Al vertice dei ministri della Difesa dell'Ue
VARATI DIECI PROGETTI PER L'ESERCITO DELL'IMPERIALISMO EUROPEO
All'Italia la guida della protezione nucleare, biologica e chimica. Il generale Mosca Moschini presidente del comando militare Ue
BERLUSCONI: "L'EUROPA, CHE E' GIA' UN GIGANTE ECONOMICO MA UN NANO POLITICO E MILITARE, DEVE DIVENTARE UN GIGANTE IN TUTTE LE DIMENSIONI". CIAMPI: "L'ESERCITO EUROPEO VA COSTITUITO AL PIU' PRESTO"

Se sarà un sistema militare europeo autonomo dalla Nato, come hanno proposto Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo nel minivertice europeo di Bruxelles del 29 aprile, o il semplice "pilastro europeo" della Nato complementare e sinergico con le forze Usa come lo pensa Gran Bretagna saranno gli sviluppi futuri dei rapporti transatlantici a definirlo ma nel frattempo l'esercito dell'imperialismo europeo prende sempre più forma. Serve a garantire la sicurezza dell'Europa e a fronteggiare la sfida globale del terrorismo, affermano all'unisono i Quindici, che preparano invece interventi militari assieme agli Usa o per conto proprio a difesa degli interessi imperialisti dell'Unione europea. Il vertice dei ministri della Difesa della Ue del 19 maggio a Bruxelles, al quale hanno partecipato anche i ministri degli altri dieci paesi prossimi membri dell'Unione, ha varato dieci gruppi di lavoro che si occuperanno di definire le nuove strutture militari europee.
Una forza europea di 60 mila uomini è già operativa e impegnata in Macedonia in sostituzione delle truppe Nato. La Ue ha quindi "le capacità operative per gestire una serie di missioni", affermano nella dichiarazione comune i ministri della Difesa, "ma è limitata ed intralciata da una serie di carenze", carenze che i dieci gruppi di lavoro cercheranno di risolvere velocemente. Individuati i dieci settori di intervento, i ministri della Difesa della Ue hanno scelto i dieci paesi cui affidare la responsabilità dei gruppi di lavoro. Nella suddivisione dei compiti la Francia si occuperà di satelliti militari e di aerei senza pilota, la Spagna di rifornimenti in volo, l'Olanda di missili balistici di teatro, la Germania di trasporti aerei strategici e operazioni di combattimento e salvataggio, il Portogallo di forze speciali, il Belgio di operazioni di evacuazione umanitarie, la Gran Bretagna di strutture di comando; l'Italia guiderà il team per la protezione nucleare, biologica e chimica.
Nella stessa riunione i ministri dei Quindici hanno anche ratificato la nomina di Rolando Mosca Moschini a presidente del comando militare della Ue, carica che ricoprirà per tre anni a partire dal 9 aprile del 2004. Il generale Mosca Moschini è l'attuale capo di Stato maggiore della Difesa, una carica affidatagli dal governo dell'Ulivo quasi a fine legislatura e riconfermata dal governo Berlusconi che ne ha sponsorizzato la nomina al vertice dell'esercito europeo.
Tra le prime dichiarazioni di Mosca Moschini registriamo quelle rilasciate in una intervista dove afferma che "l'urgenza di una crescita della capacità militare europea è dovuta da un lato alla necessità di rafforzare l'Alleanza atlantica e dall'altra dal fatto che lo scenario internazionale e l'evoluzione della minaccia terrorista premono per una revisione del sistema di sicurezza e stabilità internazionale: dovrà essere molto flessibile e in grado di fronteggiare emergenza di qualsiasi tipo anche in aree ben al di là di quelle tradizionalmente cosiderate di interesse". L'esercito dell'imperialismo europeo dovrà quindi essere in grado di intervenire rapidamente e in forze in ogni angolo del pianeta. Il generale invoca quindi un aumento delle spese militari con una forzatura ipocrita: "lo strumento militare produce pace e la pace ha un costo. Quindi ogni paese deve valutare l'importanza del fattore pace e essere disponibile a pagarne il prezzo".
Un ragionamento in sintonia con quanto espresso da Berlusconi che si duole del fatto che "non possiamo continuare ad approfittare dell'ombrello americano destinando solo l'1,5% del nostro Pil alla difesa quando gli Usa le riservano il 4%". "Per garantire il suo avvenire l'Europa deve elevarsi al livello degli Stati Uniti, unica grande potenza sulla scena globale", afferma il neoduce, in modo che l'Europa "che è già un gigante economico ma un nano politico e militare diventi un gigante in tutte le dimensioni". Un gigante imperialista che sviluppi "una politica estera comune" sostenuta "da una forza militare credibile".
La rapida costituzione di un esercito europeo, di "un potenziale d'intervento operativo credibile e efficace" e autonomo della Ue, è sostenuta anche da Ciampi, come risposta "multipla e complementare" per garantire la sicurezza dell'Europa dai rischi di conflitti "etnico-religiosi, minacce di terrorismo, proliferazione di armi di distruzione di massa". Ovvero per sostenere la politica estera imperialista della Ue, facendo un passo avanti rispetto ai precedenti interventi militari dei soldati europei in Bosnia dal '96, in Kosovo dal '99 e in Afghanistan che il presidente della repubblica puntigliosamente elenca per dire che non partiamo da zero.