D'accordo Bankitalia, la Fiat e la Guardia di finanza
IL GOVERNO FA RIENTRARE IL DENARO SPORCO IN ITALIA
Premiati i grandi evasori fiscali e i riciclatori. Rimarranno segreti i nomi di coloro che riportano in Italia i capitali trasferiti all'estero illegalmente
Rogatorie, falso in bilancio, rientro dei capitali dall'estero: il governo neofascista procede come un rullo compressore nell'attuazione del suo "programma dei 100 giorni'', facendo approvare in parlamento una serie di leggi sfacciatamente studiate per "sistemare'' le pendenze giudiziarie di Berlusconi. L'ultimo scandalo, dopo la legge sull'insabbiamento delle rogatorie internazionali e quella sulla depenalizzazione del falso in bilancio, fatte apposta per sabotare i processi rimasti ancora in piedi a carico del neoduce, è quello della legge che consente agli evasori, ai corruttori e ai riciclatori di denaro sporco di far rientrare in Italia i capitali illegalmente esportati pagando una ridicola penale, e per di più con tanto di garanzia dell'anonimato.
La legge è stata approvata in parlamento alla fine di ottobre a colpi di voti di fiducia, perché è talmente scandalosa che il governo non se l'è sentita di rischiare un'imboscata di franchi tiratori della sua stessa compagine parlamentare, nonostante che sulla carta disponga di una maggioranza schiacciante. E' così che dopo un paio di giornate di dibattito tempestoso in aula che rischiava di prendere una brutta piega, alla fine il governo ha tagliato corto presentando un maxiemendamento sul quale ha posto la fiducia, ottenendo a voto palese il sì scontato della maggioranza del parlamento.
Con questa legge quanti hanno esportato illegalmente capitali all'estero (un milione di miliardi, secondo stime della Banca d'Italia) potranno riportarli in Italia prima che la conversione all'euro li renda inutilizzabili, pagando una penale irrisoria del 2,5%. Oppure non pagare neppure questa tassa ridicola, se scelgono di convertire i soldi in Bot a un tasso inferiore a quello ufficiale. Ciliegina sulla ricca torta, la garanzia dell'anonimato.
Ecco come il fascista di AN, Italo Bocchino, ha teorizzato in aula le motivazioni "etiche'' di questa legge vergognosa: "Vogliamo far rientrare i capitali di cittadini italiani che, vessati da una pressione fiscale probabilmente eccessiva, hanno commesso un errore a distrarre all'estero i propri denari. Oggi, facendoli rientrare, possono pagare le tasse che il Paese gli chiede di versare e investirli all'interno del nostro paese''.
Peccato che si sia dimenticato di precisare che con questo sistema le povere "vittime'' per ogni miliardo trafugato all'estero finiranno per pagare solo 25 milioni di lire , anziché i 500 che avrebbero dovuto pagare se i soldi fossero rimasti sul suolo patrio.
Per non parlare delle organizzazioni mafiose, per le quali la legge rappresenta una vera manna che permetterà loro di riciclare legalmente montagne di denaro sporco. E che dire poi dei fondi neri costituiti all'estero dalle grandi società, comprese quelle del neoduce Berlusconi, per corrompere politici e amministratori pubblici? Non è un caso che la Fiat, che di queste cose se ne intende, abbia plaudito pubblicamente al provvedimento.
Per ribattere a queste accuse del tutto ovvie il ministro Tremonti si è fatto forte del via libera di Bankitalia e Guardia di finanza, che non hanno trovato da eccepire sulla "correttezza'' del provvedimento. Anche l'"opposizione'', una volta che la maggioranza ha accolto nel maxiemendamento governativo alcune sue proposte di modifiche "migliorative'', che non cambiano la sostanza del provvedimento, ha finito per mollare ogni proposito di ostruzionismo e ingoiare il diktat berlusconiano. Anzi, a riprova dello spirito imbelle e capitolardo con cui l'Ulivo ha affrontato questa vicenda, c'è stata la vergognosa apertura del rinnegato Violante alla proposta di una commissione d'indagine su tangentopoli che la casa del fascio invoca da tempo. E questo mentre da parte di Berlusconi e dei suoi tirapiedi, ringalluzziti dalle recenti assoluzioni, si intensificano gli attacchi ai magistrati che hanno osato ficcare il naso negli sporchi affari del neoduce e degli altri politici corrotti.

21 novembre 2001