Indagato Garofano, comandante Ris di Parma
È accusato di truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio e falso ideologico

Truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio e falso ideologico sono le ipotesi di reato con le quali il procuratore Gerardo La Guardia ha aperto un fascicolo a carico del colonnello Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, il Reparto indagini scientifiche dei carabinieri famoso per aver svolto le indagini in clamorosi casi di cronaca come il delitto di Cogne, quello di Garlasco, il caso Erica e Omar, quello del serial killer Donato Bilancia ed altri.
All'origine delle indagini su Garofano, che ha dato le dimissioni dall'Arma, vi sarebbe un esposto presentato due anni fa al tribunale militare di Roma dall'avvocato Carlo Taormina, suo avversario nel processo contro Anna Maria Franzoni, che lo accusava di aver svolto consulenze a pagamento nell'orario di servizio servendosi di mezzi e personale del Ris. Secondo l'avvocato di Berlusconi, che ha annunciato anche una querela per diffamazione contro l'ex comandante, che è anche scrittore di libri di successo, per come lo ha trattato in un suo recente libro, al vaglio della procura di Parma, alla quale il pm militare ha rimesso gli atti non ritenendoli di competenza della magistratura ordinaria, vi sarebbero una quarantina di consulenze svolte da Garofano dal 2002 al 2009, tra cui quelle per i casi Erica e Omar, Cogne, Garlasco e via Poma. I reati scaturirebbero, sempre secondo Taormina, dal fatto che come consulente tecnico nominato dai pm o dai giudici l'indagato non può essere considerato pubblico ufficiale ma privato cittadino. Mentre invece avrebbe svolto le indagini utilizzando strutture e personale al suo comando, in orario di ufficio e percependo anche dei compensi.
Garofano, in una conferenza stampa tenuta il 16 novembre all'hotel Excelsior di Roma alla presenza dei suoi legali, ha sostenuto che le consulenze a pagamento fatte dal Ris di Parma rappresentano il 2% dei 6.500 casi trattati ogni anno dal reparto, e ha così cercato di scagionarsi dai pesanti reati contestatigli: "Abbiamo trattato casi molto complessi, come Cogne o l'omicidio di Tommaso Onofri. Quando ricevemmo gli incarichi dalle procure, la mia scelta era quasi sempre quella di svolgere l'attività nell'orario di lavoro senza perseguire emolumenti, proprio per rispondere in modo efficace e veloce". L'ex comandante ha ammesso cioè l'uso di strutture e personale del suo reparto e di aver svolto le indagini in orario di lavoro, ma solo per fare più presto e senza scopo di lucro. "Solo un piccolo numero di consulenze - ha aggiunto infatti - e io personalmente ne ho fatte due negli ultimi cinque anni, si facevano fuori dall'orario di lavoro percependo un emolumento. Ma tutto è sempre avvenuto alla luce del sole ed è stato regolarmente registrato".
Garofano si è detto anche indignato per come la sua domanda di congedo dall'Arma è stata collegata alla vicenda giudiziaria che lo riguarda. A suo dire essa sarebbe dovuta infatti non a quest'ultima bensì a motivi "personali, professionali e familiari", legati al suo trasferimento dal Ris di Parma al Racis di roma, il Raggruppamento investigazioni scientifiche da cui dipendono i vari Ris, tra cui anche quello di Parma.
Il trasferimento era stato disposto dal Comando generale dell'Arma dopo che Garofano si era candidato alle elezioni europee nella lista dell'Mpa collegata a La destra di Storace. Pur non essendo stato eletto il regolamento dell'Arma lo rendeva incompatibile con la permanenza nella regione dove si era candidato, e perciò ne era stato ordinato il trasferimento. Garofano era ricorso al Tar dell'Emilia-Romagna che gli aveva dato ragione, ma una successiva sentenza del Consiglio di Stato aveva confermato il trasferimento. Da qui, a suo dire, la decisione di lasciare anticipatamente il servizio.
Al di là della diatriba che oppone due prime donne della scena poliziesco-mediatica, con agganci anche alla politica (l'uno con Berlusconi, l'altro con Lombardo e Storace), questa vicenda insegna come nell'attuale regime neofascista la corruzione non risparmi nessuna parte delle istituzioni e dei suoi uomini, con un intreccio sempre più inestricabile tra affari, politica e apparati dello Stato. E come la ricerca dei vantaggi personali sia diventata la norma per chi esercita il potere ad ogni livello.

27 gennaio 2010