Emily, la lobby bassoliniana al femminile, presenta la lista per le provinciali a Napoli
La parità tra i sessi non c'entra nulla, è un'operazione all'insegna del neofascismo e del presidenzialismo
Redazione di Napoli
Il 3 aprile scorso è nata ufficialmente a palazzo Doria d'Angri la "lista Emily" che concorre per l'elezione del consiglio e del presidente della provincia di Napoli.
A promuovere e presentare la cosiddetta "lista rosa" è stata Annamaria Carloni, dirigente nazionale dei DS e presidente di Emily-Napoli, nonché compagna del governatore campano Antonio Bassolino.
Al suo fianco Franca Chiaromonte, parlamentare DS, fondatrice di "Emily-Italia" (nata nel 1998 per iniziativa di parlamentari uliviste seguendo il modello lobbistico inglese e americano) ed Argia Albanese, ex deputata, della direzione nazionale della Margherita e vicepresidente di Emily-Napoli insieme ad Alessandra Bocchino. Obiettivo: "candidare una donna di Emily in ognuno dei 45 collegi della provincia di Napoli, conquistare almeno un consigliere provinciale".
Ad appoggiare politicamente e finanziariamente la lista-lobby femminile e trasversale al "centro-sinistra" sono le iscritte: ossia imprenditrici e dirigenti ma soprattutto esponenti politici che rientrano nella galassia di potere di Bassolino con incarichi importanti nelle istituzioni locali in camicia nera, dagli assessori in carica Teresa Armato (Margherita) iscritta anche a "Diametro" (nata a settembre del 2003), Angela Cortese, Rachele Furfaro, Adriana Buffardi, Giulia Parente (DS) fino a Luisa Bossa (DS), sindaco di Ercolano, Valeria Valente, consigliere comunale, ed Ersilia Salvato (DS), già senatrice e sindaco di Castellammare di Stabia.
La prima iniziativa della lista è l'uscita di un Cd promozionale dal titolo "Passioni" e la scritta "Le donne non cantano, incantano" con 12 canzoni tradizionali napoletane e l'affissione di manifesti che cercano di carpire il voto delle masse tramite l'apologia del femminismo borghese.
Domenica 18 aprile c'erano 270 persone, per lo più dell'alta borghesia, alla cena da 500 euro a testa presso il tempio dei gourmet danarosi e goderecci Don Alfonso di Sant'Agata sui Due golfi. Alla presentazione della campagna elettorale della lista Emily-Bassolino ha dato la sua benedizione anche la neopodestà DC Rosa Russo Iervolino: "è un contributo importante per sconfiggere il partito dell'assenteismo". Diverso è il parere del segretario provinciale della Quercia, Diego Belliazzi, che sulla scia della dichiarazioni di esponenti della direzione nazionale dei DS, comprende che delle Emily italiane, quella napoletana, proprio perché nata da un tentacolo dello strapotere bassoliniano, è di gran lunga la più forte, e teme un'emorragia di voti per il suo partito. "è un grave errore - ha detto - mi auguro che fino all'ultimo momento possano ripensarci, si convincano e tornino all'alveo dei partiti".
Anche il principale rivale di Bassolino nel "centro-sinistra", il boss DC ed ex capo del governo Ciriaco De Mita, boccia la manovra presidenzialista e arriva a paragonare le due lobby alla P2 di Gelli. Annamaria Carloni gli risponde: "Lo prendo per un augurio: che qualcuna di noi diventi presidente del Consiglio, un giorno!".
In effetti la legalizzazione delle lobby e delle logge massoniche che dirigono dall'esterno le attività delle aule consiliari degli "uomini della provvidenza" di turno è diventato un fenomeno comune nella seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista voluta da Gelli e Craxi e realizzata compiutamente dal neoduce Berlusconi. Bassolino ha imparato bene dai suoi maestri neofascisti accentrando sempre di più i poteri nelle sue mani e piazzando i suoi uomini più fidati in tutti i palazzi del potere: dagli assessorati comunali, provinciali e regionali alla direzione delle Asl e degli ospedali, dalle aule consiliari fino ai consigli di amministrazione delle aziende partecipate. Per tacere delle oltre mille consulenze "dorate" esterne, affidate da Bassolino a uomini della sua galassia da quando è presidente regionale, sulle quali è in corso un'inchiesta della magistratura.

La piovra bassoliniana
Approfittando delle contraddizioni tra le cosche partitiche che da due anni si contendono fette di potere nella giunta stabiese, alcuni mesi fa Annamaria Carloni è stata cooptata dalla neopodestà di Castellammare Ersilia Salvato come assessore al bilancio. Argia Albanese è stata nominata al vertice del consiglio di amministrazione delle terme di Castellammare. Con piglio decisionista il trio Salvato-Carloni-Albanese avvia subito la privatizzazione e la svendita, a cordate affaristiche amiche, dell'intero complesso termale; per la trasformazione urbanistica del porto prediligono i project financing, concordati con Acen e Regione Campania, a scapito di scelte già adottate dal consiglio che prevedevano l'uso di Società di Trasformazione urbana a maggioranza pubblica; i dimissionari assessori di SDI, Verdi e PRC vengono sostituiti tutti con iscritti ad "Emily" e a "Diametro"; il consigliere eletto nell'UDC, Antonio Iovino, indagato per le tangenti dell'Usl 35, viene cooptato alla corte della Salvato, in quota Margherita, la ruota di scorta di Rifondazione messa in un angolo.
Anche alla provincia di Napoli, guidata da Amato Lamberti, l'assessore all'urbanistica, il dimissionario Guido Riano, viene sostituito con Francesco Moccia, fedelissimo di Bassolino e iscritto a "Diametro". Lo stesso candidato alla presidenza della provincia alle imminenti elezioni, Dino Di Palma, è un uomo gradito a Bassolino e iscritto a "Diametro", come tra i principali dirigenti-fondatori di "Diametro" figura il deputato diessino Pino Petrella, oncologo incaricato di controllare per conto di Bassolino la trasformazione dell'Istituto dei tumori Pascale in fondazione privata Spa. Si è calcolato che dei 150 iscritti a "Diametro" ben 91 sono già stati sistemati da Bassolino con incarichi anche a retribuzione milionaria mentre gli altri 59 sono in attesa di consulenze o di collegi sicuri.
Intanto, su "Diametro" Forza Italia fa trasparire che all'associazione siano iscritti professionisti vicini al "centro-destra". Martusciello ammette: "Sì, ci sono nostri infiltrati, due per l'esattezza, hanno il compito di toccare con mano il funzionamento dell'associazione". La casa del fascio non sta certo a guardare avendo già risposto con le lobby omologhe e concorrenziali, il "Cerchio" e "Area". "Sulla scia di quelle nate in questi ultimi tempi ho voluto creare una lobby di centrodestra che guarda al governo Berlusconi", ha affermato il senatore forzista Salvatore Lauro che il 14 aprile ha presentato "Mezzogiorno europeo".