Intesa dei 15 paesi dell'Ue a Bruxelles
LA SUPERPOTENZA EUROPEA AVRA' IL SUO ESERCITO
Potrà intervenire nel mondo da sola o in ambito Nato. Allo studio una forza di "reazione rapida" in grado di agire anche in zone molto distanti dall'Europa

La riunione congiunta dei ministri degli Esteri e della Difesa dei quindici paesi membri dell'Unione europea (Ue) del 15 novembre a Bruxelles ha messo i primi mattoni per la costruzione dell'esercito europeo; l'ipotesi prevede la costituzione di una forza terrestre di "reazione rapida" composta da almeno 40 mila soldati e capace di essere operativa in 40-60 giorni. Il via libera ufficiale alla costruzione della "Identità di difesa europea", ovvero di uno strumento militare al servizio degli interessi imperialisti della superpotenza europea, sarà dato nel prossimo vertice dei capi di Stato e di governo in programma l'11 dicembre a Helsinki.
La riunione di Bruxelles ha iniziato a mettere nero su bianco il programma che era stato delineato nello scorso vertice del 3 e 4 giugno a Colonia per dotare la Ue di una "capacità d'azione autonoma sostenuta da forze militari credibili". Sarà una nuova forza militare "separabile dalla Nato ma non separata", che cioè potrà intervenire nel mondo da sola o in ambito Nato, con una propria autonoma capacità di trasporto e supporto aeronavale e di osservazione satellitare. L'obiettivo è di realizzarla in tempi brevi, non oltre il 2003. "Sarà una forza pari ad un corpo d'armata - ha precisato il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio - con tre divisioni, pronta ad intervenire anche in zone molto distanti e sorretta da un adeguato corredo di forze aeree e navali".
L'esercito europeo potrebbe già disporre di centomila uomini e di 500 aerei che sono le forze europee a disposizione della Ueo, l'Unione dell'Europa occidentale, il "pilastro" europeo dentro la Nato che come deciso a Colonia cederà progressivamente le proprie strutture e competenze militari e si scioglierà nella Ue al vertice di Parigi del dicembre 2000 perché ormai "ha esaurito il suo scopo". Per quella data dovrebbero essere già in funzione le strutture politiche e militari necessarie ad attuare la politica estera e di sicurezza comune, in sigla Pesc. Il responsabile della Pesc, il socialista spagnolo Javier Solana, si è già insediato al vertice della struttura operativa della Ue; nella riunione di Bruxelles è stato inoltre designato alla carica di segretario generale della Ueo al posto del portoghese José Cutileiro, carica dalla quale guiderà lo scioglimento della Ueo nella Ue.
La riunione di Bruxelles ha messo a punto i progetti di costituzione di un Comitato politico e di sicurezza permanente con sede a Bruxelles, di un Comitato militare della Ue formato da rappresentanti militari di tutti i paesi membri, di una Cellula di programmazione in grado di elaborare i dati forniti dai sistemi di spionaggio, analizzare situazioni e proporre scenari d'azione.
La sede decisionale per lo svolgimento delle missioni dell'esercito europeo secondo il vertice di Colonia dovrebbe essere quella del consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dove le decisioni saranno prese a maggioranza. Francia, Gran Bretagna, Danimarca e i paesi "neutrali" (Austria, Finlandia, Svezia e Irlanda) sono per mantenere questa soluzione, gli altri fra cui l'Italia sono per assegnare il potere decisionale a strutture comunitarie sovranazionali. La questione resta aperta.
Unità di intenti invece sulla necessità di garantire gli opportuni investimenti per "rafforzare la base di difesa industriale e tecnologica", cioè l'industria degli armamenti. Che per fronteggiare la concorrenza dei giganti americani è già interessata da tempo da un processo di privatizzazioni e fusioni tra i maggiori gruppi europei finora realizzato principalmente sugli assi franco-tedesco e italo-britannico.
Nei sei mesi che intercorrono tra il vertice di Colonia e quello di Helsinki la superpotenza europea ha voluto bruciare le tappe per superare definitivamente il gap militare che la separa dal concorrente imperialismo americano e si prepara a dare il via libera al progetto che entro poco tempo le permetterà di avere una politica estera e militare comune e una "capacità militare autonoma" effettiva.