempi.
Secondo il processo di abbattimento dei vincoli istituzionali antimafiosi, più volte denunciato dal PMLI-Sicilia, si restringono le protezioni ai dettami mafiosi nell'approvazione delle leggi regionali. Infatti il Commissario dello Stato che finora, grazie ad una relativa indipendenza politica dai poteri regionali, è riuscito a bloccare devastanti leggi filomafiose ed antipopolari, d'ora in poi sarà nominato d'intesa tra lo Stato e la regione Sicilia.
Secondo il processo separatista in corso, più volte denunciato dal PMLI-Sicilia, la controriforma costituzionale siciliana, trasforma la Sicilia in uno staterello autonomo. Infatti la Regione potrà agire in piena separatezza politica dall'Italia, cosa che non possono fare, neanche dopo la controriforma federalista, le altre regioni italiane a statuto speciale. Il presidente della regione o suoi delegati potranno, infatti, partecipare alla stesura di atti di diritto internazionale e potranno sottoscrivere accordi commerciali e di collaborazione con Stati nazionali. Si può ben prevedere fin d'ora che per il futuro alla giunta regionale possano passare anche competenze in materia di gestione dell'"emergenza" sbarchi sull'isola, cosa che deve allarmare sin d'ora le masse e il movimento siciliano.
Alla regione Sicilia passano le competenze esclusive in materia di artigianato, cooperazione, apertura di case da gioco. La controriforma costituzionale nazionale appena passata in Senato conferirà alla regione anche le competenze esclusive sulla sanità. La Sicilia aveva già competenze esclusive in materia di scuola, entrate fiscali, di "tutela" dei beni culturali ed ambientali e in materia di ordinamento del corpo forestale. Appare improbabile che una regione economicamente più arretrata rispetto ad altre e i cui fondi vengono usati in maniera clientelare per compiacere il malaffare mafioso possa sostenere, da un punto di vista finanziario, tutte le nuove competenze. La preoccupazione più plausibile è che saranno le masse lavoratrici e popolari siciliane a pagare con un ulteriore drastico taglio ai servizi.
Il PMLI giudica uno schiaffo in faccia alla "laicità" dello Stato e alla millenaria storia siciliana, fatta di incontri e di cooperazione tra popolazioni diverse, il preambolo del testo costituzionale che contiene un riferimento esplicito al cristianesimo come "patrimonio storico-culturale ed ispirazione delle comunità siciliane".
Il PMLI giudica il "principio" secondo cui "la Sicilia ripudia la mafia quale fenomeno di violenza contro la libertà della persona e dell'impresa", espresso nel testo della controriforma, come una definizione molto ristretta della mafia che non è solo "violenza", ma anche parte integrante del sistema economico e finanziario siciliano e dell'ordinamento istituzionale regionale e nazionale. Appare evidente che la definizione è stata mediata tra gli ambienti filomafiosi istituzionali e il rimbambito "centro-sinistra" siciliano, che aveva bisogno della copertura di una foglia di fico "antimafiosa" per risultare credibile agli occhi delle masse popolari siciliane.
Il PMLI giudica il "principio" che in giunta non possono essere presenti più dei due terzi di assessori dello stesso sesso come una pallottola zuccherata atta a mandare in brodo di giuggiole le femministe siciliane perché si schierino a favore di questa controriforma, nascondendone la natura neofascista e antipopolare. Parte delle femministe, infatti, ci sono cascate in pieno, come appare evidente dalla dichiarazione della Responsabile nazionale dell'Arcidonna, Valeria Ajovalasit, la quale ha sostenuto: "Da oggi c'è più equilibrio nelle regole che detteranno la vita politica e sociale in Sicilia".
Il PMLI vuole sottolineare il ruolo svolto, nella formulazione e nell'approvazione di tale controriforma, dai DS siciliani, il cui segretario regionale, Angelo Capodicasa, presidente della commissione Statuto, ha esitato il testo in tempo record, incassando anche i complimenti del filomafioso presidente della regione, l'UDC Cuffaro, e del fascista presidente del Parlamento siciliano, Lo Porto di AN.
Il PMLI invita le masse popolari e le forze democratiche, antifasciste e antimafiose siciliane a fare sentire la loro forte opposizione alla controriforma costituzionale siciliana, per affossarla con la lotta di piazza. Siamo ancora in tempo perché essa dovrà passare all'esame del parlamento italiano prima di diventare legge della regione.

Partito marxista-leninista italiano - Sicilia

Palermo, 31 marzo 2005