Per "difendere e realizzare la costituzione"... borghese
Fondata la Federazione della sinistra... borghese
Il "socialismo del XXI secolo" è solo una mistificazione. Napolitano le affida il compito di ricucire il distacco dei giovani e dei lavoratori dalle istituzionio
Un'altra trappola elettorale dei trotzkisti, al servizio del "centro-sinistra"

Il 20 e 21 novembre si è tenuto a Roma il congresso di fondazione della Federazione della sinistra (FDS), il nuovo partito nato dalla fusione di Rifondazione trotzkista di Paolo Ferrero, Claudio Grassi e Fosco Giannini con il PdCI revisionista di Oliviero Diliberto, più i socialdemocratici di Socialismo 2000 di Cesare Salvi e Lavoro e solidarietà del riformista Gian Paolo Patta. Si compie così la riunificazione di trotzkisti, revisionisti e riformisti dopo la scissione da Rifondazione attuata da questi ultimi per puntellare il primo governo Prodi, seguita poi dalla fallimentare partecipazione di tutte queste forze al secondo governo Prodi in funzione di copertura a sinistra e le disastrose elezioni del 2008 che portarono alla loro cancellazione dal parlamento e alla nuova scissione di Sinistra ecologia e libertà (Sel)di Vendola.
Una riunificazione ancora più a destra di prima, come si vede già dal nuovo simbolo adottato dal congresso, che conserva "ancora" (ma per quanto?) la bandiera rossa con la falce e martello, ma dietro la quale spunta la bandiera italiana, a richiamare il vecchio simbolo del PCI revisionista e al tempo stesso la Costituzione borghese, che la nuova formazione politica pone esplicitamente a suo fondamento. Inoltre, a ulteriore conferma di ciò, dal simbolo sparisce definitivamente ogni riferimento al comunismo che compariva ancora nei simboli delle due componenti principali.
Ma non è solo una questione di simboli. Il definitivo abbandono del socialismo come obiettivo strategico per abbracciare un riformismo di classico stampo socialdemocratico, come quello riesumato appunto dal PCI revisionista, e per di più inserito in una cornice di gretto tatticismo elettoralistico, senza principi e finalizzato alla mera sopravvivenza, è conclamato e scritto nero su bianco nei documenti ufficiali e traspare da tutti gli atti e gli interventi del congresso.
Nel Documento politico, pubblicato solo in sintesi dalla FDS, si parla infatti di "socialismo del XXI secolo", prendendo così definitivamente le distanze dal socialismo classico teorizzato da Marx ed Engels e sviluppato e realizzato da Lenin, Stalin e Mao in Unione Sovietica e in Cina. Come a dire che socialismo e dittatura del proletariato sono concetti morti e sepolti nella storia del '900 e che in questo secolo occorre ripartire da zero per reinventarsi solo un socialismo "possibile" nell'ambito del capitalismo e dell'imperialismo, sul modello socialdemocratico-liberale alla Chavez.
In realtà questo pseudo "socialismo del XXI secolo" è solo una vuota formula retorica, una mistificazione revisionista, socialdemocratica e trotzkista per ingannare i militanti in buona fede che aspirano ancora sinceramente al socialismo. Nella pratica, invece, l'orizzonte della FDS si ferma al massimo, come si legge sia nel programma che nello statuto, alla "difesa e piena attuazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza". Cioè alla Costituzione borghese, che per di più è stata anche fatta ormai a brandelli dal regime neofascista imperante. Regime neofascista che, per inciso, non viene neanche nominato di striscio, così come non si trova alcun riferimento a Berlusconi come il suo nuovo Mussolini.

