Approvati i primi articoli della legge fascista sulla fecondazione assistita
LA CAMERA NERA SI PIEGA AL DOGMA CATTOLICO: L'EMBRIONE E' UNA PERSONA
DS, FI e PPI danno libertà di voto. Rosy Bindi e parte della Margherita votano col governo. Vietato ricorrere a un donatore esterno alla coppia. Esclusi dalla fecondazione assistita le coppie gay e i single
A PAGAMENTO LE CURE PER LA FERTILITA'

La Camera sta per approvare una legge fascista sulla "procreazione medicalmente assistita'' che riconosce e sancisce giuridicamente per la prima volta al mondo il dogma cattolico secondo cui l'embrione è una persona. La legge vieta anche la fecondazione "eterologa'', ossia con il ricorso a un donatore esterno alla coppia, e non ammette il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale per le coppie gay, lesbiche e alle donne single. La fecondazione artificiale inoltre non rientrerà nelle prestazioni del servizio sanitario nazionale e quindi sarà di fatto a pagamento. Vietata per legge anche la ricerca e la sperimentazione sulla clonazione umana sanzionata pesantemente con una pena fino a 20 anni di carcere e la interdizione perenne dalla professione.
La legge sta passando con i voti della maggioranza di governo, a parte qualche defezione, ma anche con l'apporto decisivo di una buona parte dei parlamentari dell'"opposizione'' di "centro-sinistra''. Hanno votato con il governo l'ex ministro della sanità Rosy Bindi e buona parte dei parlamentari della Margherita. Vergognosa la posizione ufficiale dei DS che si sono disimpegnati dalla battaglia lasciando "libertà di voto'' ai propri deputati, così come hanno fatto Forza Italia e PPI.
Ad oggi, 18 giugno, la Camera ha approvato solo i primi 12 articoli della legge, ma ormai il suo impianto clerico-fascista è già definito e certo non potrà subire sconvolgimenti durante la lettura al Senato.

L'EMBRIONE SARA' PERSONA
L'articolo 1 approvato con 268 voti favorevoli, 157 contrari e 3 astenuti, stabilisce che la legge "assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito''. Così il "concepito'' (classico termine cattolico che richiama l'"immacolata concezione'') viene ad assumere un proprio stato giuridico, indipendente e pari (a meno che non si faccia addirittura valere il principio del "soggetto più debole'') a quello della donna. Questa norma è di fatto la premessa alla modifica dell'articolo 1 del codice civile - che riconosce lo stato giuridico di persona, con tutti i diritti che ne derivano, solo a coloro che sono già nati - com'è nelle intenzioni del "Movimento per la vita'' e della sua legge di iniziativa popolare benedetta direttamente dal papa. Se tale modifica avverrà, per esempio la legge sull'aborto potrebbe essere cancellata da una semplice sentenza della corte costituzionale perché se il "concepito'' diventa una "persona'' va da sé che l'aborto debba essere considerato un omicidio.
E' vero che originariamente l'articolo 1 assicurava espressamente il "diritto a nascere del concepito'', comma sostituito poi dalla suddetta formulazione meno esplicita, ma nella sostanza il suo significato non cambia. Lo confermano le parole del "padre'' della bioetica cattolica, monsignor Elio Sgreccia che così ha commentato: "anche l'attuale formulazione nella sua genericità ha il merito di riconoscere all'embrione il carattere di soggetto umano con dei diritti. L'embrione non è un oggetto ma un soggetto. L'embrione non è un mucchietto di cellule, ma un essere umano vivente''.
E il Vaticano a ragione esulta per il risultato conseguito ricordando quanto il papa nero Wojtyla si sia speso personalmente, sia in Italia che nel mondo, in questa battaglia così decisiva per la conservazione dei cardini della dottrina cattolica qual è quello che la vita umana inizia fin dal "concepimento''. Per la dottrina cattolica la vita umana è l'unità dello spirito e del corpo, tuttavia mai potrà portare prove scientifiche dell'esistenza dell'"anima'' nell'embrione e nel feto dal momento che tale esistenza anche nell'essere già nato è accettata in quanto atto di fede. Invece lo Stato italiano si appresta a fare propria questa concezione, completamente priva di ogni riscontro scientifico e pratico, per stabilire l'inizio della vita umana e i soggetti dei diritti, con gravi conseguenze sui diritti civili e sociali, specie delle donne, e sulla scienza che viene incatenata al dogmatismo e alla metafisica.
Questo risultato infatti infligge un duro colpo anche alla ricerca e alla sperimentazione scientifica sugli embrioni e le cellule staminali, indispensabili per avanzare nella scoperta di nuove e più efficaci cure contro malattie gravissime e invalidanti. Senza contare che la legge vieta completamente la ricerca sulla clonazione umana.

