"Percorsi ginnico-militari" e lezioni di tiro per gli studenti
Gelmini-La Russa rilanciano nelle scuole pratiche da ventennio mussoliniano

di Federico Picerni*
Che il governo Berlusconi fosse sulla buona strada per la fascistizzazione della scuola, non è certo una novità. Basti ricordare il "Campo Giovani" fra le Forze armate, proposto dalla Meloni, o le "vacanze fra gli alpini" di La Russa. Ma la nuova iniziativa recentemente presa denominata "Allenati per la vita", è una vera e propria ricostituzione dei balilla del ventennio mussoliniano secondo il motto "libro e moschetto fascista perfetto".
L'iniziativa avrà come banco di prova la Lombardia, dove questo "corso" è stato avviato per le scuole superiori a seguito della firma di un protocollo fra l'Ufficio scolastico regionale ed il Comando militare regionale, con il beneplacito e lo zampino dei ministri Gelmini e La Russa, tanto che nel protocollo si legge che l'iniziativa "è supportata dalla sinergia del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero della Difesa". Si tratterà sostanzialmente di corsi di primo soccorso, arrampicata, nuoto e salvataggio e "orienteering", cioè esercitazioni di sopravvivenza e orientamento in ambienti ostili, nonché "corsi ginnico-militari", fra i quali vanno inclusi l'uso della pistola ed il tiro con l'arco; il tutto insegnato da militari in congedo. "Le attività in argomento", viene detto, "permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso", servirebbe ad incrementare il rispetto "della legalità, della Costituzione, delle istituzioni" e a contrastare il bullismo "grazie al lavoro di squadra". È universalmente noto, infatti, che bisogna imparare a sparare e a sottoporsi alla disciplina militare per rispettare la legalità.
La prova finale consisterà in una "gara pratica fra pattuglie di studenti" (sic) ed il corso avrà valore di credito formativo.
Bisogna comunque sottolineare che, benché sia stata ora concretizzata e ufficializzata dalla nera diade Gelmini-La Russa, l'iniziativa era già stata sperimentata nel 2005 e nel 2007 era stata protocollata per la prima volta dal governo Prodi della "sinistra" borghese.
L'obiettivo di questo programma è per noi ben chiaro: fascistizzare la scuola, irreggimentare gli studenti mediante la loro sottomissione alla disciplina militare, indottrinarli nel rispetto delle istituzioni e dell'ordine borghesi.
Che si tratti di un atto in tutto e per tutto fascista, non se ne è accorto, tanto per cambiare, il PD, salvo casi isolati e innocui. Se ne sono accorti parecchi docenti e l'organizzazione "Tavola della pace" che hanno protestato per questa intromissione pratica e culturale dell'Esercito nelle scuole; se n'è accorta persino Famiglia Cristiana, che è stata fra i primi che ha denunciato l'iniziativa.
Alle proteste risponde con una nota il Ministero dell'Istruzione, che però non fa altro che confermare il nero disegno che c'è alle spalle. Mentre cerca di sganciarsi dalle accuse, sostenendo che "Non è affatto finalizzata all'esaltazione della cultura militare" perché "Alla firma del protocollo infatti, erano presenti enti come la Croce Rossa e Associazioni di volontariato a vario livello, che poi parteciperanno alla realizzazione delle attività", come se ciò potesse in qualche modo cambiare la situazione, si dice infine che le esercitazioni del corso "Non sono attività paragonabili a tecniche militari, bensì sono le stesse che si svolgono a livello olimpionico". Una contraddizione dopo l'altra, dato che nel protocollo si dice che scopo del progetto è "introdurre corsi specifici ed attività tecnico/pratiche, per avvicinare la realtà scolastica alle Forze Armate" (pag. 4), mentre fra le discipline da apprendere è esplicitamente indicata la "cultura militare" (pag. 8). Come fanno allora i gerarchi di viale Trastevere a dire che non è un'iniziativa "finalizzata all'esaltazione della cultura militare"? È evidente che lo scopo è proprio quello, e, aggiungiamo noi, rientra nella più generale restaurazione del fascismo portata avanti dal neoduce Berlusconi.
Sommerso dalle critiche, il ministro della Difesa La Russa si è visto costretto a dichiarare: "E' un progetto voluto dal centrosinistra che non ho bloccato perché condivido. Comunque la mia intenzione, e ne parlerò con il ministro Gelmini, è quella di chiuderlo l'anno prossimo e utilizzare questi fondi per la mini-naja". Come dire: intanto va avanti, anche se dal prossimo anno il processo di militarizzazione della scuola e del Paese punterà soprattutto sullo strumento della "mini-naja".
Vale la pena di ricordare che nell'aprile 1926, il regime fascista di Mussolini istituiva l'Opera nazionale Balilla come "ente morale" al di sotto del governo e indicava fra le sue finalità "servizi di assistenza e di educazione fisica e morale della gioventù". Poco cambia, e solo nelle parole, fra i balilla che tramite la disciplina militare dovevano imparare a servire il regime fascista e le sue istituzioni, e gli "allenati per la vita" che tramite la disciplina militare devono imparare a servire la Costituzione e le istituzioni della terza repubblica neofascista, presidenzialista, federalista, interventista e xenofoba.
Cos'altro serve ancora per dimostrare che occorre al più presto un nuovo 25 aprile per cacciare il nuovo Mussolini?

*Responsabile per il CC del PMLI del lavoro giovanile
29 settembre 2010