Conferenza interafghana a Bonn
L'IMPERIALISMO IMPONE ALL'AFGHANISTAN UN GOVERNO FANTOCCIO
Presiederà il nuovo governo il monarchico Hamid Karzai appoggiato dagli Usa
UNA FORZA MULTINAZIONALE SI SCHIERERA' A KABUL E DINTORNI
La conferenza interafghana di Bonn, promossa dall'imperialismo e gestita per suo conto dall'Onu, si è conclusa il 5 dicembre con la firma di un protocollo di intesa tra i rappresentanti di quattro gruppi afghani che definisce le "soluzioni provvisorie in vista del ristabilimento di istituzioni di governo permanente in Afghanistan''. Il testo è stato firmato anche dal rappresentante speciale del segretario della Nazioni Unite per l'Afghanistan, Lakhdar Brahimi, "moderatore'' e regista dei negoziati svolti nella residenza di Petersberg.
Alla firma hanno presenziato il cancelliere tedesco Schroeder e il ministro degli Esteri Fisher che è subito volato a Berlino per presiedere la conferenza del cosiddetto "gruppo di supporto per l'Afghanistan'', composto da rappresentanti di Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Russia, Svezia, Svizzera e Usa. Il gruppo di 15 paesi definirà i tempi e la quantità del sostegno economico all'Afghanistan, ovvero il dosaggio della politica degli "aiuti'' per controllare il futuro del paese. Futuro affidato al governo fantoccio definito a Bonn.
Il governo provvisorio si insedierà il 22 dicembre e resterà in carica per almeno sei mesi, il tempo assegnato all'assemblea dei clan, la Loya Jirga, presieduta dall'ex re Zahir per nominare un governo "di transizione''. Questo governo dovrà entro 18 mesi indire una più larga assemblea dei clan con funzioni di assemblea costituente. Il rappresentante dell'Onu e i paesi imperialisti hanno premuto affinché l'intesa di Bonn definisse nello specifico la composizione del governo provvisorio e i ministri scelti fra le diverse etnie e clan. Uno dei documenti allegati elenca le cariche: un presidente, cinque vice e 24 ministri per un totale di 30 membri. L'incaricato dell'Onu ha inoltre indicato la suddivisione tra i gruppi etnici delle cariche governative: 11 ministri pashtun, 8 tagili, 5 hazara, 3 uzbeki e 3 a gruppi minori. Alla guida del governo è stato nominato il monarchico Hamid Karzai, sponsorizzato dagli Usa. Neanche una parola per "licenziare'' il governo di Rabbani cacciato da Kabul dai talebani e finora internazionalmente riconosciuto.
L'imperialismo ha dettato la composizione del governo fantoccio per il periodo di transizione e lo condizionerà con la politica degli "aiuti''. Completa l'operazione lo spiegamento di una forza multinazionale a Kabul e dintorni per un controllo militare sul campo, un compito affidato alla gestione dell'Onu. Nel protocollo firmato a Bonn si chiede "al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di prendere in considerazione l'autorizzazione al dispiegamento in tempi brevi in Afghanistan di una forza con un mandato delle Nazioni Unite. Questa forza dovrà contribuire a garantire la sicurezza a Kabul e nelle aree limitrofe. In seguito, se opportuno, tale forza potrà progressivamente estendere la sua presenza a altri centri urbani o altre aree''.

12 dicembre 2001