NO DAL MOLIN!


Documento dell'Ufficio politico del PMLI
Il Partito marxista-leninista italiano appoggia il grande movimento di massa che si è costituito e sviluppato contro la decisione, presa dalla maggioranza di "centro-destra" del consiglio comunale vicentino capeggiata dal sindaco Hullwech e dal governo di "centro-sinistra" del democristiano Prodi, di raddoppiare la base Usa di Ederle inglobando l'ex aeroporto civile Dal Molin.
Un movimento che vede in prima fila le donne e i giovani vicentini impegnati in una dura contestazione alla giunta locale e al governo, che ha spinto molti dirigenti vicentini e veneti dei partiti governativi a restituire le tessere e a autosospendersi e che ha raccolto il caloroso sostegno e una vasta solidarietà da tutta Italia, particolarmente importante quella dei comitati popolari di lotta di altre regioni, come il comitato NoTav della Val di Susa, il comitato NoPonte contro il progetto del ponte sullo stretto di Messina, il comitato NoMose a Venezia, il comitato NoNuke di Scanzano Ionico contro il deposito di scorie nucleari, i comitati contro le basi Usa di Aviano e di Camp Darby.
Si è così costituito, attorno ai Comitati No Dal Molin e al Presidio permanente No Dal Molin, un grande fronte unito di tutte le organizzazioni politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose che si battono contro il criminale e guerrafondaio progetto di ampliare la base Usa a Vicenza, che, tra l'altro, pone enormi problemi di impatto ambientale, di sicurezza e di vivibilità per i vicentini e per gli abitanti dei comuni limitrofi.
Con questa forza e con questa unità militante è possibile impedire che il Dal Molin diventi la più potente base americana fuori dai confini degli Stati Uniti, e che venga utilizzata per intervenire militarmente in Medio Oriente, in cui Iran e Siria sono i primi bersagli, come è stato già fatto in occasione dell'aggressione imperialista all'Iraq del 2003.
Il governo, che ha prima mentito dicendo che non ne sapeva nulla, e poi ha dato il via libera senza tenere in minima considerazione il volere del popolo vicentino, deve tornare sui suoi passi e negare l'ampliamento della base.
Su tale questione cruciale nessun compromesso è possibile né tollerabile.
Occorre andare fino in fondo nella lotta di massa per far rimangiare al governo l'infame decisione presa sulla testa del popolo vicentino e italiano. Più grande e combattiva sarà la manifestazione nazionale del 17 febbraio, alla quale il PMLI parteciperà con una propria delegazione ufficiale, più forte sarà l'influenza del movimento sulle ultime decisioni dei governanti locali e nazionali.
Il governo dell'Unione non aveva nessun "obbligo" di accettare l'accordo tra il nuovo Mussolini Berlusconi e il nuovo Hitler Bush. Questa decisione risponde semplicemente agli interessi dell'imperialismo italiano, che per avere un suo spazio tra le potenze mondiali e poter "esercitare il suo ruolo" nel Medio Oriente e nel mondo, come dice il ministro degli Esteri e vice primo ministro D'Alema, non può non mantenere e consolidare i rapporti con l'imperialismo Usa attualmente egemone. E questo indipendentemente dai governi che si alternano alla guida del Paese. Ecco perché il governo di "centro-sinistra" sta proseguendo nella sostanza la stessa politica estera e militare, interventista e imperialista del governo Berlusconi: dall'intervento in Libano alla riconferma della missione di guerra in Afghanistan, dall'aumento delle spese militari al consenso all'imperialismo Usa di raddoppiare la base di Vicenza.
Se non vogliono rendersi complici di tale criminale politica e se hanno ancora un briciolo di dignità e di credibilità, PRC, PdCI, Verdi e sinistra DS devono smettere di chiedere piccole concessioni da poter spacciare all'elettorato di sinistra come "segnali di discontinuità" e uscire da questo governo capitalista, antipopolare e guerrafondaio, e farlo cadere da sinistra, come si merita.
Il PMLI appoggia la richiesta di un referendum da tenersi subito contro la concessione dell'area Dal Molin agli Usa, che deve essere politicamente e operativamente vincolante.
In ogni caso riteniamo che solo con una grande lotta di massa e di piazza, utilizzando tutti i metodi di lotta utili e necessari, è possibile impedire al governo Prodi di svendere Vicenza agli Usa e di fare dell'Italia una portaerei dell'imperialismo americano.
No Dal Molin!
Via le basi Usa e Nato dall'Italia!
Via l'Italia dalla Nato!
Via l'Italia dall'Afghanistan e dal Libano!
Via il governo Prodi amico degli imperialisti Usa!

Partito marxista-leninista italiano
Ufficio politico

Firenze, 6 febbraio 2007