Alle urne solo il 65% dell'elettorato inglese
La destra batte la "sinistra" borghese
Cameron nuovo premier. Governo Tory e LibDem

Dopo 13 anni di governo guidati dalla coppia Tony Blair e Gordon Brown i laburisti lasciano la sede di Downing Street ai rivali conservatori, i Tory di David Cameron, premier di un governo di coalizione coi liberaldemocratici. Le elezioni politiche inglesi del 6 maggio non hanno riservato sorprese, la destra ha battuto la "sinistra" borghese nella spartizione dei voti espressi che sono stati solo il 65% degli aventi diritto; più di un elettore su tre ha disertato le urne, rappresentando di fatto il primo "partito" del paese.
Nella suddivisione dei voti validi, i conservatori hanno ottenuto il 36% e 306 seggi, i laburisti il 29% e 258 seggi, i liberaldemocratici il 23% e 57 deputati.
I rimanenti 29 seggi sono stati conquistati dai partiti minori fra i quali i nazionalisti scozzesi e i verdi.
Dato che la maggioranza parlamentare è di 326 seggi, il risultato delle urne ha costretto i vincitori conservatori a una alleanza coi libdem per poter governare. A dire il vero il premier laburista uscente Gordon Brown ha tentato un approccio coi libdem per un governo di coalizione fra i due partiti ma mancavano i numeri per reggerlo in parlamento e l'11 maggio ha dovuto lasciare Downing Street presentando ufficialmente le dimissioni da primo ministro alla regina Elisabetta e chiedendole di invitare il leader dei conservatori Cameron a formare un nuovo esecutivo. Annunciato dallo stesso Cameron come un "patto di legislatura" col libdem Nick Clegg.
Per il momento non è stato facile nemmeno mettere d'accordo i due schieramenti in particolare sulla modifica del sistema elettorale in senso più proporzionale rivendicato dai liberaldemocratici. L'attuale sistema uninominale secco, che porta alla vittoria con un solo voto in più, favorisce le due formazioni più forti e penalizza le altre; i libdem col 23% dei voti hanno meno del 9% dei seggi. Sull'argomento si dovrebbe svolgere un referendum.
Senza dubbi è la pesante sconfitta dei laburisti dopo 13 anni di governo. Nel maggio 1997 Tony Blair vinse per la prima volta con quasi i due terzi dei voti validi, scesi al 55% nel 2005 ma sempre sufficienti a garantire una larga maggioranza ai governi di Blair e all'ultimo di Brown. Certo la vittoria laburista del 1997 era dovuta anche a una reazione contro i precedenti 19 anni di governo dei conservatori guidati da Margaret Thatcher che aveva smantellato l'industria pesante e mineraria inglese e privatizzato una buona parte dei servizi pubblici, colpito a fondo i diritti dei lavoratori. Una eredità che Blair alla guida del governo e Brown quale ministro dell'Economia non hanno per nulla modificato, privilegiando il settore della finanza con politiche fiscali "leggere" per attrarre capitali. Sotto i governi laburisti sono aumentati i progetti misti pubblico/privato negli ospedali e nelle scuole che in realtà hanno finito per socializzare le perdite e privatizzare i profitti; sono aumentate le diseguaglianze sociali. Per non parlare della politica estera imperialista che ha portato Blair a partecipare alla guerra di aggressione in Kosovo e al fianco di Bush in Iraq e in Afghanistan, nonostante la contestazione del movimento pacifista. Alla fine i laburisti hanno pagato il conto.

19 maggio 2010