IMPERIALISTI ASSASSINI, FUORI DALL'IRAQ!
Assassini! Non ci può essere altro termine per definire gli imperialisti angloamericani che hanno invaso e messo a ferro e fuoco l'Iraq in spregio alle più elementari regole del diritto internazionale e in sfida alla stragrande maggioranza delle nazioni e dei popoli del mondo. Con una campagna di bombardamenti di dimensioni e di intensità mostruosi, che essi stessi hanno chiamato senza il minimo imbarazzo, anzi vantandosene, "colpisci e terrorizza", rivelando così a tutto il mondo la natura e lo scopo terroristici della loro aggressione militare.
Una campagna di una ferocia inaudita e senza freni, che in poche settimane ha provocato lutti e rovine incalcolabili al popolo iracheno invaso: con la distruzione di intere città e villaggi, e di interi quartieri di grandi città come Bassora e Baghdad; con l'uccisione e la mutilazione di migliaia di civili, intere famiglie, tra cui tantissimi bambini, colpiti dai missili e dalle bombe, in casa, nei mercati e nelle strade, falciati o polverizzati nelle loro auto ai posti di blocco dai marines col grilletto facile; e con la decimazione della popolazione a causa di fame, sete e malattie provocate dalla guerra.
Per aprirsi la strada con meno perdite possibile, gli imperialisti macellai e codardi non si fanno scrupolo di impiegare in maniera massiccia armi di sterminio come le criminali bombe a grappolo, le mostruose bombe da una tonnellata, ordigni incendiari che inceneriscono tutto nel raggio di centinaia di metri e i micidiali proiettili all'uranio impoverito, che avvelenano il territorio e continueranno a uccidere e far ammalare gli abitanti per molti anni a venire. Proprio loro che hanno pianificato e scatenato a freddo questa guerra accampando il pretesto delle armi di distruzione di massa in mano agli iracheni!
è tale il delirio di onnipotenza dei banditi imperialisti che hanno ordinato ai loro killer mercenari di sparare persino sui giornalisti indipendenti, facendo bombardare la sede della tv araba Al Jazeera e assassinando tre corrispondenti non aggregati e al servizio alle truppe d'invasione. E in questo quadro banditesco rientra anche il tentativo di assassinare l'ambasciatore russo in fuga da Baghdad. Quadro che si completa con il piano di occupare militarmente l'Iraq per un tempo indefinito, prima di consegnarlo a un governo fantoccio sotto il rigido controllo Usa, come un "protettorato" coloniale d'altri tempi.
Di fronte a tutto questo, la parola d'ordine di tutti coloro che avversano questa guerra e vogliono lottare veramente per la pace, non può essere che una sola: imperialisti assassini, fuori dall'Iraq! Ogni altra posizione che non contenga questa sacrosanta richiesta finisce per essere una legalizzazione a posteriori della criminale aggressione di Bush, Blair, Berlusconi e Aznar. Come la posizione opportunista e di fatto collaborazionista dei principali partiti della coalizione dell'Ulivo, DS e Margherita, che hanno auspicato una "conclusione rapida del conflitto": per risparmiare sofferenze alla popolazione civile, hanno detto ipocritamente. Ma di fatto così non solo hanno dato ragione al neoduce Berlusconi, che schierando l'Italia a fianco di Bush e Blair può vantarsi appunto di aver accelerato la loro vittoria, ma si sono augurati anche la vittoria della strategia della "guerra preventiva" e delle sue certe e prossime "applicazioni" future.
Non molto più coerenti risultano le posizioni degli altri partiti della "sinistra" parlamentare, PRC, PdCI e Verdi, con la richiesta di un "cessate il fuoco" per permettere "corridoi umanitari", che stanno per essere già superate dagli sviluppi militari e che comunque non inquadrano la questione fondamentale: è o non è questa una guerra di aggressione imperialista? Se lo è - come in tutta evidenza lo è - l'unica posizione giusta e adeguata alla situazione è quella di lottare e di incitare a lottare perché gli imperialisti angloamericani se ne vadano dall'Iraq, e per strappare l'Italia alla guerra buttando giù il governo neofascista e guerrafondaio del neoduce Berlusconi loro stretto alleato.