In risposta alle azioni di piazza ispirate e sobillate dagli imperialisti americani, inglesi e sionisti
Imponenti manifestazioni a sostegno del governo iraniano

Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato il 30 dicembre scorso a Teheran, come in molte altre città del paese, alle manifestazioni di sostegno al governo iraniano. Una risposta alle manifestazioni e alle azioni di piazza ispirate e sobillate dagli imperialisti americani, inglesi e sionisti che larga eco hanno avuto sui mezzi di informazione occidentali. Quegli stessi organi di informazione che per conto dell'imperialismo si ergono a paladini delle libertà e della democrazia ma che hanno vergognosamente e significativamente ignorato gli imponenti cortei del 30 dicembre.
Nel corso delle manifestazioni i dimostranti hanno bruciato bandiere americane e inglesi e gridato slogan contro i leader dell'opposizione, in particolare l'ex primo ministro Mir Hossein Mussavi e l'ex presidente del parlamento Mehdi Karrubi. I due esponenti denunciati dalla Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, come "coloro che oggi cercano di acquisire il dominio, sono contro la religione e con la sedizione agiscono contro il sistema e la rivoluzione, erano rimasti schierati per anni sotto le insegne del sistema e della rivoluzione".
Il governo iraniano in un comunicato ha sostenuto che il popolo iraniano si è radunato per denunciare il "complotto" che mira a "sovvertire il regime islamico". "La massiccia partecipazione a questi raduni umilierà i nostri oppositori", ha affermato il presidente Ahmadinejad che aveva definito le proteste del 27 dicembre "una sceneggiata sionista-americana".
Durante le proteste dell'opposizione del 27 dicembre, ci sono state 8 vittime e diverse centinaia di arrestati, durante gli scontri. Fra i morti anche un parente di Mussavi che secondo il ministro dell'Intelligence iraniano, Heidar Moslehi, è stato vittima di "un attacco terroristico" che nulla ha a che vedere con le manifestazioni, colpito da esponenti dei Mujaheddin del Popolo, un gruppo armato di opposizione alla Repubblica islamica, inserito tra l'altro nella lista delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti.
Contro le ingerenze delle potenze imperialiste si è espresso anche il presidente del parlamento, il Majlis, Ali Larijani che ha denunciato la campagna propagandistica degli Usa contro la Repubblica islamica: "la strategia degli Stati Uniti e i loro alleati occidentali è quella di creare divisioni tra le forze politiche dell'Iran allontanando il popolo dallo Stato". "Denunciare presunti brogli nelle ultime elezioni presidenziali è stato un pretesto per creare tumulti e danneggiare la nostra unità nazionale" ha proseguito, "ma grazie alla saggezza del popolo e la guida del sommo ayatollah Khamenei i nemici non sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo".

13 gennaio 2010