La "sinistra" borghese batte la destra
La metà dell'elettorato francese diserta le urne
Il 70-80% dei giovani delle periferie urbane non è andato ai seggi. Si sono astenuti di più gli operai e i disoccupati

Il voto per le elezioni regionali in Francia che si è svolto nei due turni del 14 e del 21 marzo ha punito la coalizione del presidente Nicolas Sarkozy e del premier Francois Fillon, battuti dalla coalizione della "sinistra" borghese formata da partito socialista, verdi e "sinistra radicale". Ma più della pura contabilità dei voti validi è da registrare che la metà dell'elettorato francese ha disertato le urne, delegittimando le istituzioni borghesi e i loro partiti in lizza. Al primo turno del 14 marzo la diserzione ha toccato la cifra record del 53,6% degli oltre 40 milioni di elettori, ben 16 punti percentuali in più rispetto al primo turno delle regionali del 2004, e si è sostanzialmente confermata nel secondo turno del 21 marzo col 48,9%. Solo nelle elezioni europee del 2009 la diserzione delle urne è stata superiore, col 59,37%.
Ne è uscita penalizzata la destra di Sarkozy, che rispetto alle legislative del 2007 ha perso 5 milioni di consensi, quasi la metà dei voti, una parte dei quali sono passati alla coalizione della "sinistra" borghese, parte alla destra del fascista Le Pen, la maggior parte ha contribuito all'aumento della diserzione.
Non intercettata dalla coalizione di "sinistra" che pure governava 20 delle 22 regioni metropolitane.
Al primo turno è stata evidente le diserzione degli operai, di lavoratori e disoccupati, dei giovani soprattutto delle periferie urbane con stime che arrivano fino all'80%. Un dato che si è ripetuto al secondo turno con stime della diserzione dal voto del 69% degli operai e del 64% degli impiegati.
Il ministro dell'ecologia, Jean-Louis Borloo, dopo i risultati del primo turno ha sostenuto che "quando 23 milioni di elettori non votano, su un corpo elettorale di 40 milioni, diventa difficile ragionare sulle percentuali". E in effetti è quantomeno parziale gridare alla vittoria, come ha fatto la coalizione della "sinistra" borghese che dallo stato comatoso delle politiche del 2007 spera di poter recuperare in vista delle presidenziali del 2011. Dove certamente Sarkozy arriva menomato dalla recente batosta.
La spartizione dei pochi voti validi non vede al primo turno nessuna delle coalizioni ottenere il 50%+1 dei voti. È stato tutto rimandato al secondo turno. Il vantaggio della "sinistra" borghese era in forse solo in quattro regioni: Champagne-Ardenne, Franca contea, Alsazia e Corsica. Le ultime due erano le uniche guidate dalla destra. Che alla fine ha mantenuto solo l'Alsazia e nei territori d'oltremare ha conquistato La Reunion, l'isola dell'Oceano indiano governata fino a oggi dal Partito comunista revisionista.
La coalizione della "sinistra" borghese ottiene il 54% dei consensi contro il 36% del blocco guidato dall'Ump di Sarkozy. Che non è più la prima forza politica del paese, ha ottenuto il 26,2% dei voti validi ed è stato superato dal partito socialista salito al 29,5%. Fra le altre formazioni si registra il crollo dei centristi del MoDem guidati da Francois Bayrou, di poco sopra il 4%, mentre il Fronte nazionale di Le Pen sfonda solo in dodici regioni e si attesta all'8,7%.

24 marzo 2010