"Gli altri" esalta l'attacco di Medvedev a Stalin
Lo squallido giornale filoberlusconiano di Sansonetti si unisce al coro dei fascisti e degli anticomunisti

Se qualcuno può ancora avere qualche dubbio sulla reale collocazione politica a destra de "Gli Altri" diretto dall'anticomunista Piero Sansonetti, che continua provocatoriamente ad autoproclamarlo un quotidiano (nel frattempo è diventato settimanale) "di sinistra", si vada a leggere il numero del 1° novembre 2009, la cui ultima pagina è interamente dedicata a calunniare e criminalizzare Stalin e la storia dell'Urss socialista, nel più perfetto stile degli anticomunisti classici e dei fascisti, tanto che cambiandogli la testata la si potrebbe facilmente scambiare per una pagina del "Secolo d'Italia", del "Giornale" o di "Libero".
L'articolo, col titolo "Il rinnegato Stalin - Medvedev denuncia: criminale", prende spunto, facendone l'esaltazione, da un intervento del presidente Russo fatto il 30 ottobre, nella ricorrenza istituita per ricordare una manifestazione del 30 ottobre 1974 per commemorare la giornata del detenuto politico. Nel suo discorso, racconta compiaciuto l'articolo de "Gli Altri", Medvedev ha definito Stalin "un criminale" e ha denunciato "le lacune storiche che ancora ci sono nell'insegnamento della storia" (che evidentemente non è stata ancora revisionata a sufficienza), lamentando "la mancata costruzione di un museo nazionale della memoria" e incoraggiando le organizzazioni non governative ad "andare avanti con le loro ricerche". Evidentemente per calunniare e infangare ancora di più Stalin e l'Urss socialista, aggiungiamo noi.
"Gli Altri" infatti si mostra assai allarmato dal moltiplicarsi in Russia dei segnali che rivelano nel Paese e nella popolazione una rinascente ammirazione per Stalin, come il referendum di un anno fa su Internet in cui Stalin risultò per molto tempo il più votato in una graduatoria tra gli uomini illustri. Specie "se si pensa - si rammarica l'autore dell'articolo - che fino alla Perestrojka il suo nome non poteva essere pronunciato in pubblico e che durante il tentativo riformatore di Gorbaciov, egli divenne il sinonimo di tutti i mali dell'Urss".
E giù naturalmente, a seguire, regolamentare valanga di accuse sulle fucilazioni e i massacri ordinati dal "criminale" Stalin, tanto che a detta del giornale di Sansonetti "se non ci fosse stata quella repressione oggi la popolazione russa sarebbe di circa 300 milioni di persone, il doppio". Neanche lo sfiora il dubbio che in tale ecatombe possano eventualmente entrarci qualcosa i 28 milioni di morti che l'Urss ha subito nella seconda guerra mondiale, il contributo di sangue di gran lunga più alto pagato da un Paese per sconfiggere il nazi-fascismo.
Ma tant'è, se lo scopo è quello di fare lo stesso sporco lavoro anticomunista della destra e dei fascisti, e magari anche meglio di essi, non può permettersi di guardare troppo per il sottile. Giudizio esagerato e fazioso, il nostro? Non tanto, a leggere sullo stesso numero in questione, un editoriale-appello di Sansonetti agli imprenditori italiani (tra cui, citati espressamente tra decine dei maggiori gruppi industriali, Fiat, Piaggio, Pirelli, Mondadori, Microsoft, Marcegaglia, ecc.) per farsi sponsor, o attraverso la pubblicità o meglio ancora diventandone azionisti (sic), del povero e nullatenente foglio sedicente "di sinistra"; "sinistra" che però, aggiunge precipitosamente il direttore a scanso equivoci, "per rinascere ha bisogno di idee e del superamento di vecchie appartenenze. La sinistra per rinascere, deve compiere incursioni nel campo della destra, e viceversa".
Incursioni che da parte sua Sansonetti non si fa di certo mancare, a giudicare dalle sue servizievoli e compiacenti comparsate da Vespa e in altri salotti tv e dalle sue continue prese di posizione provocatorie di destra, da lui spacciate come "controcorrente", ma in realtà puramente e semplicemente reazionarie e filoberlusconiane. Per non parlare degli anticomunisti, come il rinnegato Giampaolo Pansa, e dei fascisti, come i caporioni di Casa Pound, che trovano sempre più calda e compiacente accoglienza sulle pagine del suo squallido giornale di area Sinistra e libertà, come hanno anche denunciato due suoi giornalisti che si sono dimessi per protesta dalla redazione con una lettera assai dura ed esplicita, visibile sul sito online, in cui denunciano senza mezzi termini che "Gli Altri" è un giornale che "parteggia e strizza l'occhio ai fascisti del nuovo millennio. Ne è affascinato forse perché trova in quegli ambienti del credito personale che altrove non trova".

13 gennaio 2010