Documento del PMLI.Sicilia
Liberiamo la Sicilia dal capitalismo, dal sottosviluppo e dalla mafia. Per l'Italia unita, rossa e socialista
Astieniti (diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco)
Il 28 e 29 maggio gli elettori siciliani sono chiamati alle urne per il rinnovo del parlamento siciliano e l'elezione del presidente della regione. Alla più alta carica borghese in Sicilia sono tre gli aspiranti: il presidente uscente, l'UDC Cuffaro, che guida la coalizione di "centro-destra"; il neoacquisto dell'Unione siciliana l'"indipendente" Rita Borsellino che guida la coalizione di "centro-sinistra", ed, infine, il fascista ex-An, Nello Musumeci, che aspira alla presidenza con la sua lista personale "Alleanza Siciliana".
Tutti i pretendenti in campo non hanno nulla a che fare con la classe operaia e le masse popolari siciliane. Per questo non meritano alcun voto.

I misfatti del governo Cuffaro
Non merita certo voti la coalizione che appoggia Cuffaro, il quale, nei cinque anni del suo governo, ha smantellato tutti i diritti delle masse popolari siciliane, dal lavoro, alla sanità, alla scuola. In Sicilia grazie ai provvedimenti di Cuffaro è aumentata la povertà, sono aumentati i ticket ed il costo dei servizi, è aumentato il tasso di irregolarità e lavoro nero, è aumentata l'emigrazione giovanile, la totalità delle grandi aziende metalmeccaniche siciliane sono in crisi e stanno trascinando nella crisi anche le aziende dell'indotto. L'assenza di una politica nel settore ha fatto sì che l'agricoltura siciliana oggi sia in ginocchio.
I precari siciliani non sono stati stabilizzati. Nella nostra regione sono un vero e proprio esercito in attività alla regione e agli Enti locali. Attualmente sono 34pmila in tutta la Sicilia. Altissima poi è la percentuale di precari tra i 42 mila forestali dell'isola. E poi ci sono i precari della sanità, dei trasporti, dei servizi idrici e dello smaltimento dei rifiuti, dove la Regione e gli Enti locali hanno dato fondo al bacino degli Lsu e degli Lpu.
Questi lavoratori, una grande risorsa per la Sicilia, sono invece considerati dal "centro-destra" unicamente come una fonte di scambi clientelari al fine di raccogliere più voti possibili.
Con il consenso del "centro-sinistra" Cuffaro ha anche dato il via ad una serie di controriforme in materia di scuola, introducendo il sostegno alle private, in tema di famiglia, contribuendo ancora più ad addossare il peso del lavoro domestico e della assistenza sulle donne siciliane.
Cuffaro, con il consenso e talvolta con l'appoggio in aula del "centro-sinistra", ha portato avanti una serie di controriforme istituzionali che hanno di fatto limitato gli spazi di democrazia borghese nelle istituzioni e hanno favorito la mafia. Ci riferiamo alla controriforma della legge elettorale regionale, e alla proposta di controriforma dello Statuto.
Cuffaro e il "centro-sinistra" hanno inoltre consentito che sul territorio della Sicilia si aprissero diversi CPT o, per meglio dire, lager per immigrati, istituiti per legge con la Turco-Napolitano, durante i governi di "centro-sinistra".
Cuffaro ha avviato e concluso in Sicilia la privatizzazione dell'acqua e ha approvato un piano per la gestione dei rifiuti che è letteralmente criminale.
Il programma elettorale di Cuffaro non fa che ricalcare le scelte ultraliberiste, antipopolari e neofasciste che hanno segnato la sua disastrosa azione di governo.
Anche Nello Musumeci, antipopolare e neofascista fotocopia di Cuffaro, ma con tendenze se possibile ancora più a destra, considerate le sue aspirazioni fortemente autonomiste, non deve avere nessun voto.

