Con una lettera di Ingrao e Rossanda al compiacente "Manifesto''
I TROTZKISTI STORICI SI SCHIERANO COL PRC E IL "CENTRO-SINISTRA'' E CONTRO L'ASTENSIONISMO
Alla crescente canea antiastensionista si sono uniti anche i trotzkisti storici Pietro Ingrao e Rossana Rossanda, preoccupati che l'astensionismo di sinistra punisca severamente per le sue malefatte il "centro-sinistra'' e il PRC che lo copre e gli fa da sgabello. Lo hanno fatto con una lunga lettera di intenti pubblicata su "il manifesto'' del 6 aprile, e rilanciata integralmente da "Liberazione'' del 7, dove in polemica con quanti hanno deciso di astenersi o sono in dubbio se farlo, annunciano che voteranno e inviteranno a votare per il PRC "al proporzionale e dovunque possa passare o il voto serva ad accumulare utili resti''. E addirittura, dove Rifondazione "non potrebbe passare e metterebbe a rischio la possibilità di sconfiggere un candidato di destra'', i due imbroglioni dichiarano che voteranno "il candidato di centro-sinistra se appena sia figura moralmente accettabile''.
Fin dove si spinga per loro il confine dell'"appena moralmente accettabile'' non lo specificano. E questo già la dice lunga sullo sporco opportunismo che ha dettato il loro servile intervento in soccorso dei rinnegati. Ma quello che emerge e che vale la pena di esaminare sono soprattutto due cose: il riconoscimento del forte sentimento astensionista che sta crescendo come mai nel passato nell'elettorato di sinistra, e l'inconsistenza degli argomenti, tanto più risibili e impotenti quanto più verbosi e cervellotici, da loro addotti per confutarlo e respingerlo.

FORTE "INCLINAZIONE AD ASTENERSI'' NELLA SINISTRA
Cosicché, se la lettera si apre con l'ammissione che "Mai l'area delle sinistre è arrivata alle elezioni così divisa e così poco persuasa. E mai l'inclinazione ad astenersi è stata in essa così forte'' ("non per indifferenza, ma per sfiducia e collera'', precisano anche), tutto il resto del documento (due pagine) è impiegato non per analizzare le ragioni di questo sentimento forte e diffuso dell'elettorato di sinistra, e denunciare il tradimento e le responsabilità della "sinistra'' del regime neofascista, bensì per convincere i potenziali astensionisti a cambiare proposito e a "non sprecare'' il loro voto e "non favorire le destre'', secondo il solito ricatto antiastensionista dei rinnegati, ma condito con tutta una serie di argomentazioni opportuniste e trotzkiste per dargli un'apparenza meno rozza e più di "sinistra''.
Secondo loro, infatti, il pensiero comune che si agiterebbe nella testa "di chi sdegna il voto il 13 maggio'' sarebbe il seguente ragionamento: "La coalizione di centro-sinistra è debole ed è colpevole di esserlo. S'è spostata sempre più verso il centro pensando di guadagnare voti, a rischio di perdere interi settori sociali che ha lasciato indifesi o delusi, ma non ce la farà ugualmente vista la sproporzione dei mezzi. Quindi va punita con l'astensione''. Dopodiché - secondo i due vecchi trotzkisti - gli astensionisti seguirebbero diverse ipotesi: vi sarebbe chi si astiene pensando che tanto la coalizione di "centro destra'' non durerebbe comunque a lungo, e quindi la punizione sarebbe senza pericoli; chi invece punterebbe sul risveglio che l'arroganza di un Berlusconi vittorioso provocherebbe nelle masse e nel Paese; e chi infine (la versione più diffusa, a loro dire) punterebbe su una svolta a sinistra nei DS, "non identificabile con il progetto D'Alema-Amato'', bensì guidata da Cofferati e Bassolino, come conseguenza della sconfitta elettorale della linea di rincorsa al centro.
Non li sfiora neanche il pensiero che l'elettore di sinistra che ha maturato o sta maturando la scelta astensionista - una scelta tutt'altro che facile, ostacolata da abitudini tenacemente radicate e da mille ricatti morali e politici - disgustato profondamente dall'esperienza pratica di un quinquennio di governo di "centro-sinistra'', abbia preso o cominci a prendere semplicemente coscienza dell'inganno elettorale, che i due poli sono le due facce dello stesso sistema capitalistico e neofascista, e che la lotta per cambiare la società e il mondo non passa per il parlamento e per le istituzioni borghesi? Che voglia punire severamente i rinnegati del comunismo che lo hanno tradito e anche chi come il PdCI e il PRC li copre a sinistra? Senza bisogno, per questo, di fare calcoli machiavellici sugli scenari post elettorali?

ASTENSIONISMO TROPPO "AVANZATO''?
Ma i due "grandi vecchi'' del trotzkismo italiano si guardano bene dall'avventurarsi su questo terreno per loro infido. Preferiscono, da incalliti imbroglioni quali sono sempre stati, evitare lo scottante argomento e ridurre tutto alla confutazione delle ipotesi da loro stessi sollevate, oltretutto in maniera goffa e per nulla convincente. Per poi alla fine piazzare quella che nelle loro intenzioni dovrebbe essere la stoccata finale, l'argomento risolutivo per tappare la bocca ad ogni dubbio astensionista. E cioè la tesi "pragmatica'' che in ultima analisi l'astensionismo sarebbe una specie di "fuga in avanti'' rispetto alla situazione oggettiva e soggettiva attuale, una scelta "troppo avanzata'' rispetto ai movimenti di lotta anticapitalistici: "pensiamo insomma - sostengono infatti Ingrao e Rossanda - che un'astensione da sinistra sarebbe possibile solo a un movimento così forte e all'altezza dei tempi e capace di egemonia, da agire nel paese sull'intero quadro politico. Ma i movimenti oggi in Italia sono pochi, stanno nel proletariato classico e nei centri e cantieri sociali, nessuno dei quali è astensionista''. Quindi, concludono furbescamente gli autori della lettera, "per chi non è in grado di costituire un movimento è più serio aiutare chi ne offre un terreno e un simbolo, riservandosi di interloquirvi in autonomia, che concedere spazio alla destra per presunzione di autosufficienza''.
Insomma, gli astensionisti dovrebbero invece votare PRC o "centro-sinistra'' se non altro perché non c'è nessun movimento o partito a sinistra dello schieramento politico che sia in grado di raccoglierli e organizzarli, e quindi il loro sarebbe un voto buttato via per niente. è questa la tesi tanto truffaldina quanto squallida dei due vecchi imbroglioni trotzkisti per disarmare gli astensionisti senza avere l'aria di mettersi direttamente contro il non voto di protesta. Sfortunatamente per loro, però, c'è il PMLI, che non da oggi guida la battaglia astensionista e lavora per unire e organizzare gli astensionisti di sinistra nella lotta contro la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e per l'Italia unita, rossa e socialista. Questo Ingrao e Rossanda lo sanno benissimo, e perciò sono palesemente in mala fede ed è tanto più sporco e truffaldino il loro appello a votare la "sinistra'' del regime neofascista in quanto, a loro dire, non ci sarebbero alternative praticabili a questa scelta obbligata.