Non legittimare l'Europa imperialista. Astieniti

Il 6 e 7 giugno prossimi le elettrici e gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i 72 nababbi che rappresenteranno l'Italia imperialista nel parlamento europeo.
Come avviene ogni 5 anni nessun partito parlamentare chiede loro di fare un bilancio, un'analisi accurata su natura e operato dell'Unione europea, al fine di poter esercitare una corretta scelta di voto.
Si dà ormai per scontata e irreversibile la scelta fatta dalla destra nostrana, DC in testa, nel lontano 1957 allorché guidò l'ingresso dell'Italia nell'allora Cee e avallata col tempo anche dal PCI revisionista e successivamente dai partiti da esso derivati, all'insegna della "casa europea" come la nostra unica e possibile dimora.
Il Partito marxista-leninista italiano invece ritiene più che mai indispensabile che l'elettorato prenda finalmente piena coscienza di cosa è chiamato a votare. L'esperienze del Trattato e dei ferrei vincoli di Maastricht, l'adozione dell'euro, il Trattato di Lisbona e la pesantissima crisi economica e finanziaria in atto, devono sollecitarlo a riflettere su linea e proposte politiche sbandierate da destra e "sinistra" borghese, compresi i falsi partiti comunisti, e metterle a confronto con la nostra, che è sintetizzata nella parola d'ordine: Non legittimare l'Europa imperialista. Astieniti.

Perché occorre delegittimare l'Unione europea
L'Unione europea (Ue) è una organizzazione monopolistica e imperialistica, una superpotenza mondiale in lotta con le altre superpotenze Usa, Russia, Giappone, Cina e India per il dominio assoluto del globo. E' nata e cresciuta proprio in funzione degli interessi dei rispettivi monopoli che stanno dietro ai governi nazionali e ne dettano la linea per potersi espandere e conquistare nuovi mercati. Essa è fonte di dominio, oppressione, rapina e sfruttamento dei popoli dei 27 Stati che attualmente la compongono, ma anche di quelli dell'Est europeo e dei Balcani che non ne fanno parte e del Terzo mondo.
Ha operato unicamente a beneficio del grande capitale a cui ha regalato un mercato unico, prima, e una moneta unica, l'euro, e una Banca centrale, poi, che hanno obbligato i paesi aderenti a perseguire politiche ferocemente liberiste e antipopolari.
L'Ue è un inferno per la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari e un paradiso per un pugno di pescecani capitalisti e per tutti i loro rappresentanti politici e istituzionali che ne eseguono i voleri. Lo dimostrano le decine di milioni di disoccupati e poveri, l'attacco feroce alle conquiste economiche e sociali dei lavoratori e delle masse, le disuguaglianze economiche e sociali tra le varie aree, acuite dall'ingresso dei paesi dell'Est, le disuguaglianze di sesso, la politica fascista e razzista contro gli immigrati, la responsabilità al pari degli Usa e delle altre grandi potenze dell'inquinamento della terra e dell'aria e la negazione del diritto inalienabile dell'accesso all'acqua come bene comune dell'umanità.
L'Unione europea si è smascherata davanti agli occhi dei popoli, macchiandosi degli stessi crimini imputabili all'imperialismo americano con la partecipazione di primo piano a guerre di aggressione imperialiste, contribuendo alla cancellazione del diritto internazionale, chiedendo e ottenendo più autonomia decisionale e militare all'interno della Nato.
Questi i motivi di fondo per cui occorre delegittimare l'Europa imperialista, votandole contro con l'astensione, mentre strategicamente occorre battersi politicamente e attivamente per il suo scioglimento, la sua distruzione, iniziando a tirarne fuori l'Italia.

