Scavalcando il presidente Usa Obama
Il rinnegato Hu Jintao è l'uomo più potente secondo la rivista "Forbes"
Il neoduce Berlusconi 14°

La rivista americana Forbes, considerata la "bibbia" del costume capitalista, ha indicato nel presidente cinese, il rinnegato Hu Jintao, l'uomo più potente del mondo. Nella classifica stilata per il 2012 Hu ha scavalcato il presidente americano Barack Obama, seguito al terzo posto dal re dell'Arabia Saudita Abdullah ben Abdel Aziz.
È la prima volta nella storia che un leader cinese raggiunge il primo posto nella speciale classifica dei potenti, un segnale al di là della valenza della graduatoria stilata da Forbes che registra un dato di fatto, la costante crescita della superpotenza capitalista e imperialista cinese con una rincorsa che la porterà di slancio a sorpassare, secondo alcune valutazioni nel 2025, gli Usa e diventare la prima superpotenza mondiale.
Nello stilare la classifica degli uomini più potenti gli analisti della rivista hanno tenuto conto di quattro parametri: l'influenza esercitata su un numero più o meno elevato di persone, la presenza di una ricchezza significativa, la capacità di manifestare il proprio peso su diverse sfere, l'effettiva detenzione del potere.
Con 1,4 miliardi di abitanti e una crescita economica annua del 10%, la Cina e Hu hanno sbaragliato tutti i rivali. Hu è stato scelto perché "governa un miliardo e 300 milioni di persone, 1/5 della popolazione mondiale, e comanda sull'esercito più numeroso della terra. Sotto il suo governo la Cina è diventata la seconda economia mondiale", afferma la rivista che ha anche sottolineato che "la Cina rifiuta di piegarsi alle pressioni per cambiare tasso di cambio della sua moneta e gestisce la più grande riserva mondiale di valute estere, pari a 2.650 miliardi di dollari". Il leader capitalista cinese avrebbe cioè conquistato il primato nel 2010 grazie alla potenza finanziaria della Cina, alle sue capacità di pilotare una svalutazione competitiva della sua moneta e al massiccio investimento nei titoli pubblici di Usa, Europa e Giappone che può usare come arma di ricatto.
Che sia questo il senso del riconoscimento lo indica anche il fatto che Hu è un leader già sul viale del tramonto, a fine mandato nel 2012, con il successore designato lo scorso 18 ottobre dal Plenum del CC del Partito cinese revisionista, borghese e fascista che ha designato il cinquantasettenne vice presidente della Repubblica Xi Jinping, chiamato il "principino", futuro presidente della Cina.
Nella classifica stilata dalla rivista americana si piazza al quarto posto il primo ministro russo Vladimir Putin, con il presidente Dimitri Medvedev al 12°, un segnale che indica chi sia il vero leader della Russia. La quinta posizione è occupata da Papa Benedetto XVI, definito da Forbes "la più alta autorità morale sulla Terra per più di 1,1 miliardi di anime, 1/6 della popolazione mondiale". Seguono al 6° posto la prima donna, la cancelliera tedesca Angela Merkel che precede il premier britannico David Cameron.
Il primo italiano è il neoduce Silvio Berlusconi, al 14° posto, battuto di misura dal magnate Rupert Murdoch, Berlusconi è al 74° per quanto riguarda la classifica degli uomini più ricchi al mondo. "Dite quel che volete del colorito premier italiano - ha scritto Forbes - ma è sempre lui a condurre il gioco".
Fra i banchieri si piazza prima il governatore della Federal reserva americana Ben Bernanke, che è ottavo nella classifica generale. Il governatore della Banca della Cina, Zhou Xiaochuan è 11°; in questo settore il sorpasso non è ancora avvenuto. Poco sotto si trova il governatore della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet che è 15°, alle spalle di Berlusconi. Fra gli altri, il presidente indiano Manmohan Singh è 18°, davanti il presidente francese Nicholas Sarkozy 19° e il segretario di Stato americano Hillary Clinton 20°.

22 dicembre 2010