Documento della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del PMLI per le elezioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006
Dai un voto al PMLI. Astieniti (Diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco)
Creiamo i Comitati popolari dei fautori del socialismo contro le istituzioni locali in camicia nera
Alle prossime elezioni comunali del 28 e 29 maggio 2006, i marxisti-leninisti partenopei invitano le masse popolari a dare una stoccata durissima ai candidati a sindaco, ai presidenti delle municipalità, ai consigli comunali e municipali astenendosi, disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Nessuno dei candidati a sindaco di Napoli, che si chiamino Malvano o Iervolino o Rossi Doria meritano la fiducia delle masse popolari napoletane, men che meno i candidati "outsider", tra i quali appaiono gruppi trotzkisti, falsi comunisti e rottami degli anni '70. Stesso discorso vale per i presidenti delle municipalità, ridotte a 10 rispetto alle 21 circoscrizioni del passato, che sono il frutto delle controriforme federaliste avviate dal rinnegato D'Alema nel 2001 e avallate dalla casa del fascio. Il "piccolo sindaco-neopodestà" delle municipalità gestirà direttamente un proprio budget per gli interventi di manutenzione stabilendo la cronologia degli interventi nel quartiere, sebbene poi l'elenco delle spese confluirà sempre nelle già disastrate casse del comune di Napoli. Inoltre i presidenti avranno competenza esclusiva su diverse materie come l'assistenza sociale nella propria municipalità, potranno nominare quattro assessori e guadagneranno più di un consigliere comunale. Una nuova lobby di potere, lontana anni luce dai bisogni delle masse e dal presunto e ingannatorio "bilancio partecipato" propagandato dai falsi comunisti: anche in questo caso non vi deve essere esitazione bocciando severamente questa nuova operazione della borghesia in camicia nera.
Il bilancio della giunta comunale uscente è disastroso, tanto che la stessa Iervolino in un primo momento non si voleva candidare. Sia il "centro-sinistra" sia il "centro-destra" non hanno messo al primo posto nel programma il dramma della disoccupazione insistendo, al contrario, che la vera priorità a Napoli è la "sicurezza"; hanno proposto di militarizzare il capoluogo campano, come vuole l'ex questore Malvano e la stessa Iervolino, aumentando, su proposta del PRC, addirittura i "falchi di quartiere", con la conseguenza che nella città all'ombra del Vesuvio è cresciuto il potere delle cosche camorristiche che spadroneggiano e dettano legge nei quartieri partenopei soprattutto in quelli dove la disoccupazione giovanile è altissima ed è la causa della ripresa dell'emigrazione verso il Nord Italia.
Noi siamo convinti che per abbattere la camorra occorre dar vita ad un forte sviluppo del Mezzogiorno fondato sull'industrializzazione e la crescita dei posti di lavoro, parificando la struttura produttiva del Sud a quella del Nord Italia. In questi anni le periferie di Napoli sono state abbandonate definitivamente, esempio eclatante e drammatico lo è per tutte Scampia, un macigno sulle spalle delle amministrazioni locali in camicia nera che non hanno saputo far altro che abbattere 3 delle 7 vele-carcere presenti nel quartiere. Napoli, a dispetto della sua notevole invivibilità, è fra le città con il più alto costo d'acquisto per le abitazioni, con cifre inavvicinabili per chi vive del proprio "lavoro" o è pensionato. Gli affitti, col sottobanco, con la fine del già esoso equo canone e la conseguente liberalizzazione, sono lievitati a livelli altissimi; a ciò si aggiungono le migliaia di sfratti pronti per essere eseguiti dalla prossima giunta, nonché la scandalosa svendita del patrimonio pubblico.
Non meno disastrosi sono i servizi "pubblici", frutto della privatizzazione avviata dal rinnegato Bassolino, che sono ulteriormente peggiorati. Al tempo stesso sono aumentate le bollette di gas e acqua, telefono e elettricità, così come il costo dei trasporti, con la netta riduzione degli abbonamenti agevolati per gli studenti, e sono nati nuovi insopportabili balzelli come la Tarsu (tassa per l'immondizia). Un vero e proprio salasso mensile dei già poveri redditi delle famiglie napoletane che ormai fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.
I candidati che si contenderanno l'ambita poltrona di sindaco, una cosa è certa, nulla faranno per migliorare le condizioni di vita delle masse popolari partenopee.
Se sarà rieletta la democristiana Iervolino continuerà la sua politica antipopolare, tesa a favorire il salotto buono di Napoli e la borghesia locale. Se verrà eletto il fascista Franco Malvano ci attenderanno 5 anni di manganello e di soprusi. Non parliamo poi della candidatura dell'anticomunista Marco Rossi Doria che, da destra a sinistra, sta traghettando i "delusi" di entrambi gli schieramenti, con il compito preciso, però, di drenare l'astensionismo di sinistra e di riportare alle urne gli indecisi, dopo aver annunciato in un primo momento l'intento di cavalcare il cavallo dell'astensione.
Quanto detto dovrebbe bastare per astenersi. Ma si può andare oltre poiché tante sono le occasioni per far pesare sul piano elettorale la propria protesta: un licenziamento, un sopruso sociale, ticket troppo alti, un affitto troppo caro ed altro ancora.
Tuttavia, il nostro astensionismo, quello marxista-leninista, va oltre il semplice voto di protesta, poiché esso rappresenta il disprezzo per le istituzioni locali e nazionali ed è teso a creare nelle masse una coscienza tale da arrivare a lottare contro il capitalismo, per il socialismo. Alle istituzioni della borghesia bisogna contrapporre le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari fondati sulla democrazia diretta.
Impugniamo l'arma dell'astensionismo, che non è un non-voto, ma un voto dato al PMLI che può assestare duri colpi alle istituzioni locali e nazionali in camicia nera!
Partito marxista-leninista italiano
Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli

Napoli, 13 maggio 2006