Il fratello del Papa coinvolto nella pedofilia che dilaga tra i preti in Vaticano, Germania, Irlanda, Usa, Austria e Olanda

Il 16 marzo l'arcivescovado di Monaco di Baviera e Freising ha sospeso il prete con precedenti di abusi sessuali su minori per avere violato il divieto di occuparsi di bambini e adolescenti; il suo diretto superiore, Josef Obermaier, ha rassegnato le dimissioni. Il religioso era stato trasferito nel 1980 dalla diocesi di Essen nel Nord Reno-Westfalia, dove aveva commesso violenze su minori, a quella di Monaco di Baviera, nel periodo nel quale il Papa era arcivescovo del capoluogo bavarese e di Freising. Il sacerdote era stato trasferito allo scopo "di farsi curare" ma l'allora vicario generale della capitale bavarese, monsignor Gerhard Gruber, lo aveva messo in servizio in una parrocchia. Dove aveva continuato le violenze contro i ragazzi, fino alla denuncia e alla condanna a 18 mesi di prigione nel 1986. Dal novembre 1986 all'ottobre 1987 la Curia di Monaco lo ha destinato a cappellano di una casa per anziani e fino al maggio 2008 lo nomina viceparroco di Garching-Alz.
Questa vicenda, che chiama direttamente in causa anche Benedetto XVI, fa parte di una lunga serie di terribili casi di pedofilia e sevizie che dilagano tra i preti in Vaticano, Germania, Irlanda, Usa, Austria e Olanda che il Vaticano ha tentato di occultare e che solo negli ultimi anni stanno venendo alla luce.
Lo scandalo dei preti pedofili in Germania era iniziato con le rivelazioni sul collegio berlinese "Canisius Kolleg" dei gesuiti e si era allargato a Ratisbona, la città bavarese dove ha insegnato Benedetto XVI, e ai casi del coro dei ragazzi del Duomo della città, diretto dal 1964 al 1993 dal fratello del papa, Georg Ratzinger. Georg affermava di non essere mai stato a conoscenza degli abusi sessuali verificatisi nel coro, solo successivamente ammetterà solo di aver "assestato più volte schiaffi" ai ragazzi del coro. Uno di questi ragazzi che ha vissuto nel collegio dei Domspatzen fino al 1967 ha denunciato il "complesso sistema di punizioni sadiche, legato a voglie sessuali" e di violenze sessuali di cui erano vittime. "Tutti lo sapevano - ha denunciato - come mai il fratello del papa non si sarebbe accorto di niente, mi è incomprensibile".
Quando le denunce sono divenute una valanga, iI vescovo della città, ha riconosciuto che all'interno del coro sono stati commessi degli abusi e promesso "un'inchiesta trasparente". In Germania gli scandali hanno coinvolto 19 delle 27 diocesi esistenti.
I primi casi di pedofilia che riguardavano sacerdoti erano emersi negli Usa giù nel 1985. Casi per i quali si stima che la Chiesa abbia sborsato un volume enorme di risarcimenti tanto da sfiorare la bancarotta non solo morale ma anche materiale. Agli Usa sono seguiti i casi dell'Irlanda dove la prima denuncia per molestie commesse dai preti è arrivata nel 1998. Fra i tanti casi vi è quello che riguarda il vescovo Denis Brennan, della diocesi cattolica di Ferns, accusato di aver coperto per anni gli abusi nei confronti di minori. Da una inchiesta governativa risulta che ci sono stati migliaia di abusi fino al 2004 e che la chiesa ha "ossessivamente insabbiato le accuse, ponendo la sua reputazione al di sopra della protezione dei minori sotto la sua custodia".
Altri casi, almeno 17, sono venuti alla luce in Austria dove si è dimesso l'abate del monastero di Sakt Peter, il più antico e importante convento nell'area di lingua tedesca, per violenze su un giovane. E in Olanda dove sono 137 i sacerdoti, frati e suore coinvolti in casi di abusi, denunciati dal oltre 350 vittime.
Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, il 9 marzo tenta una difesa vergognosa: gli episodi di pedofilia non riguardano solo la Chiesa ma anche altri ambienti ed "è bene preoccuparsi anche di questi". Come dire, lo fanno tutti. Monsignor Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi, ha sostenuto che "quando c'è un sospetto di abuso, c'è sia il procedimento penale da parte dello Stato che quello interno da parte della Chiesa", secondo le norme volute da Papa Wojtyla nel 2001, quando su suggerimento dell'allora cardinale Ratzinger è stata assegnata alla Congregazione della Dottrina della Fede la competenza sui procedimenti riguardanti casi di pedofilia, per evitare che i vescovi locali continuassero a sottovalutare la gravità del fenomeno finendo col coprire i responsabili.
È proprio il caso di dire che si predica bene e si razzola male, come emerge dalla valanga di episodi di pedofilia e di violenze che solo adesso vengono alla luce. E il Vaticano non può pensare di tirarsi fuori con giudizi come quello di padre Lombardi o richiami a disposizioni mai o solo parzialmente applicate. Le responsabilità penali saranno giudicate dai tribunali, da cui i responsabili delle violenze non devono sottrarsi, quelle morali sono pienamente a carico del Vaticano come la sua pervicace insistenza a mettere a tacere il più possibile, a pagare le vittime non come risarcimenti ma perché stiano zitte. Un silenzio complice che al momento tocca anche Benedetto XVI.

17 marzo 2010