Per la prima volta fuori dai confini europei e senza l'appoggio logistico della Nato
Le forze armate della Ue sbarcano in Africa "missione di pace" in Congo
Il 6 giugno l'arrivo dei primi due cargo dell'esercito francese a Bunia, importante città nel nordest della Repubblica democratica del Congo, ha segnato l'inizio dell'operazione "Artemide", autorizzata il 30 maggio dall'Onu e ratificata il 5 giugno dal Consiglio dei ministri dei quindici paesi dell'Unione europea. Per la prima volta l'Ue partecipa ad un'operazione militare al di fuori dei confini europei e senza l'appoggio logistico della Nato.
Ufficialmente i circa 1.500 soldati europei dovrebbero partecipare ad una "missione di pacificazione" fra etnie rivali, a "ripristinare la legalità"; in realtà lo sbarco delle forze armate Ue in Congo rientra nel processo di accelerazione dei tempi per dotarsi di un proprio esercito per difendere i propri interessi ovunque nel mondo. Come gli Usa.
Il controllo politico e strategico del contingente è affidato al Comitato politico e di sicurezza dell'Unione. La Francia ne ha assunto il comando con uno stato maggiore multinazionale con base a Parigi e un generale francese, Jean Paul Thonier, che guiderà le truppe sul campo. La metà del contingente sarà transalpino, mentre hanno dato la loro disponibilità ad un sostegno in uomini o logistico Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Germania, Italia e Spagna. Il ministero della Difesa italiano ha indicato per ora la partecipazione di due ufficiali nella struttura di comando e controllo.
La missione, che avrà regole d'ingaggio piuttosto ampie, ossia seppur limitatamente alla zona di Bunia e dintorni gli europei potranno sparare, perlustrare, inseguire ed arrestare, ha sollecitato l'evidente soddisfazione dei rappresentanti della superpotenza imperialista europea.
"Non è una missione facile. Ci sono delle persone che si uccidono tra di loro e noi le dobbiamo separare", ha esordito il responsabile della politica estera e di difesa dell'Ue Javier Solana, che ha poi sottolineato la novità della missione: "è la prima missione militare interamente dell'Ue, molto importante anche dal punto di vista politico e umanitario. Dovremo dimostrare le nostre capacità in un contesto difficile come il Congo". Ed i primi scontri a fuoco con i soldati francesi avvenuti a Bunia, secondo Aldo Ajello, da tempo responsabile dell'Ue in Congo, dimostrano "che la forza Ue ha un mandato più incisivo rispetto ai soldati Onu" già presenti nel paese africano come osservatori militari.
Se per bocca del suo segretario generale Robertson, la Nato, che è stata solo informata dell'operazione "Artemide", ha ribadito la decisione di "non impegnarsi" in Congo elogiando a denti stretti il "valore umanitario" della missione Ue, gli Usa non sono riusciti alla stessa maniera a nascondere l'irritazione. Il segretario alla Difesa Rumsfeld ha criticato seccamente la creazione di una forza speciale di intervento europea in Congo e partendo l'11 giugno per Bruxelles per una riunione della Nato ha affermato: "La distinzione tra vecchia e nuova Europa riguarda la diversa visione delle relazioni transatlantiche".
Una "diversa visione" foriera di nuove e acuite contraddizioni interimperialistiche.