L'Unione della Borsellino non tocca il capitalismo
Noi del PMLI abbiamo denunciato continuamente i pericoli insiti nelle scelte privatistiche antipopolari e filomafiose del governo Cuffaro ed abbiamo chiesto più volte di mobilitare la piazza per gettarlo giù. Ci ha risposto il silenzio assordante e colpevole di tutta la "sinistra" borghese siciliana, che anzi gli ha retto il sacco, approvandogli con il voto in aula diversi provvedimenti, antipopolari e, in alcuni casi, chiaramente fascisti.
L'Unione siciliana della Borsellino dice adesso di volersi sbarazzare di Cuffaro, ma non c'è una sola parola nel suo programma contro il capitalismo, il suo regime e le sue istituzioni. Facciamo un veloce excursus di alcuni dei punti più importanti:
Una delle questioni più pressanti per le nuove generazioni siciliane, quella del precariato viene sbrigativamente "risolta" nei programmi dei maggiori partiti del "centro-sinistra" tramite la fuoriuscita verso contratti di diritto privato. I 42.000 forestali siciliani dalla Borsellino sono considerati una sorta di peso. Nell'analisi contenuta nei documenti dei "cantieri per il programma" si afferma che "l'Amministrazione forestale eroga milioni di giornate lavorative soltanto in funzione del numero di braccianti iscritti in apposite liste di garanzia occupazionale". Come se il problema del settore forestale siciliano fossero le troppe giornate di lavoro e, dunque, i lavoratori! Simili panzane del "centro-sinistra" vanno in netto contrasto con le lotte per la stabilizzazione e l'aumento delle giornate lavorative degli operai forestali. Notiamo inoltre con molta preoccupazione che nei documenti dei "cantieri per il programma" della Borsellino si indica come uno dei punti critici del settore forestale in Sicilia la mancata apertura ai privati.
Ma passiamo ad un altro punto dolente quello della sanità. In Sicilia il problema fondamentale è il lievitare del cancro sociale dei privati convenzionati. Ciononostante la Borsellino e i partiti che la appoggiano sostengono la convivenza tra "pubblico" e privato convenzionato in Sicilia. Si afferma nei "cantieri per il programma" che bisogna "Sostenere le trasformazioni della sanità privata accreditata verso la condivisione delle regole di mercato sanitario". Questa estrema fiducia della Borsellino e dei suoi sostenitori nelle regole del mercato non ha motivo concreto di esistere. Da un lato non si può pensare di educare alle regole del mercato le lobby politico-mafiose della sanità privata siciliana che per loro stessa natura proliferano sulla continua evasione dalle regole del mercato capitalistico. Dall'altro lato assumere, come fa il "centro-sinistra", un atteggiamento accondiscendente verso la sanità privata vuol dire oggettivamente sostenerla, quando invece oggi va fortemente limitata.
In ogni caso non è condivisibile il programma dell'Unione siciliana incentrato sull'idea che il mercato regoli l'erogazione dei servizi sanitari.
La Sanità deve essere pubblica e gratuita per tutti, immigrati compresi.
Nel programma della Borsellino inoltre non si parla affatto della Questione femminile in Sicilia, non si parla di soluzioni per il problema dell'altissima disoccupazione femminile e della mancanza di servizi per le donne lavoratrici.
Nei programmi dei partiti del "centro-sinistra" non c'è poi una posizione chiara contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi.
Una notevole contraddittorietà da parte della candidata del "centro-sinistra" vi è sulla questione del Ponte di Messina. A quanto ci risulta, non vi è traccia di netta opposizione al Ponte nei documenti usciti dai "cantieri per il programma". Una posizione chiara non viene presa volutamente, a parere nostro. Un impegno preciso di programma implicherebbe, infatti, dopo l'eventuale elezione un'azione istituzionale dei vertici regionali siciliani per bloccare il progetto.
Desta infine preoccupazione l'assenza di un impegno per l'abrogazione della controriforma elettorale, e di tutte le norme presidenzialiste, federaliste e neofasciste contenute nei provvedimenti approvati dal governo Cuffaro.