SOLO FECONDAZIONE "OMOLOGA''
Ma le perle nere di questa legge non finiscono qui. Essa infatti, nel nome della famiglia naturale e biologica, vieta espressamente con l'articolo 4 "il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo'', cioè la possibilità per una coppia che non può avere figli di far ricorso al seme o all'ovocita di un donatore esterno. Esclusa anche la "gravidanza surrogata'' con l'impianto di ovuli fecondati di una coppia sterile nell'utero di una donna che vi si presta gratuitamente. Sarà ammessa solo la fecondazione artificiale omologa, cioè con l'uso di gameti di una coppia sposata o almeno convivente.
Sarà invece vietata completamente alle coppie gay e lesbiche e alle single, anche nel caso di vedove che fanno richiesta di essere inseminate col seme del marito defunto. L'articolo 5 stabilisce infatti che possono accedere alla procreazione assistita solo le "coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi''.
Anche in questo caso il parlamento nero si è piegato ai dogmi cattolici sulla famiglia. La Chiesa cattolica non può ammettere la fecondazione artificiale anche quella "omologa'', che scardina il fondamentale dogma della "creazione divina'', ma tanto meno può accettare quella "eterologa'' o fra coppie di uguale sesso che scardinerebbe tutta la concezione cattolica della famiglia fondata sul patto sponsale, la fedeltà maritale, la "procreazione'' naturale e non controllata. Una concezione che da sempre è stata fatta propria dalla classe dominante borghese italiana, che ha addirittura posto la famiglia cattolica a fondamento della sua carta costituzionale, ma che ora gestita da Berlusconi e dal suo governo, e favorita dall'ignavia e dall'omologazione della "sinistra'' borghese, ha assunto caratteri politici e istituzionali familisti simili a quelli esistenti sotto la dittatura fascista di Mussolini e che ricalcano il famigerato motto mussoliniano "Dio, patria e famiglia''.

A PAGAMENTO
La fecondazione assistita infine non sarà garantita dal servizio sanitario nazionale a tutto vantaggio della privatizzazione della sanità. Verrà istituito un fondo speciale che distribuirà alle regioni 3,4 milioni di euro per il primo anno e 6,8 milioni di euro a decorrere dall'anno 2003. Secondo alcuni esperti questi fondi basterebbero appena a coprire un massimo di 250 prestazioni all'anno, a fronte di 25 mila richieste.
Questa norma introduce una nuova, intollerabile disuguaglianza e discriminazione negando di fatto il diritto universale alla salute riproduttiva che come tale deve essere garantita gratuitamente dalla sanità pubblica. Al contrario la fecondazione artificiale resterà appannaggio dei ricchi che potranno permettersi le esose parcelle delle cliniche e dei centri privati o addirittura andare all'estero dove è ammessa la fecondazione "eterologa''.

