Lo afferma Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio
SULLA GUERRA IL GOVERNO HA MENTITO PERSINO IN PARLAMENTO
"GLI AEREI ERANO GIA' IN VOLO MENTRE IL PARLAMENTO DISCUTEVA"

Ora che la pace imperialista della Nato è stata imposta nei Balcani semidistrutti e militarmente occupati, e che il governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema non ha più bisogno di imbellettare con formule ipocrite il suo pieno e incondizionato impegno negli oltre due mesi di criminali bombardamenti contro la Jugoslavia, cominciano a emergere i retroscena delle gravissime decisioni politiche e militari prese sulla testa del nostro popolo e persino dello stesso parlamento. A cose fatte, cioè a guerra imperialista vinta, si viene a sapere per esempio che il 24 marzo, giorno dell'inizio dei raid Nato sulla Serbia, mentre in parlamento ancora si discuteva sull'opportunità dell'attacco e sulla partecipazione del nostro Paese, il governo D'Alema aveva già dato l'ordine e i bombardieri erano già in volo, e tutto questo è stato taciuto al parlamento stesso.
Lo ha rivelato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro del rinnegato D'Alema, Marco Minniti, che nel "Diario di guerra" scritto per il Corriere della Sera dell'11 giugno, così ricostruisce quel momento cruciale: "Il giorno dell'attacco, andammo a riferire in parlamento. Fu Mattarella a prendere la parola in un clima ovviamente tesissimo. Ricordo la sensazione di quel momento, eravamo in aula, con i parlamentari che si interrogavano sull'opportunità di un intervento aereo mentre gli aerei erano già in volo. Il parlamento discuteva e intanto tutto stava già accadendo. Ma noi non potevamo dirlo. Venivamo da sessantasei giorni di tensioni sul caso Ocalan (caso risolto in pratica dal governo D'Alema con la sua consegna ai boia fascisti turchi, ndr), chi poteva immaginare che avremmo avuto settantasette giorni di bombardamenti"?
Come il suo boss D'Alema, che alla maniera di Mussolini va in giro in Italia e sui "fronti" di guerra gonfiandosi il petto per aver dimostrato che grazie a lui ora l'Italia è anche una potenza militare di tutto rispetto, così Minniti si vanta di questo criminale inganno ordito dal governo ai danni del Paese, della Costituzione e del parlamento, come se fosse una "marachella" fatta a fin di bene, e comunque del tutto scusabile visto che ormai la frittata è fatta (e che frittata!), e indietro non si può certo tornare. Un'altra menzogna del governo, ammessa candidamente da Minniti, è la famosa tesi ipocrita della "difesa integrata", secondo la quale i nostri bombardieri erano impiegati a scopo puramente "difensivo". A proposito infatti delle notizie date in aprile dall'Ansa secondo cui anche i nostri aerei bombardavano la Serbia, tanto che partivano da Istrana carichi di bombe e ritornavano senza, Minniti commenta: "Certo, avendo la notizia, uno la dà. Però avrei preferito che uscisse a operazione terminata. Invece era ancora in corso, e, insomma, c'erano i nostri ragazzi su quegli aerei e pure i serbi leggono l'Ansa".
E chissà quante altre cose gravi come queste saranno state fatte dal governo e dai vertici militari all'insaputa del Paese, e se mai verranno fuori, magari per qualche scopo particolare, come ora che Minniti, alla vigilia delle elezioni, ha creduto con queste rivelazioni di far fare bella figura al suo partito presso i borghesi e catturare voti nel serbatoio dei neofascisti. Tutto ciò conferma, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro Paese è stato gettato in questa guerra imperialista con una decisione presa da un ristretto vertice politico e militare, con in testa il rinnegato D'Alema, all'insaputa del Paese e dello stesso parlamento, e in spregio alla Costituzione. Conferma che viviamo già di fatto in un regime presidenzialista, dove le decisioni "importanti" vengono prese dalla classe dominante borghese e dall'esecutivo mentre il parlamento è chiamato solo a ratificare a cose fatte l'operato del governo. Anche questo è un segno di quanta strada hanno percorso questi rinnegati del comunismo dai tempi in cui, per turlupinare il proletariato e distoglierlo dalla lotta di classe, parlavano di centralità e sacralità del parlamento.
Falso allora, ancor più falso oggi, quantunque non abbiano più alcun imbarazzo a confessarlo.