Con la connivenza di Ciampi
Golpe istituzionale per salvare Berlusconi dai processi
Sdi e Udeur si astengono
DS, Margherita, PRC, PdCI E Verdi farfugliano
"Il lodo Maccanico ha messo l'Italia in linea con gli altri paesi". Dalla prossima settimana metteremo all'ordine del giorno "il riordino di tutto l'ordinamento giudiziario per dare agli italiani la certezza di non poter ciascuno di loro subire quei calvari che io ho provato in prima persona e che nessuno, nessuno, nessuno dovrà più essere chiamato ad affrontare". Se qualcuno avesse mai abboccato alla favola che Ciampi si sarebbe "rassegnato" a sacrificare a Berlusconi il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge nella speranza di rabbonirlo e ridurne le pretese, con questa dichiarazione baldanzosa e al tempo stesso carica di nuove minacce all'indipendenza della magistratura, è servito a dovere.
Il 18 giugno alla Camera, a tempi di record come voleva il neoduce, la Casa del fascio si è votata in via definitiva la legge salva-Berlusconi, detta "lodo Schifani" (o anche "lodo Maccanico, dal nome del suo ideatore, l'ex ministro per le riforme istituzionali, ex repubblicano e oggi esponente della Magherita, Antonio Maccanico), che sospende tutti i procedimenti, per qualunque reato e da qualunque data istruiti, per le cinque più alte cariche istituzionali, tra cui, naturalmente, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Dopo aver respinto tutte le eccezioni di incostituzionalità, la Casa del fascio ha votato compattamente la legge, con 302 sì. DS, Margherita, Verdi, PdCI e Rifondazione non hanno partecipato al voto (salvo la responsabile DS per la giustizia, Finocchiaro, che è rimasta e ha votato no), abbandonando l'aula dietro sollecitazione dei gruppi di girotondini che stazionavano protestando davanti a Montecitorio. Sdi e Udeur si sono invece astenuti, come già avevano fatto al Senato. Si sono astenuti anche il verde Boato, relatore del provvedimento di attuazione dell'art. 68 della Costituzione, nel quale era stato inserito l'emendamento salva-Berlusconi, e lo stesso padre spirituale di questa infame legge, Maccanico, che non ha votato a favore solo per i modi e i tempi scelti per approvarla. Non senza però perdere l'occasione, da ambasciatore del Quirinale quale egli viene accreditato, per sottolineare che comunque la legge è perfettamente in regola con la Costituzione. Riscuotendo per questo il plauso a scena aperta di diversi deputati della maggioranza.

Lo sporco gioco di Ciampi
Ignorando totalmente le critiche scandalizzate della stampa internazionale e gli appelli a non firmare questa legge palesemente incostituzionale da parte dei girotondini, di ex magistrati autorevoli come D'Ambrosio e Borrelli, di presidenti emeriti della Corte costituzionale come D'Elia e Ferri, di quaranta insigni giuristi e professori di Diritto di diversi atenei d'Italia ecc., Ciampi ha firmato subito la legge, che è così entrata in vigore appena due giorni dopo la sua approvazione in parlamento, bloccando automaticamente ben cinque processi ancora aperti a carico di Berlusconi: Sme, All Iberian, Lentini, consolidato Fininvest, Sme-bis (per il solo falso in bilancio).
Il capo dello Stato aveva facoltà di aspettare un mese, prima di firmare, ma ciò avrebbe potuto consentire al tribunale di Milano di andare avanti col processo Sme, e al pm Boccassini di pronunciare la requisitoria contro l'imputato Berlusconi, cosa che l'inquilino del Quirinale voleva a tutti i costi evitare, per salvaguardare il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea. In questo modo, invece, intanto i processi verranno stoppati, a cominciare dal processo Sme la cui prossima udienza era prevista per il 25 giugno. Un eventuale giudizio di incostituzionalità dovrà essere pronunciato dalla Corte costituzionale, il che non avverrà di certo prima dei prossimi sei mesi. Inoltre a gennaio decadrà uno dei giudici del processo di Milano, che così dovrà ricominciare da capo, andando incontro alla prescrizione che si fa sempre più vicina.