La lotta alla mafia
Per Cuffaro, il cui governo è diretta espressione della borghesia e del padronato più reazionari siciliani, invece che di lotta alla mafia si può parlare di provvedimenti che l'hanno rafforzata. Peraltro deve rispondere in un processo per mafia. Il recente ritrovamento di suoi facsimili nel covo di Provenzano rinfocolano i dubbi sui rapporti tra mafia e vertici del "centro-destra" siciliano e nazionale.
Neanche il "centro-sinistra" è in grado di sconfiggere la mafia in Sicilia. La sua idea di lotta alla criminalità organizzata è unicamente centrata sul legalitarismo parolaio che non porta a nulla. Peraltro i vertici del "centro-sinistra" siciliano che oggi sostengono la Borsellino, per convincere sul fronte dell'antimafia dovrebbero fare una seria autocritica, che non hanno fatto e non faranno, su scelte politiche che hanno rafforzato la mafia in Sicilia. È stato il "centro-sinistra" a sdoganare personaggi come Cuffaro il quale, non dimentichiamolo è stato finanche assessore, con tutto il suo carico di legami clientelari, nei due governi Capodicasa, attuale segretario regionale dei DS.
Bisogna acquisire la consapevolezza che la mafia, essendo parte integrante della classe dominante borghese in Sicilia e in Italia, del capitalismo e delle istituzioni borghesi, di cui è la componente più reazionaria, violenta e sanguinaria, può essere definitivamente sconfitta solo nel socialismo, dopo l'abbattimento del sistema capitalistico e l'eliminazione della dittatura della borghesia oggi in camicia nera.
Salutiamo con entusiasmo la recente cattura di Provenzano. Tuttavia dobbiamo continuare senza tregua nella lotta contro la mafia, e pretendere che la magistratura, le "forze dell'ordine" e le istituzioni diano la caccia anche ai capi mafiosi che si annidano nell'alta finanza, nelle banche, nei vertici dell'industria, dell'agricoltura, del terziario e nelle istituzioni.

La vera scelta di classe e l'astensionismo
La vera scelta di classe non è dunque tra Cuffaro e Borsellino, ma tra i partiti del regime e il PMLI, tra il capitalismo e il socialismo
Il compito storico del glorioso proletariato siciliano che ha al suo attivo grandi lotte di classe non può ridursi a consegnare il voto ad uno dei candidati borghesi in campo. La classe operaia siciliana, parte integrante della classe operaia italiana, deve puntare alla conquista del potere politico e alla realizzazione del socialismo.
Lo stesso obbiettivo devono avere le masse lavoratrici, popolari, i contadini poveri, gli intellettuali del popolo e le ragazze e i ragazzi anticapitalisti siciliani, poiché solo quando il proletariato è al potere ed esiste il socialismo la borghesia mafiosa e non mafiosa viene spazzata via, possono finalmente regnare la giustizia sociale, il benessere, la libertà e la democrazia per le masse.
Socialismo infatti significa abolizione di tutte le cause, insite nel sistema capitalistico e nello Stato borghese, ambedue da sopprimere e distruggere, dell'esistenza delle classi, delle contraddizioni di classe, dei conflitti di classe, della mafia, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e delle ingiustizie e disuguaglianze sociali. Perciò bisogna battersi per l'Italia unita, rossa e socialista.
La classe operaia e le masse popolari siciliane devono comprendere che il socialismo autentico non si conquista per via parlamentare ma attraverso la rivoluzione proletaria. Che il proletariato utilizzi o meno il parlamento, dovrà pur sempre ricorrere, assieme ai suoi alleati sociali e politici, alla lotta armata di massa, che non ha nulla a che vedere col terrorismo, per cacciar via dal potere la borghesia e conquistare il potere politico.
Oggi sul piano elettorale, l'unica scelta di classe è il voto al PMLI e al socialismo attraverso l'astensionismo.
Oggi che il proletariato industriale, agricolo e del terziario siciliano, avendo lo stesso percorso politico del proletariato italiano di cui è parte integrante, ha un assoluto bisogno, da una parte, di conquistare la piena autonomia e indipendenza ideologica, politica e organizzativa nei confronti della borghesia e dei suoi partiti, e, dall'altra, di acquisire la coscienza di essere una classe per sé con il suo ruolo generale e con i suoi compiti rivoluzionari.
Oggi che le istituzioni rappresentative borghesi siciliane e l'elettoralismo borghese sono completamente degenerati nel presidenzialismo, grazie anche al "centro-sinistra", nella corruzione e nell'arrivismo, nella connivenza con la mafia non è più conveniente per il proletariato e il suo Partito utilizzare anche il parlamento per criticare e combattere la borghesia, il capitalismo e le sue istituzioni e lo stesso parlamentarismo, per elevare la coscienza e combattività politica delle masse e accumulare le forze necessarie alla rivoluzione socialista.
Oggi è più utile e più efficace alla nostra strategia rivoluzionaria ricorrere all'arma dell'astensionismo, che significa disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco.
L'astensionismo elettorale non è un non voto. Che se ne abbia consapevolezza o meno, è un voto che esprime una protesta, un dissenso, una sfiducia, una dissociazione dai partiti parlamentari e dalle istituzioni borghesi.
Noi vogliamo che sia concepito e utilizzato come un voto cosciente dato al PMLI e al socialismo. Quindi invitiamo l'elettorato siciliano di sinistra fautore del socialismo a non dare alcun voto ai partiti dell'Unione della "sinistra" borghese e a riversare i propri voti attraverso l'astensionismo sul Partito a cui spettano legittimamente, ossia sul PMLI.

Creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
All'elettorato siciliano di sinistra fautore del socialismo non chiediamo solo il voto di astensione contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista, contro i governi della destra e della "sinistra" borghese, per l'Italia unita, rossa e socialista, ma anche di creare ovunque le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
Che la classe operaia e le masse popolari siciliane impugnino l'arma dell'astensionismo marxista-leninista!

Le battaglie immediate
Nell'immediato la classe operaia e le masse popolari siciliane devono battersi per la creazione in tutta la Sicilia di una struttura economica simile a quella che possiede il Centro-Nord, attraverso piani straordinari e la destinazione di ingenti finanziamenti pubblici e l'utilizzazione delle aziende pubbliche per lo sviluppo industriale, tecnologico e infrastrutturale, per il rilancio dell'agricoltura e il turismo, per il risanamento del degrado ambientale, rurale e urbano.
Dobbiamo batterci per l'occupazione stabile a tempo pieno e a salario intero e sindacalmente tutelato e per l'assunzione, con le suddette qualità, di tutti i lavoratori precari siciliani nelle pubbliche amministrazioni dove sono in servizio.
Dobbiamo batterci per la nazionalizzazione di tutto il gruppo Fiat senza indennizzo.
Dobbiamo batterci per servizi pubblici e gratuiti capillarmente diffusi sul territorio, a partire dagli asili, dalle scuole, dai centri sociali per anziani, dai consultori, dai luoghi di socializzazione per i giovani delle periferie, ecc.
Dobbiamo batterci perché la Sicilia non sia una portaerei Usa e Nato per guerre di aggressione ai popoli del Medioriente. Per questo dobbiamo chiedere la trasformazione dell'aeroporto della base Usa di Sigonella (Catania) e dell'aeroporto militare di Birgi (Trapani) in aeroporti civili.
Dobbiamo batterci per la chiusura di tutti i Centri di Permanenza Temporanea per migranti sulla nostra isola.
Dobbiamo lottare per il ritiro di tutti i provvedimenti privatistici e di controriforma in materia di Sanità, per la drastica limitazione delle convenzioni sanitarie con i privati e per l'introduzione tra le strutture pubbliche dei centri sanitari in mano a prestanomi della mafia.
Dobbiamo batterci per la ripubblicizzazione dell'acqua e dei servizi in Sicilia, per l'abrogazione del piano regionale di gestione dei rifiuti.
Dobbiamo batterci per abrogare definitivamente il progetto del Ponte sullo Stretto e per il miglioramento e ammodernamento della rete viaria, ferroviaria, portuale ed aeroportuale siciliana.
Sul piano della scuola e dell'Università dobbiamo batterci per l'abrogazione di tutte le controriforme di Cuffaro e del "centro-sinistra", a partire dalla legge regionale n.14 del 3/10/2002, che istituisce l'erogazione del "buono scuola", che favorisce le scuole private confessionali.
Dobbiamo batterci per la parità tra donne e uomini a partire dall'abrogazione della legge regionale n. 10 del 31/07/03 ("Norme per la tutela e la valorizzazione della famiglia"), basata su una impostazione reazionaria e neofascista della famiglia e che mira a rinchiudere nuovamente le donne siciliane in casa, addossando loro tutto il peso del lavoro domestico.

Liberiamo la Sicilia dal capitalismo, dal sottosviluppo e dalla mafia!
Asteniamoci (disertiamo le urne, annulliamo la scheda o lasciamola in bianco)!
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo!
Contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista!
Contro i governi della destra e della "sinistra" borghese!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi maestri e il PMLI vinceremo!

PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
Sicilia
Palermo, 18 aprile 2006