Perché non è possibile riformarla e cambiarne natura
L'Ue è irriformabile. Le sue istituzioni sono e resteranno antidemocratiche e nemiche dei popoli. Prima o poi si doterà di una Costituzione presindenzialista per ora bocciata dai popoli interpellati su di essa. A dettare la linea imperialista dell'Ue è sempre il Consiglio europeo composto dai capi di Stato o di governo, l'organo supremo e ingiudicabile, che può anche spostare milioni di euro da un capitolo di bilancio all'altro a proprio piacimento come denunciato nel mese di aprile da un eurodeputato danese, coadiuvato dai Consigli dei ministri specifici e dalla Commissione da sempre feudo di tecnocrati borghesi e anticomunisti.
Il parlamento europeo non toglie nulla al carattere imperialista dell'Ue e non può far nulla, anche se lo volesse, per cambiarlo e mutarne l'indirizzo. E' e rimarrà una sovrastruttura di questa alleanza imperialista composta da politicanti borghesi gratificati con stipendi da nababbo, privilegi a non finire, viaggi di piacere e assenteismo legalizzato, che fanno inorridire e gridano vendetta di fronte alla povertà e alla miseria in cui sono condannati strati sempre più larghi della popolazione europea, causate dalla crisi economica e finanziaria del capitalismo.
Tutte le vie elettorali e parlamentari per cambiarlo sono precluse e senza sbocco, compresa quella di spostare al suo interno i rapporti di forza aumentando la rappresentanza dei partiti della "sinistra" borghese. Dal 1979, anno della prima elezione dei suoi membri a suffragio universale, le alternanze delle maggioranze ci sono state, eccome, eppure la natura dell'Ue non è mai mutata.
L'orpello parlamentare di Strasburgo non solo continua a non contare niente nell'orientare politica e natura dell'Unione europea, non solo continua ad avere meno poteri dei parlamenti nazionali, ma addirittura mostra un volto ancor più antidemocratico, anticomunista e imperialista rispetto al recente passato. Prova ne sono il suo Regolamento, in vigore dal 2004, secondo il quale un partito politico a livello europeo potrà avervi accesso e ricevere i relativi finanziamenti a condizione di rispettare nel suo programma e nella sua azione i principi antidemocratici, liberisti e imperialisti dell'Ue, e la risoluzione del 2 aprile scorso, proposta dal partito popolare, dai liberali, Verdi e Unione per l'Europa delle Nazioni e votata anche dal gruppo socialista di cui fa parte il PD, che equipara fascismo e comunismo e i regimi nazi-fascisti con i governi socialisti in modo criminale e antistorico.
Alla luce di ciò è evidente come il parlamento europeo non sarà più riformabile non solo in senso rivoluzionario e di classe ma neanche sul piano democratico borghese e progressista.
Se il Partito democratico si è ormai appiattito totalmente nello sposare l'Ue imperialista con un'ignobile campagna imbonitrice, emblematico il manifesto che ha tappezzato l'Italia "UE! L'Europa si occupa di chi perde il lavoro. Berlusconi No. Noi siamo europei", mentre nel regolamento per i candidati si legge che il partito dell'ex DC Franceschini vuole "imprimere al processo di unificazione dei popoli europei la spinta propulsiva necessaria a far sì che l'Europa sia una realtà democratica da tutti percepita ed in grado di migliorare la vita delle persone", PdCI e PRC dell'arcirevisionista Diliberto e del trotzkista Ferrero si sono vantati di aver "riportato" sulle schede delle prossime elezioni europee la falce e martello, ma è falsa perché insieme al tricolore nazionalista e patriottardo va bene anche ai "Consumatori uniti", che si dichiarano "non comunisti" e al raggruppamento "Socialismo 2000" del rinnegato del comunismo Salvi. Una coalizione borghese e riformista che nel programma unitario invoca "un'altra Europa", una "rifondazione dell'Europa" mentre asserisce che "il Mediterraneo e l'Africa sono il futuro dell'Europa", che "è necessaria una Unione europea nella quale tutte le sue istituzioni siano democraticamente legittimate", che l'Europa può contribuire "alla costruzione di un modello di sviluppo alternativo di relazioni fra i popoli e gli Stati".
Parlare di tutto questo come fanno costoro è puro inganno, serve unicamente ad offrire una copertura a "sinistra" all'imperialismo europeo, dare ad esso una base di massa e spingere in una palude gli antimperialisti, i no global e i pacifisti.
La borghesia e i suoi lacché presentano l'Unione europea come una conquista dei popoli del vecchio continente. In realtà i popoli non c'entrano un bel nulla, perché non sono stati essi a ideare e a costruire l'Ue. Tutto è stato compiuto e si compirà al di sopra delle loro teste dai circoli dominanti borghesi conformemente ai loro interessi di classe e alle loro aspirazioni egemoniche, regionali e mondiali. Bisogna distruggerla e l'Italia dovrebbe dare un esempio uscendone.
Questa Ue imperialista è inutilizzabile dal Partito del proletariato. Il PMLI è cosciente che il contributo più grande, più concreto e più efficace che si possa dare alla lotta contro l'imperialismo europeo è quello di combattere contro l'imperialismo italiano e il governo della terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista del neoduce Berlusconi che ne asseconda i voleri.

Perché bisogna astenersi
Noi marxisti-leninisti italiani rifiutiamo l'Ue per principio e quindi non possiamo legittimarla presentandoci con nostre liste. Di fronte alle elezioni europee non si può ricorrere a un astensionismo tattico come per le elezioni nazionali ma strategico, poiché il nocciolo della questione rimane la scelta a favore o contro l'Ue e non quella di dove collocarsi politicamente ed elettoralmente all'interno di essa, facendo la "sinistra" di sua maestà. Per questo il PMLI invita le elettrici e gli elettori ad astenersi (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco).
L'astensionismo è un voto pesante, che colpisce al cuore l'Ue, la delegittima, le fa venire meno il consenso delle masse, la isola, la mette completamente a nudo di fronte all'opinione pubblica europea e mondiale e ne smaschera il disegno economico, politico, istituzionale e militare. L'astensionismo è un voto in difesa dell'indipendenza economica, finanziaria, politica e militare nazionale dell'Italia.
Il punto focale è capire che solo il socialismo è in grado di realizzare l'Europa dei popoli, di abbattere tutte le barriere siano esse fisiche o economiche. Ma non il "socialismo del XXI secolo" riproposto nella piattaforma elettorale dei falsi comunisti, quello che si andrebbe affermando nel continente latinoamericano come "una primavera della sinistra e della democrazia". Una teoria anticomunista che ripudia il vero socialismo, quello dell'Urss di Lenin e Stalin e della Cina di Mao, della dittatura del proletariato, della rivoluzione socialista, del movimento comunista del Novecento, della concezione marxista-leninista del Partito, mentre accetta il capitalismo, la proprietà privata capitalistica, la democrazia borghese, il parlamentarismo, il riformismo, la collaborazione tra le classi.
E' questa la proposta che rinnoviamo all'elettorato. Battersi per l'Europa socialista rimane un dovere per la classe operaia, le masse lavoratrici e popolari, le ragazze e i ragazzi rivoluzionari e per chiunque si professi antimperialista e aspiri ad un'Europa senza più sfruttati e sfruttatori. Noi faremo fino in fondo la nostra parte perché un giorno venga instaurata la Repubblica socialista d'Europa. Ma sarà impossibile passare pacificamente e elettoralmente a questa nuova Europa se non si realizzerà prima il socialismo nei singoli paesi dell'Ue, a cominciare dall'Italia.
Non legittimate l'Europa imperialista. Astenetevi.
Partecipate alla campagna elettorale astensionista del PMLI.
Osate confrontarvi col PMLI!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

L'Ufficio politico del PMLI

Firenze, 25 Aprile 2009