E' sapendo benissimo tutto questo che Ciampi ha lavorato alacremente dietro le quinte per far passare e promulgare in tempi così stretti questo vero e proprio golpe istituzionale, che non a caso viene ormai chiamato da molti il "lodo Ciampi". Si dice che è grazie al suo intervento se la legge salva-Berlusconi non è stata approvata addirittura per decreto. Tante grazie. Ma se non è zuppa è pan bagnato. In che cosa differisce, infatti, nella sostanza, da un decreto governativo questa legge decisa e approvata in fretta e furia nel giro di un mese a colpi di maggioranza e controfirmata a tambur battente dal capo dello Stato?
Se Berlusconi l'ha voluta, è stato Ciampi che l'ha imbellettata con le sue modifiche per mascherare alla meno peggio la sua sconcezza. Ed è stato sempre lui a fare pressioni sulla magistratura affinché il tribunale di Milano accogliesse i ricorsi degli avvocati di Berlusconi per ritardare la requisitoria fino all'entrata in vigore della legge. Col pretesto di salvare il prestigio dell'Italia durante il semestre di presidenza della Ue, Ciampi non ha esitato ad avallare quella che a detta di molti è la più grave e anticostituzionale legge della storia repubblicana, peggiore della stessa "legge truffa" di democristiana memoria. Si conferma così in pieno, come abbiamo denunciato fin da subito, il suo ruolo di copertura e di protezione del neoduce Berlusconi, come e peggio del ruolo esercitato dal re Vittorio Emanuele III nei confronti di Mussolini.

La resa anticipata del "centro-sinistra"
Per quanto l'esito di questa vicenda fosse già stato scritto fin dall'inizio, colpisce tuttavia la stupefacente facilità con cui ha potuto svolgersi e compiersi, senza che da parte dell'"opposi-zione" di "centro-sinistra" sia stato opposto nessun serio ostacolo in parlamento. Nessun tentativo di ostruzionismo, nessun boicottaggio istituzionale, nessuna protesta clamorosa, se si eccettua l'uscita finale dall'aula, di malavoglia e solo per non essere sconfessati dai girotondini. Nessun appello a Ciampi a non firmare, nessuna critica alla sua sfacciata copertura del golpe istituzionale, anzi riaffermazioni di "stima" e di "rispetto" del suo ruolo e delle sue decisioni: "Nessun disagio. Ognuno svolge il suo ruolo istituzionale", ha dichiarato tranquillamente la diessina Finocchiaro a proposito della firma di Ciampi al "lodo Schifani".
Siamo arrivati al punto che i DS, che già avevano offerto a Berlusconi la loro disponibilità a discutere sull'immunità alle più alte cariche istituzionali purché non con legge ordinaria ma costituzionale, si sono fatti scavalcare a sinistra da un ultradestro patentato come Di Pietro, che ha deciso una raccolta di firme per un referendum abrogativo della legge Schifani. In tutta evidenza, e come da molte parti si vocifera, c'è stato un accordo sottobanco tra il "centro-sinistra" e Ciampi per non ostacolare il passaggio della legge salva-Berlusconi in parlamento. L'ex capo dello Stato, Cossiga, in un'intervista al berlusconiano "Il Giornale", racconta addirittura di una cena al Quirinale nella quale il "lodo Ciampi" sarebbe stato messo a punto insieme ai leader dell'Ulivo, con Berlusconi che si sarebbe impegnato a non attaccare ulteriormente i giudici e Fassino e gli altri a "non dare retta ai girotondini".
Sia come sia è un fatto la "sinistra" borghese abbia farfugliato e lasciato completamente campo libero alla Casa del fascio in parlamento rinunciando a dare battaglia alla legge salva-Berlusconi. Neanche il PRC ha fatto sostanzialmente eccezione a questa consegna. La stessa dichiarazione di voto di Giovanni Russo Spena è stata penosamente sottotono, parlando di giustizia e legalità che "si allontanano", di "dialettica democratica e parlamentare tra maggioranza ed opposizione" che diventano "dittatura della maggioranza" e così via lamentando, tenendo d'altro canto a rimarcare che "non siamo caduti (noi del PRC, ndr) nelle ossessioni giustizialiste, né nella demonizzazione dell'avversario politico".
è paradossale che la "sinistra" parlamentare, che chiede alle masse di lasciare le piazze e rafforzarla elettoralmente per portare le loro istanze in parlamento, poi non faccia in realtà la lotta al governo Berlusconi nemmeno a livello parlamentare. E se non la fa su una legge grave e infame come questa, su cosa mai la farà?