Inchiesta sugli appalti del G8
412 beneficiati da Anemone, al centro della cricca
Nell'elenco sequestrato nell'ottobre 2008, oltre a Scajola, Lunardi, Bertolaso e il braccio destro del ministro Matteoli, ci sono Mancino, alti papaveri delle istituzioni, compresi servizi segreti, preti, giornalisti e registi

Pare non avere confini lo schifo di Stato in cui sguazzano politici, imprenditori, ministri, giudici costituzionali, capi di gabinetto, di dipartimento, di uffici legislativi, della Protezione civile e della Presidenza del Consiglio, dirigenti Rai, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti e perfino preti, registi e giornalisti.
Il 12 maggio si è diffusa la notizia che tra le carte delle inchieste sulla "cricca degli appalti pubblici" capeggiata da Guido Bertolaso, Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis c'è anche un lungo elenco di oltre 400 interventi edili compiuti dalle ditte di Anemone dal 2003 al 2008 presso palazzi governativi, uffici pubblici e residenze private appartenenti ai massimi vertici politici e istituzionali e a una vasta schiera di amici della "cricca".
Si tratta del cosiddetto "sistema gelatinoso" inventato dal costruttore romano Diego Anemone, arrestato il 10 febbraio scorso, che prevede l'elargizione di "favori e aiuti finanziari" per l'acquisto e/o la ristrutturazione di prestigiosi appartamenti nel centro di Roma a favore degli amici della cricca in cambio dell'assegnazione dei grandi appalti pubblici.
Il documento fu sequestrato per la prima volta il 14 ottobre del 2008 dalla Guardia di Finanza di Roma durante una perquisizione negli uffici della società di Diego Anemone. Ma poi, chissà perché, per oltre 19 mesi l' "elenco" è stato "custodito" così bene dagli uomini del generale della Guardia di Finanza Francesco Pittorru (ora ai servizi segreti, indagato per corruzione proprio perché grande beneficiario dei "favori" finanziari e edilizi di Anemone) che nemmeno le procure di Firenze, Roma e Perugia ne erano a conoscenza.
Si tratta di una sorta di "libro mastro" dei "servizi" forniti dalle società di Anemone alla selezionata clientela, con tanto di nomi, cifre e tipologia di lavoro eseguito. Gli inquirenti lo hanno tirato fuori dall'hard disk del computer sequestrato al fratello di Diego Anemone, Daniele, che, come ebbe a dire la sua segretaria, intercettata dagli agenti del Ros di firenze il 27 ottobre 2008, ha: "dentro il mondo".
In cima alla lista ci sono i lavori di ristrutturazione presso la residenza privata del neoduce Berlusconi a Palazzo Grazioli; poi quelli nelle abitazioni degli ex ministri Pietro Lunardi e Claudio Scajola, prime e seconde case, in città e in montagna. Le dimore romane di Guido Bertolaso (in via Bellotti Bon e in via Giulia) e i suoi uffici della Protezione Civile in via Vitorchiano e in via Ulpiano. I lavori effettuati a Palazzo Chigi, al Viminale, ai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture, nella sede di Forza Italia, nelle caserme dei carabinieri e Guardia di Finanza, al Palazzo dei Congressi all'Eur, la chiesa di Santa Maria in Trevi, la galleria Alberto Sordi, il Policlinico Umberto I e la scuola di S. Giuliano a Campobasso (dove morirono 27 bambini e un'insegnante in seguito al crollo provocato dal terremoto del 21 ottobre 2002).
Nel novero ci sono anche i nomi di Gianni De Gennaro (ex capo della polizia, indagato per la mattanza di Genova al G8 del 2001, nominato da Berlusconi Commissario Straordinario per l'Emergenza rifiuti in Campania e poi, nel maggio 2008, promosso a direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza); Ercole Incalza, braccio destro e capo struttura di missione del ministro delle Infrastrutture Alterio Matteoli, già arrestato il 7 febbraio 1998 nell'ambito dello scandalo sulla Tav ferroviaria che coinvolse l'ex amministratore Lorenzo Necci, il faccendiere Pacini Battaglia, il piduista Emo Danesi, l'ex padrone della Cirio Sergio Cragnotti e i tangentisti del PSI di Craxi Silvano Larini e Rocco Trane; Claudio Rinaldi, commissario Mondiali di nuoto; Francesco Pittorru, generale della Guardia di Finanza ora ai servizi segreti; Mario Pugliese, finanziere ritenuto un informatore di Anemone; Enrico Bentivoglio, funzionario di via Ferratella dove ha sede il Dipartimento delle opere pubbliche diretto da Angelo Balducci; Mauro Della Giovampaola, capo missione struttura G8 alla Maddalena; Marco Caiazza, funzionario provveditorato opere pubbliche di Roma o sovrintendenza; Pupi Avati, regista; Mancino Nicola, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura e ex ministro dell'Interno; l'ex ministro piduista Publio Fiori; Paolo Poletti, ex generale della Guardia di Finanza, ora ai Servizi segreti, già coinvolto nell'inchiesta Why not; Andrea Monorchio ex ragioniere generale dello Stato; Maria Pia Forleo, funzionario del ministero delle infrastrutture, stretta collaboratrice di Balducci, nell'assegnazione dei lavori per il Mondiali di nuoto; Roberto Di Mario, segretario particolare di Algelo Balducci; Giacomo Aiello, capo ufficio legislativo della protezione civile; Leone G. Carlo, vice direttore generale della Rai; Monsignor Camaldo Francesco, decano dei cerimonieri pontifici; Occhipinti Andrea, produttore cinematografico; Mauro Masi, direttore generale Rai; Blandini Gaetano, direttore cinema del ministero dei beni culturali e infine Luigi Mazzella e Gaetano Silvestri, i giudici costituzionali che a cena con Berlusconi decidevano la legittimità del cosiddetto "Lodo Alfano", la legge che assicura l'immunità per le alte cariche dello Stato.

19 maggio 2010