Offerte elettorali
All'interno di questo ristretto e rinunciatario orizzonte, poi, l'unico obiettivo concreto della FDS è quello di favorire la nascita di un cartello elettorale con SEL da una parte, e con il PD dall'altra, nella speranza di rientrare in parlamento e riottenere i finanziamenti necessari alla sua sopravvivenza. Alla formazione di Vendola la FDS rivolge inviti accorati e insistenti, appellandosi all'esempio della convergenza sul nome di Pisapia alle primarie del "centro-sinistra" a Milano. Inviti a cui SEL fa orecchie da mercante, sapendo di viaggiare attualmente sulla cresta dell'onda nei sondaggi elettorali, con Vendola che mira addirittura all'egemonia del "centro-sinistra", per cui la piccola percentuale rappresentata dalla FDS non gli fa gola più di tanto.
Potrebbe viceversa, quantomeno in vista delle prossime amministrative, interessare al PD, che ha inviato al congresso il coordinatore Maurizio Migliavacca, il quale ha ammesso che ci possa essere "un orizzonte comune" tra i due partiti nella "difesa dei valori della Costituzione e del rinnovamento della democrazia italiana in senso europeo". Proprio quello che la FDS ha offerto al PD, e cioè, come recita il Documento, "un tavolo per costruire insieme la massima forma di unità possibile, invertendo la tendenza alla divisione e alla contrapposizione". Per fare cosa? Per "dar vita costruendola da oggi, a una coalizione democratica per sconfiggere Berlusconi e Bossi, sulla base di una piattaforma di ripristino e di rinnovamento della nostra democrazia". In altre parole FDS è pronta a partecipare ad una grande coalizione elettorale, per difendere la Costituzione e battere Berlusconi, che arrivi ad includere, come ha precisato Salvi nella relazione, anche l'UDC e con la sola esclusione di FLI: "È il Partito democratico che deve prendere l'iniziativa. Decida quali alleanze e quale programma. Apriamo un confronto. Noi siamo pronti", ha detto Salvi. Dopo tanto sbattere di qua e di là si torna dunque alla casella di partenza: a fare da stampella elettorale al PD sul suo fianco sinistro, dove non a caso il partito liberale di Bersani è più scoperto. E nemmeno c'è da prendere troppo sul serio la promessa solenne che stavolta, se ci sarà un altro governo di "centro-sinistra", FDS non vi prenderà parte ma lo appoggerà solo dall'esterno, visto che brucia ancora la batosta elettorale del 2008. Però, siccome il lupo perde il pelo ma non il vizio, ecco subito Diliberto, in un'intervista rilasciata a L'Unità proprio all'apertura del congresso, estendere la proposta di apertura al PD all'offerta di un "patto di legislatura", che è qualcosa di molto più ambizioso di un semplice appoggio esterno.

L'ultima trasformazione di un imbroglio
Tutto ciò conferma quanto le divisioni del passato tra questi imbroglioni politici, fossero solo di facciata e strumentali a coprire a sinistra il PDS prima e i DS e il PD poi, ogni volta spostandosi un po' più a destra, col solo scopo di imbrigliare i sinceri rivoluzionari e fautori del socialismo al carro della "sinistra" borghese e impedire che si uniscano all'autentico partito del proletariato e del socialismo, il PMLI. La FDS rappresenta solo l'ultima trasformazione di questo imbroglio, un'altra trappola elettorale al servizio del "centro-sinistra" e delle istituzioni borghesi, per impedire che gli operai e i giovani si stacchino definitivamente da loro.
Lo ha ben capito il rinnegato Napolitano che, rispondendo al caloroso messaggio inviatogli dal congresso, ha scritto infatti: "Non mancherò di dare attenzione al progetto politico affidato al vostro congresso, così come ad ogni contributo allo sviluppo ulteriore della partecipazione - partendo da diverse motivazioni ideali - delle giovani generazioni, dei lavoratori, dei cittadini alla vita politica. L'indebolirsi di tale partecipazione, il distacco dalle istituzioni repubblicane e dalle organizzazioni rappresentative di un molteplice impegno sociale, sono rischi da scongiurare attraverso ogni libera nuova iniziativa".

1 dicembre 2010