Mentre prepara l'attacco di terra
L'IMPERIALISMO CONTINUA A BOMBARDARE L'AFGHANISTAN
Centinaia di civili uccisi per "errore'' dalle "bombe intelligenti''
La seconda settimana di bombardamenti imperialisti in Afghanistan sulle principali città potrebbe chiudere la prima fase dell'attacco pianificato dal Pentagono e che prevede a breve l'attacco di terra. La continua pioggia di missili e bombe lanciati quotidianamente dalle flotte di Usa e Gran Bretagna e dagli aerei americani è il preludio all'intervento dei reparti speciali con gli elicotteri per azioni di commando "mirate'' su obiettivi militari e per la caccia al terrorista Bin Laden annunciati da Bush. Il capo di Stato maggiore americano Richard Myers ha affermato il 15 ottobre che neanche il prossimo arrivo dell'inverno bloccherà "la nostra offensiva visibile e quella invisibile'', confermando la linea imperialista di proseguire con i bombardamenti e con la "guerra sporca'' contro l'Afghanistan e gli altri paesi accusati di sostenere il terrorismo. Accanto a Myers nella conferenza stampa, il segretario alla Difesa Rumsfeld ha accusato il regime di Kabul di mentire sul numero crescente delle vittime civili e invitato la stampa a non cadere vittima della manipolazione dell'informazione quando è stato Bush il primo ad avvertire che parte della strategia americana nella guerra è la manipolazione della stampa. Se il massacro di civili non può essere negato, come nel caso accertato delle 200 vittime del villaggio di Kadam, Rumsfeld afferma che la colpa è dei civili che vivevano accanto a depositi di esplosivi fatti saltare in aria.
La preparazione dell'attacco di terra era confermata il 10 ottobre dal Pentagono che annunciava l'impiego di truppe dislocate nelle basi in Pakistan e in Uzbekistan oltre che dalla portaerei Kitty Hawk, che è il centro operativo dall'attacco e coordina gli interventi dei bombardieri provenienti dalle basi terrestri. Dal 15 ottobre è affiancata anche dalla Roosevelt che dal Mediterraneo ha raggiunto il Mar Rosso a rafforzare lo schieramento militare imperialista.
Un tale spiegamento di forze, con la scusa di cambattere il terrorismo, è funzionale alla strategia americana di dominio del mondo. Lo afferma a chiare parole un rapporto del Dipartimento della difesa americano pubblicato il 30 settembre scorso. Il rapporto fa capire che l'operazione "Libertà duratura'' è uno dei passi di questa strategia che rafforza la "leadership politica, diplomatica ed economica degli Stati Uniti'', supportata dalla "essenziale'' forza militare. "Come potenza globale - afferma il rapporto - gli Stati Uniti hanno importanti interessi geopolitici in tutto il mondo. (...) Per difenderli devono precludere il dominio di aree cruciali, particolarmente l'Europa, l'Asia nordorientale, il litorale dell'Asia orientale, il Medio Oriente e l'Asia sudoccidentale''. Ovvero devono avere il dominio imperialista di queste aree.
Precisa il documento che "gli Stati Uniti e i loro alleati e amici continueranno a dipendere dalle risorse energetiche del Medio Oriente, una regione in cui diversi Stati pongono minacce militari. Questi stati stanno sviluppando capacità nel settore dei missili balistici, stanno appoggiando il terrorismo internazionale ed espandendo i loro mezzi militari per esercitare coercizioni sui paesi amici degli Stati Uniti e negare alle forze militari Usa l'accesso alla regione''. Che quindi ci vanno per dare la caccia ai terroristi e colpire quegli stati indicati come sostenitori del terrorismo ma che in realtà non si piegano ai diktat imperialisti.
Nella conferenza stampa del'11 ottobre Bush ha ripetuto che la "lunga guerra'' al terrorismo non si fermerà all'Afghanistan poiché l'organizzazione terrorista "Al Qaeda è in 68 paesi e noi la inseguiremo dovunque''. Come il rappresentante Usa all'Onu Negroponte aveva annunciato in una lettera al Consiglio di sicurezza. L'intenzione dell'imperialismo americano di estendere la guerra ad altri paesi, è stata contestata dai paesi arabi e islamici riuniti a Doha, in Qatar; il segretario dell'Onu, Kofi Annan fresco premio Nobel per la pace si è limitato a dirsi "sconcertato'', l'alleato Putin ha delimitato i bersagli a Afghanistan e Cecenia. Nel frattempo aerei americani e britannici hanno bombardato il 13 ottobre obiettivi militari e civili nel sud dell'Irak mentre Bush ribadiva che gli Usa "stanno osservando assai attentamente'' il comportamento del governo di Baghdad e chiesto a Saddam di far ritornare gli ispettori spia dell'Onu sul proprio territorio.
Continua ad allungarsi la lista delle vittime civili uccise per "errore'' dalle "bombe intelligenti'' dopo una sola settimana di attacchi. Il 9 ottobre un missile ha distrutto la sede dell'agenzia antimine dell'Onu di Kabul e ucciso i 4 civili afghani, dipendenti delle Nazioni Unite, che dormivano nell'edificio.
Pietosa la protesta dell'Onu che pure colpita direttamente si è affidata alla portavoce in Pakistan per lanciare un appello "alla comunità internazionale perché protegga i civili innocenti dagli attacchi militari''. Altre 37 le vittime civili a Kandahar e 15 a Jalalabad.
Il 10 ottobre sotto le bombe americane cadevano 200 civili nel villaggio di Karam, a pochi chilometri da Jalalabad, certificato nei giorni seguenti da un gruppo di giornalisti stranieri. Che hanno anche verificato la distruzione del villaggio di Khorum, nell'Afghanistan orientale, colpito lo stesso giorno da una ventina di missili in due successivi attacchi. Il che esclude l'"errore''. Altre vittime civili il 12 ottobre a Kabul; un missile "intelligente'' lanciato sull'aeroporto ha distrutto diverse case in una zona residenziale.
L'attacco imperialista all'Afghanistan e all'inerme popolo afghano è criticato dal vertice islamico di Doha in Qatar. Prima del vertice si era tenuta, il 10 ottobre, una riunione dei ministri degli Esteri della Lega Araba che oltre a ribadire che "qualsiasi attacco militare contro un paese arabo avrà gravi conseguenze e verrà considerato come un'aggressione contro gli altri stati arabi'' ha criticato la decisione della Nato di schierare una consistente flotta, alla quale partecipano anche navi dell'Italia, nel Mediterraneo orientale di fronte alle coste mediorentali. Il giorno seguente il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dei paesi islamici, convocato su richiesta dell'Iran, ha condannato le stragi dell'11 settembre negli Usa ma ha anche criticato l'intervento militare americano, chiesto le prove del coinvolgimento dei "presunti responsabili'' negli attentati e dichiarato di "rifiutare i bombardamenti di qualsiasi nazione araba o islamica''. I paesi islamici hanno chiesto inoltre di avviare una discussione a livello internazionale, sotto l'egida dell'Onu, per arrivare ad una unanime definizione di terrorismo che escluda i movimenti di liberazione nazionale e comprenda invece anche le varie forme di terrorismo di Stato.

17 ottobre 2001