Haniyeh: "No al riconoscimento di Israele e al piano di pace arabo"

Il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh, in un incontro con un gruppo di religiosi a Gaza il 9 ottobre, ha ribadito la posizione contraria di Hamas al riconoscimento di Israele e al piano di pace arabo richiamato tra gli altri dal presidente Abu Mazen nella trattativa per la formazione di un nuovo governo di unità nazionale.
Haniyeh ha sottolineato che "il problema essenziale per i palestinesi resta l'occupazione israeliana" e che il piano di pace arabo è una iniziativa "problematica in quanto comporta un riconoscimento di Israele, mentre noi abbiamo già fatto sapere che rifiutavamo un tale riconoscimento".
La Lega araba nel vertice di Beirut del 2002 aveva approvato un piano, proposto dall'Arabia Saudita, che prevede il riconoscimento di Israele, la normalizzazione delle relazioni dei Paesi arabi con Israele in cambio del ritiro israeliano da tutti i territori arabi occupati dal 1967 e la creazione di uno Stato palestinese indipendente.
"Siamo per la creazione di uno Stato palestinese nei Territori occupati dal 1967, con Gerusalemme capitale, in cambio di una tregua, ma non per un riconoscimento di Israele, ciò che equivarrebbe a rinunciare alla terra dei nostri antenati", è la posizione di Hamas ribadita dal premier Haniyeh.
Sono queste le basi per la discussione sulla formazione di un nuovo governo di unità nazionale palestinese e per superare l'attuale stallo nelle trattative Ahmed Youssef, il consigliere politico del primo ministro, proponeva il 12 ottobre una riunione dei vertici di Hamas e Al Fatah al Cairo; "ogni ritardo o posticipazione nella formazione del nuovo governo - dichiarava Youssef - non risponde agli interessi di nessuno".
Il leader di Hamas a Beirut, Osama Hamdan, il 12 ottobre denunciava che il partito del presidente Abbas non ha interesse alla formazione di un governo di unità nazionale ma che seguendo le istruzioni di Bush lavora "all'obiettivo finale di rovesciare la scelta de popolo palestinese in ogni modo" e favorire la politica statunitense del "Grande Medio Oriente".

18 ottobre 2006