Per la scandalosa gestione del sistema sanitario pugliese
Rinviato a giudizio per corruzione il ministro Fitto
Alla sbarra anche il boss della Sanità Angelucci

L'11 dicembre scorso il Giudice per l'udienza preliminare (Gup) di Bari Rosa Calia ha deciso il rinvio a giudizio del ministro per gli Affari Regionali, il berlusconiano di ferro Raffaele Fitto, accusato di corruzione, abuso d'ufficio, peculato e illecito finanziamento al partito.
I fatti risalgono al periodo in cui Fitto era presidente della regione Puglia. L'accusa è di aver ottenuto, durante la campagna elettorale per le regionali del 2005, una tangente da 500mila euro pagata dall'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, anch'egli rinviato a giudizio.
Secondo l'accusa la tangente è stata versata al movimento "La Puglia prima di tutto", fondato dall'ex governatore pugliese. In cambio, le società di Angelucci si sono aggiudicate l'appalto per la gestione delle Rsa, residenze sanitarie assistite pugliesi.
Fitto è stato invece prosciolto dalle accuse più gravi e infamanti inerenti l'associazione a delinquere, concussione e tre episodi di falso, relativi a fasulle attestazioni di spese di rappresentanza per le quali nel giugno del 2006 i pubblici ministeri chiesero l'arresto.
Tra i 77 imputati nel procedimento, denominato "La Fiorita", c'era anche Mario Morlacco, ex direttore dell'Ares (Azienda regionale sanitaria) di Puglia e oggi sub commissario alla Sanità del Lazio, accusato di falso e poi prosciolto.

10 febbraio 2010