Essere dialettici verso i credenti

Recentemente abbiamo affrontato in Cellula una contraddizione insorta con un credente anticapitalista e fautore del socialismo che appoggia il PMLI. Ci siamo avvalsi di un articolo de "Il Bolscevico'' n. 34/96 dal titolo "Può un credente entrare nel PMLI?''.
Entrambe le parti sono state costrette a misurarsi con questo tipo di contraddizione ed entrambe, da due sponde opposte, sono state costrette ad approfondire la conoscenza dell'antagonismo tra le due opposte concezioni del mondo insite in questa contraddizione: quella scientifica, materialistica e dialettica insita nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la visione metafisica del mondo insita nella fede religiosa, entrambe di conseguenza stanno imparando praticamente cos'è il revisionismo che tenta di mescolarle per snaturare e svuotare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e disarmare il PMLI e il proletariato.
Questa esperienza infatti ci ha permesso di comprendere, nell'applicazione concreta ad una contraddizione specifica, la giustezza dell'art. 12 dello Statuto del PMLI sia della linea generale del PMLI nei confronti dei credenti rivoluzionari, dei giusti metodi, dei giusti rapporti che bisogna instaurare con loro.
Tutti i compagni nell'allenarsi, e sforzarsi a ragionare in maniera dialettica su questo tipo particolare di contraddizione hanno posto le premesse per affrontare correttamente le future inevitabili e continue contraddizioni dello "stesso tipo'' che emergeranno costantemente tra il Partito e i membri candidati e tra il Partito e i simpatizzanti, tra il Partito e le masse popolari etc. come riflesso delle contraddizioni esistenti nella società.
Nell'analizzare il vitale processo di sviluppo della nostra Cellula attraverso l'esplodere della lotta ideologica attiva tra concezioni opposte non dobbiamo dimenticare quanto dice Mao "Che i due aspetti della contraddizione si condizionano reciprocamente; ancor più importante è il fatto che gli opposti si convertono l'uno nell'altro. In altre parole, ciascuno dei due aspetti contraddittori inerenti a una cosa si trasforma in determinate condizioni nel suo opposto'' ("Sulla contraddizione'', agosto 1937, Opere scelte, Edizioni in lingue estere di Pechino, vol. I, pag. 357). Per semplificare e cristallizzare il discorso circa il caso in oggetto noi potremmo dire: il pensiero del nostro interlocutore è influenzato dalla metafisica quando affronta il tema della religione, noi siamo influenzati dal materialismo dialettico e storico quando affrontiamo il tema della religione, ma in realtà lui e noi siamo in continuo movimento e ci condizioniamo reciprocamente dal principio alla fine del nostro rapporto. Infatti, se non fosse esistita o emersa la sua concezione metafisica della religione non avremmo potuto misurarci e scontrarci con essa per approfondire e dare un contenuto sempre più dettagliato della nostra concezione materialista sulla religione; di conseguenza non saremmo potuti crescere come marxisti-leninisti e non avremmo trovato mai il giusto metodo per affrontare questo tipo di contraddizioni. Così sarà anche in futuro. Lui ha aiutato noi, spetta adesso a noi aiutare lui e fare sì che la contraddizione che ha in testa e nella pratica non lo porti ad allontanarsi da noi, poiché ciò impedirebbe ad entrambe di crescere. Dobbiamo quindi applicare la linea del PMLI e le conseguenti decisioni della Cellula, utilizzare la critica (e l'autocritica) per raggiungere una nuova unità con lui ad un livello diverso e senza costringerlo a dovere decidere tra dio e il PMLI. Per questo a mio parere è necessario ed è della massima importanza che tutti i compagni della Cellula abbiano piena coscienza che certe contraddizioni, che sono radicate nei secoli, non si risolvono con la fretta, l'unilateralità, il dogmatismo, il settarismo, il volontarismo (che sono anch'esse manifestazioni di una visione idealistica e soggettiva del mondo) poiché alcune di esse, come per l'appunto quella tra il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la religione, potranno persistere, nonostante tutti i nostri sforzi dialettici, a livello di massa fino a quando non saranno scomparse le condizioni materiali e storiche che le determinano e in ultima analisi quindi troveranno soluzione probabilmente soltanto nella società senza classi, ossia nel comunismo. Ciò ovviamente non significa che i marxisti-leninisti non debbano impegnarsi per accelerare la soluzione di tali contraddizioni, ma che bisogna stare attenti a non pretendere di risolvere contraddizioni che non sono ancora mature per essere risolte poiché ciò porterebbe ad un effetto contrario a quello desiderato, ossia quello di trasformare contraddizioni non antagoniste in contraddizioni antagoniste, ossia in ultima analisi di allargare il campo dei nemici del PMLI. Bisogna infatti sapere distinguere tra i diversi tipi di contraddizioni qualitativamente diverse che richiedono metodi diversi, quelle non antagoniste e quelle antagoniste, quelle in seno al popolo e quelle tra il nemico e noi.
Concludendo a mio parere il metodo da utilizzare nei confronti dei credenti che appoggiano il PMLI è quello che Mao esprime con queste parole: "I nostri compagni devono capire che la rieducazione ideologica richiede un lavoro lungo, paziente e accurato; non devono pensare di poter cambiare con qualche conferenza o qualche riunione un'ideologia formatasi nel corso di decenni. L'unico mezzo per convincere è la persuasione, non la coercizione. La coercizione potrà assoggettare, mai convincere qualcuno. Cercare di convincere con la forza è inammissibile. Questo metodo è ammesso nei riguardi dei nemici, ma è assolutamente inammissibile nei riguardi di compagni o amici'' (Discorso alla Conferenza nazionale del Partito comunista cinese sul lavoro di propaganda, 12 marzo 1957, Casa editrice in lingue estere di Pechino, pag. 17). "Anche se la domanda e il dubbio - afferma ancora Mao - di un compagno richiede una critica questa critica non deve essere dogmatica, occorre scartare il metodo metafisico e fare tutto il possibile per applicare il metodo dialettico. La critica richiede l'analisi scientifica e un'argomentazione esaustiva e convincente''.
Non dimenchiamo infine che i due aspetti opposti di questa contraddizione e chi li rappresenta non solo si condizionano reciprocamente ma che in determinate circostanze si possono convertire l'uno nell'altro.
Non è forse vero che tutti noi, per superficialità nello studio della linea del PMLI e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, abbiamo ragionato in passato come dei credenti nei confronti del noto traditore? Non è forse vero che, in determinate circostanze, un credente può trasformarsi in un marxista-leninista e che un marxista-leninista si può trasformare, senza saperlo, in un credente? Non dimentichiamo mai che Marx come Mao in gioventù erano degli idealisti e che il compagno Scuderi era un credente.


(Da un rapporto del Responsabile pro-tempore del PMLI per Napoli, alla Cellula "Vesuvio Rosso'' di Napoli)

17 giugno 2002