Candidata capolista al Senato per l'Italia dei valori
Franca Rame: da "Soccorso rosso" al partito anticomunista e neofascista di Di Pietro

"È con orgoglio che annunciamo la candidatura con Italia dei valori di Franca Rame, come capolista al Senato in Lombardia e in altre regioni italiane". È quanto afferma l'anticomunista ed ex pm Antonio Di Pietro, secondo cui "la candidatura di Franca, impreziosisce e arricchisce il Partito". E così ancora una volta si ripete la parabola degli anarcoidi e trotzkisti che, una volta gettata la maschera, finiscono immancabilmente nell'ultradestra.
Parabola che calza a pennello Franca Rame, che insieme al marito Dario Fo, negli anni Settanta criticava da sinistra il PCI magari fiancheggiando il controrivoluzionario terrorismo brigatista, quando durante i loro spettacoli raccoglievano finanziamenti per il famigerato "Soccorso rosso" (ossia per pagare i collegi di difesa dei brigatisti).
Nel 1985 si candida alle amministrative (nel collegio di Roma e in quello Varese-Pavia per le regionali e a Torino per le comunali) nelle liste dei Verdi sulla base di un programma incentrato contro le carceri e in cui si rivendica la scarcerazione dei prigionieri politici e un'amnistia-indulto generalizzata, che vedeva nel comitato di sostegno alla candidatura anche un nutrito gruppo di "fuoriusciti politici" (modo elegante per dire terroristi latitanti) tra cui Oreste Scalzone (ex leader di "Autonomia Operaia") e Franco Piperno (ex capo di "Potere Operaio" e di "Autonomia operaia"), che successivamente saranno protagonisti di clamorose abiure del comunismo e della rivoluzione e torneranno all'ovile dei vituperati partiti della "sinistra" borghese.
76enne, figlia di una famiglia borghese di attori teatrali, e attrice da sempre ella stessa, nel 1954 si sposa con Dario Fo, presentatosi di recente alle primarie del "centro-sinistra" per l'elezione del neopodestà di Milano. Nel 1969, evidentemente influenzati dalla Grande Rivolta del Sessantotto rompono col teatro borghese e si danno al teatro cosiddetto "militante" e femminista. Politicamente attraversano prima una fase di avvicinamento al PCI, da cui poi si allontaneranno giudicandolo "revisionista", ma non si distaccheranno mai dal parlamentarismo borghese e sosterranno i gruppi e i partiti antimarxisti-leninisti che vanno da "Lotta Continua", ad "Avanguardia operaia" a "Democrazia proletaria".
Nel 1973 Franca Rame è vittima di un barbaro sequestro da parte di una squadraccia fascista che la picchia selvaggiamente e la stupra. Alcuni anni dopo, secondo un teste del processo di Bologna, il fascista Angelo Izzo, emerse che quella vile spedizione punitiva si sarebbe svolta con la copertura, o addirittura la regia, del vertice della Divisione Pastrengo dei carabinieri, che si scoprì affiliato alla P2.
Emarginati professionalmente dalla tv di Stato a metà degli anni '60, alla fine degli anni '90 vengono perdonati e riaccettati, in special modo dopo l'assegnazione del premio Nobel a Dario Fo. Come negli anni Settanta si erano affannati a dare credibilità ad ogni tipo di imbroglioni trotzkisti in funzione anticomunista, ai nostri giorni, in pieno regime neofascista, sono responsabili dell'accreditamento del fucilatore di partigiani Giorgio Albertazzi con cui Fo ha condiviso non solo il passato repubblichino ma anche la scena e una serie di puntate teatrali trasmesse dalla Rai.
Ora, accettando l'offerta del forcaiolo Di Pietro e del democristiano Orlando a correre per l'Italia dei valori, la Rame, si propone di drenare i voti "della gente schierata a sinistra" che "potrebbe scegliere di nuovo di disertare le urne in mancanza di candidati credibili", di catturare i "troppi delusi a sinistra" che è ancora "nel dubbio se votare o meno". Insomma la Rame è andata con Di Pietro perché, come lei stessa ammette, "è stato l'unico a offrirmi la possibilità di entrare in Senato: siamo in guerra e non possiamo stare alla finestra". Peccato che si sia schierata anche questa volta dalla parte sbagliata, al servizio di un partito anticomunista e neofascista, per i personaggi che lo compongono e per la linea politica espressa e che nel 2001 non esitò a allearsi con i fascisti del Movimento sociale europeo capeggiati da Roberto Bigliardo nato da una scissione dalla Fiamma di Rauti.

8 Marzo 2006