LA NOSTRA CONCEZIONE
E' evidente che sulla questione della fecondazione assistita si scontrano due concezioni diametralmente opposte e rispondenti a interessi di classe inconciliabili. Da una parte la concezione idealistica e metafisica del mondo, della vita e della famiglia e dall'altra quella materialista dialettica e scientifica, da una parte c'è quella borghese, sia nella sua variante cattolica che in quella liberale, e dall'altra c'è quella proletaria.
La concezione dei marxisti-leninisti è saldamente ancorata al materialismo dialettico e a una visione scientifica del mondo. Essa è diametralmente opposta sia a quella confessionale e dogmatica della Chiesa cattolica e della maggioranza del parlamento, sia a quella di stampo liberale a cui nella sostanza si rifanno certe forze politiche, sia della destra che della "sinistra'' borghese, che blandamente vi si oppongono.
La nostra posizione non potrà mai essere ispirata da una visione liberale e individualistica secondo cui la questione centrale è la libertà di scelta dei singoli che in realtà significa lasciare il potere in mano al libero mercato capitalistico, garantire i diritti a chi ha già i mezzi economici per comprarsi in Italia o all'estero ciò di cui ha bisogno, e lasciare senza diritti e garanzie chi tali mezzi non li ha. Né possiamo identificarci nella posizione femminista e sostanzialmente liberal-borghese, sposata anche dai vertici di Rifondazione, secondo cui "l'unica legge è il desiderio'', sottintendendo il "desiderio di maternità'' e il "desiderio delle donne'', che riflette comunque una concezione individualistica e sessista della riproduzione e dei diritti che non ci è propria.
Ciò che ci ispira sono la difesa degli interessi collettivi e l'affermazione dei diritti sociali delle masse lavoratrici e popolari. Per noi l'infertilità e la sterilità sono delle patologie come le altre e la loro cura deve rientrare nel diritto universale alla salute. Allo Stato deve spettare il compito di attuare tale diritto, tutelando la sicurezza professionale e sociale delle nuove pratiche di fecondazione assistita ed eliminando disuguaglianze e discriminazioni nell'accesso a tali pratiche. Il che significa che tali pratiche devono essere svolte gratuitamente nelle strutture pubbliche senza alcuna limitazione di sorta (sesso, stato civile, età, ecc.) e sottratte alla speculazione dei centri privati.
Crediamo che nessun vincolo vada posto alla ricerca e agli interventi in campo biomedico che abbiano come fine lo sviluppo della conoscenza scientifica e del controllo della donna e degli uomini sulla propria riproduzione. Siamo consapevoli che in questo campo c'è il rischio non solo di manipolazione e di usi non leciti, ma anche di speculazioni da parte del mercato.
Ogni progresso scientifico può rappresentare in regime capitalistico e imperialistico, dove la legge suprema è quella del massimo profitto e del dominio del più forte sul più debole, un pericolo per il proletariato e le masse sfruttate e può essere oggetto di speculazioni economiche e strumento di oppressione. La soluzione non sta però nel fermare il progresso scientifico, ma nel lottare per imporre per quanto è possibile alla classe dominante borghese un uso non nocivo della ricerca scientifica nella prospettiva di porla completamente al servizio dell'umanità una volta che il potere politico sarà saldamente in mano alla classe operaia.
Di fronte a quest'ennesima offensiva del governo del neoduce Berlusconi e delle forze clerico-fasciste presenti trasversalmente in parlamento, torna di piena attualità l'appello lanciato dal nostro Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, alla commemorazione di Mao del 16 settembre scorso agli "intellettuali progressisti e democratici (filosofi, economisti, storici, giuristi, insegnanti, scienziati, biologi, medici, scrittori, giornalisti, artisti, attori, musicisti, ecc.) affinché diano corpo e vita a un grande esercito della cultura proletaria rivoluzionaria al servizio del PMLI, del proletariato e della nobile causa del socialismo''. "Non è detto - proseguiva il compagno Scuderi - che tutti siano membri del nostro Partito. La nostra speranza e il nostro auspicio è che quelli tra di loro più sensibili, più vicini al proletariato, e meno inquinati dall'influenza borghese, capiscano la situazione e le proprie responsabilità sociali, politiche e culturali, escano dal pantano riformista in cui ora si trovano, e cooperino attivamente con noi per propagandare tra le masse il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e per smascherare, combattere e battere la cultura della borghesia''. La lotta sul fronte culturale è fondamentale e parte integrale della lotta di classe perché senza di essa non è possibile riportare la vittoria sul sistema capitalistico e la sua sovrastruttura statale, politica, giuridica e culturale.

19 giugno 2002